“Italy may be next”, “L'Italia potrebbe essere la prossima”. Così, in un post sul suo profilo X ufficiale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha informato il governo italiano di essere tra i possibili prossimi bersagli della Russia.
In queste settimane, i sorvoli di droni sospetti e gli sconfinamenti di jet militari negli spazi aerei NATO hanno interessato solo i Paesi al confine est con la Russia: Polonia, Romania, Estonia, Danimarca e Svezia.
I prossimi avvistamenti di droni, secondo Zelensky, potrebbero registrarsi nei cieli italiani. Per la prima volta si chiama in causa direttamente l'Italia come possibile bersaglio di Mosca.
Le parole del leader ucraino stanno destando preoccupazione ma, guardando ai fatti, al momento non ci sarebbero segnali di un'aggressione diretta al nostro Paese, come ha sottolineato anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
In un recente post su X, Volodymyr Zelensky ha lanciato un avvertimento diretto all'Italia: dopo Polonia, Norvegia, Danimarca, Estonia e Svezia “l'Italia potrebbe essere la prossima” a finire nel mirino della Russia.
Secondo il leader ucraino, Vladimir Putin starebbe testando le capacità di difesa dell'UE nel tentativo di minare il sostegno all'Ucraina. Una prova sarebbero i frequenti sorvoli sospetti di droni all'interno degli spazi aerei dei Paesi della NATO al confine est.
Zelensky ipotizza che le incursioni di droni possano, in futuro, interessare anche lo spazio aereo italiano.
Si legge nel post. Al momento, tuttavia, non ci sono evidenze concrete che indichino una minaccia diretta all’Italia. La dichiarazione si basa su “direzioni di volo” dei droni che, per ora, hanno interessato solo il fronte est della NATO.
Secondo Zelensky, però, l'intensificarsi degli sconfinamenti nei cieli europei avrebbe anche lo scopo di spaventare la popolazione così da spingerla a chiedersi: "Se non riusciamo a proteggerci, perché dovremmo continuare a sostenere l'Ucraina?" e a fare pressione sui governi per diminuire gli aiuti all'Ucraina, soprattutto in vista dell'inverno.
Ha dichiarato Zelensky, criticando l’approccio difensivo di alcuni governi europei. Per Kiev, l’Ucraina è il primo anello della catena di difesa dell’intero continente.
Regarding Russia’s attacks against European countries: Russia is testing their ability to defend themselves and trying to influence societies so people begin to ask: “If we can’t protect ourselves, why should we keep supporting Ukraine?” This is intended to reduce assistance to…
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 27, 2025
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani rassicura gli italiani circa l'allarme arrivato nelle scorse ore da Kiev. A margine della Festa di Forza Italia in corso a Telese Terme in Campania, il titolare della Farnesina ha spiegato di essersi consultato in mattinata con il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Tajani ha anche detto di non ritenere 'assolutamente' che Putin voglia attaccare l'Italia, pur considerando la sua aggressività 'inaccettabile'.
Il riferimento è al braccio di ferro con la Nato ingaggiato nei cieli europei.
Il punto quindi è: ha ragione Zelensky a lanciare l'allarme per l'Italia? E come vanno interpretate le rassicurazioni del ministro degli Esteri Tajani?
È legittimo chiedersi se si tratti di un campanello d’allarme basato su fonti reali, oppure di una strategia per mantenere alta l’attenzione degli alleati.
Il contesto suggerisce la seconda ipotesi: dopo oltre due anni e mezzo di guerra, il sostegno europeo a Kiev comincia a mostrare le prime crepe, così come sembra aumentare la stanchezza dell’opinione pubblica.
Proviamo ad analizzare i fatti: dal tono del messaggio è evidente che il leader ucraino tema che l'Europa possa diminuire il sostegno militare al suo Paese e quindi prova a far passare il messaggio che se cade Kiev, poi toccherà al resto dell'Europa.
Le dichiarazioni di Zelensky vanno dunque lette come un appello politico: mantenere il sostegno a Kiev oggi per non rischiare, domani, di dover difendere l’Europa su più fronti. E anche l'allarme sul possibile coinvolgimento dell'Italia si inserisce in questo contesto e al suo interno va valutato.