Nell’intervista rilasciata a Giacomo Gabellini per Il Contesto, l’ex ambasciatrice Elena Basile analizza gli attuali equilibri geopolitici con toni critici. A suo parere, l’Europa è divisa e in balia delle scelte più aggressive, mentre gli Stati Uniti, pur rimanendo centrali, mostrano segnali di isolamento e di crescente imprevedibilità.
Nell’intervista, Basile descrive un’Europa dominata dalla linea dura di Polonia, Paesi baltici e Scandinavia, mentre Francia e Italia resterebbero marginali.
"Oggi l'Europa è polacca", ha affermato Basile. Ha poi ricordato come sono cambiati gli equilibri citando il Vertice della Nato del 2008. In quell’occasione Usa insieme a Polonia e paesi baltici avevano appoggiato l'adesione di Ucraina e Georgia al piano d'azione della NATO ma avevano riscontrato l'opposizione di diversi paesi tra cui Germania, Francia e Italia.
Basile ha commentato anche delle dichiarazioni del ministro polacco Radoslaw Sikorski alle Nazioni Unite, che ha minacciato l’abbattimento di aerei russi anche in caso di sconfinamenti “involontari”, come possibile preludio a un incidente capace di trascinare gli Stati Uniti in un confronto diretto con Mosca. Sikorski era il ministro degli Esteri anche nel 2008 come oggi.
Parlando durante la sessione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza a New York, Sikorski ha usato toni duri, affermando che la Russia non dovrebbe lamentarsi se i suoi missili o aerei vengono abbattuti dopo essere entrati nello spazio aereo della NATO.
Basile interpreta le recenti parole di Donald Trump all’ONU come un tentativo di compiacere i falchi pro-guerra senza assumere impegni reali. Pur dicendo che l’Ucraina “può vincere”, il presidente americano non ha promesso nuovi aiuti militari, lasciando di fatto all’Europa il peso del conflitto e accrescendo il rischio di un’escalation guidata da alleati europei.
Ai margini dell’Assemblea generale, Trump ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e, in un post su Truth Social, ha affermato che Kiev potrebbe riprendere i territori persi e “forse qualcosa in più”.
Secondo Basile l’Occidente avrebbe perso la propria egemonia economica e culturale, affidandosi quasi solo alla forza militare. Le sanzioni secondarie minacciate dagli Stati Uniti anche contro partner tradizionali come l’India sarebbero segnali di un “arbitrio” che alimenta la sfiducia globale. Molti paesi, spiega, cercano nuove garanzie nei BRICS o in accordi alternativi.
L’analisi di Basile delinea uno scenario di grande instabilità: un’Europa incapace di mediare, un’America che alterna ambizioni e un Occidente che rischia di alienarsi la fiducia dei propri alleati storici. Un quadro che apre la strada a nuovi equilibri globali.