Le recenti segnalazioni di droni e jet russi nei cieli europei hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza del fianco orientale della Nato e sul rischio di un’escalation con Mosca. Le posizioni contrastanti tra i paesi membri mostrano un equilibrio fragile: c’è chi invoca la forza in caso di nuove violazioni e chi, invece, chiede prudenza. In questo contesto, appare evidente quanto una singola decisione, come l’eventuale abbattimento di un velivolo russo, potrebbe trasformarsi in un incidente capace di trascinare l’Europa verso un conflitto diretto.
Diverse segnalazioni di droni e jet russi nei cieli di Polonia, Romania ed Estonia hanno aperto una nuova discussione sulla sicurezza dell'Europa.
I paesi che si trovano sul fianco orientale della Nato avevano già iniziato ad aumentare le misure di sicurezza e a incrementare la spesa per la difesa. Le recenti denunce degli alleati di violazione dello spazio aereo hanno portato a nuove riflessioni su quale sarebbe la risposta in caso di future intrusioni.
La Nato ha già lanciato la missione “Eastern Sentry”, volta a proteggere il fianco orientale. Successivamente, i paesi membri hanno discusso, durante la riunione di emergenza del Consiglio Nord Atlantico del 23 settembre convocata da Tallinn, i futuri passi da adottare.
Secondo quanto riportato dalla CNN, citando due funzionari dell'Alleanza, i rappresentanti di diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Polonia e i paesi baltici, ritengono che eventuali ulteriori violazioni dovrebbero essere affrontate con la forza. Questa posizione incontra però l’opposizione di Germania e di vari paesi dell'Europa meridionale che sollecitano maggiore moderazione.
Il presidente americano Donald Trump, quando gli è stato chiesto se ritiene che la Nato debba abbattere aerei russi che violano lo spazio aereo dell’Alleanza, ha risposto: “Sì, lo credo.”
Resta da chiarire, a distanza di circa due settimane, se gli episodi segnalati da diversi paesi siano stati realmente intenzionali. La dichiarazione finale della riunione indica un approccio equilibrato che cerca di conciliare le richieste delle diverse parti ma la questione è tutt’altro che chiusa.
Il comandante della Nato in Europa, Alexus Grynkewich, ha evidenziato i pericoli in un’intervista al quotidiano francese Le Monde. Le sue parole sottolineano l’importanza di valutare ogni singolo caso:
Grynkewich ha chiarito che il rischio cresce notevolmente se si tratta di aerei con equipaggio.
Da parte russa è arrivato un messaggio di forte avvertimento.
Le parole più allarmanti sono giunte dall'ambasciatore russo in Francia, Alexey Meshkov, a RTL. Quando gli è stata chiesta un’opinione sulla dichiarazione di Trump, ha affermato che un simile atto “sarebbe una guerra”. Ha aggiunto:
Meshkov ha inoltre respinto le accuse di incursioni di droni e aerei russi nei cieli europei.
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, nel suo intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha ribadito che Mosca non ha intenzione di attaccare l'Occidente, in linea con precedenti dichiarazioni del presidente Putin. Tuttavia, ha lanciato un monito: la Russia “è pronta ad agire se provocata”.
La deterrenza europea resta per ora su livelli stabili ma la tensione e le preoccupazioni continuano a crescere alimentando il dibattito su come evitare che un singolo incidente possa trasformarsi in un conflitto aperto.