29 Sep, 2025 - 18:47

Europa su un campo minato: solo chiacchiere inutili su difesa comune e spese folli

Europa su un campo minato: solo chiacchiere inutili su difesa comune e spese folli

L’Europa si trova su un vero e proprio campo minato geopolitico. Mentre i cieli dei paesi del fianco orientale della NATO sono stati violati da droni e jet russi, i leader dell’Unione europea si preparano a incontrarsi a Copenhagen per discutere di difesa comune. Tra tensioni crescenti, priorità contrastanti e la necessità di garantire la sicurezza del continente, il vertice mette in luce le difficoltà di un’Europa divisa e le incertezze sui costi e sull’efficacia di un impegno militare condiviso.

In vecchio continente sembra oggi intrappolato tra due fuochi: da un lato la crescente aggressività russa nei cieli e sul terreno in Ucraina, dall’altro le divisioni interne tra i paesi membri dell’UE su come finanziare e organizzare una difesa comune. Il vertice di Copenhagen non è solo un appuntamento diplomatico, ma un vero e proprio banco di prova, dove saranno messi sul tavolo gli interessi nazionali e la missione (impossibile) di costruire un blocco politico e militare coeso. La sfida principale resta bilanciare deterrenza e prudenza, senza rischiare di innescare un’escalation incontrollabile.

Vertice europeo a Copenhagen e l'escalation dello spazio aereo

I leader dei paesi membri dell'Unione europea si incontreranno nella capitale svedese Copenhagen l'1 ottobre 2025. Questa volta il vertice avrà un'agenda che potrebbe cambiare gli equilibri in modo drastico.

Settembre 2025 ha testimoniato un'escalation senza precedenti: diversi paesi ai confini dell'Unione hanno denunciato la violazione dello spazio aereo da parte di droni e jet russi. Mentre sono in corso gli accertamenti per stabilire se si tratta di incidenti o provocazioni, aumenta il numero di nazioni che segnalano incursioni di droni misteriosi.

Oltre agli avvistamenti nei cieli delle nazioni europee, è cambiata anche la sfera diplomatica sulla guerra in Ucraina nell’ultimo mese. Gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti hanno segnato un punto di stallo dopo l’attenzione internazionale suscitata da due appuntamenti: il vertice tra Trump e Putin in Alaska del 15 agosto e il successivo incontro tra il presidente americano, Zelensky e alcuni leader europei del 18 agosto.

La tensione quindi resta alta su più fronti. Al centro della discussione della riunione sarà quindi la capacità militare dell'Unione europea, andando ben oltre temi come economia o commercio.

Sfide della difesa comune e priorità contrastanti

Rafforzare gli strumenti contro una minaccia comune è un obiettivo raggiungibile solo se si trova un'intesa. I 27 membri del blocco hanno priorità e legami contrastanti, soprattutto quando si tratta di una materia complessa come la difesa comune.

L'urgenza dettata dal contesto geopolitico non unisce i paesi a fare un passo avanti: le preoccupazioni per l'autonomia nazionale, l'aumento di spesa e l'efficacia di un impegno del genere frenano ogni iniziativa.

I paesi membri restano comunque fedeli ai principi fondamentali della difesa, senza impegnarsi sostanzialmente a ulteriori indebitamenti.

Evitare l'escalation ma restano i rischi

Parallelamente, l'Europa appare unita sul rifiuto di astenersi da un passo che potrebbe portare a una guerra. In questa fase delicata per la politica europea, le nazioni si astengono anche da mosse che potrebbero segnare una rottura, evitando azioni che rischierebbero di trascinare il continente in un’escalation senza precedenti.

Il vertice europeo di Copenhagen evidenzia la complessità di costruire una difesa comune in un contesto di minacce crescenti e divergenze politiche tra i paesi membri. Tra la necessità di rafforzare strumenti militari e la prudenza nel non provocare un’escalation, l’Europa appare divisa e riluttante a indebitarsi ulteriormente. Le decisioni prese potrebbero segnare il futuro della sicurezza del continente, ma al momento restano incertezza e scetticismo sull’efficacia di qualsiasi strategia condivisa.

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