30 Sep, 2025 - 17:36

Il naufragio elettorale di Ricci e della sinistra che ha dimenticato le Marche per Gaza

Il naufragio elettorale di Ricci e della sinistra che ha dimenticato le Marche per Gaza

Matteo Ricci ha perso. Male. Nelle Marche il centrodestra ha vinto con chiarezza, e non è stata una sorpresa. Ma ciò che sorprende – o dovrebbe far riflettere – è il modo in cui Ricci e il suo campo hanno deciso di perdere.

Perché una cosa è essere battuti da un avversario forte, un’altra è regalargli la vittoria. Schiacciare la campagna elettorale sul dramma di Gaza si è rivelato un errore fatale.

I marchigiani hanno punito una campagna elettorale che ha anteposto l'ideologia ai problemi reali del territorio in contrasto con la concretezza offerta dal centrodestra. 

All'ex sindaco di Pesaro e alla sua coalizione non è stato perdonato quello che – a molti - è sembrato  un tentativo di strumentalizzare la tragedia palestinese per scopi elettorali.

Disastro Ricci nelle Marche: ecco perchè non poteva vincere 

È calato il sipario sulle Elezioni Regionali nelle Marche 2025, che avrebbero dovuto rappresentare l'Ohio d'Italia e che per il centrosinistra si sono rivelate un Vietnam.

Il distacco di ben otto punti da Francesco Acquaroli non lascia spazio ad alibi per una sconfitta che è netta. È netta nonostante la bassa affluenza alle urne. Ed è netta nonostante un'inchiesta giudiziaria che ha sicuramente in parte condizionato la campagna elettorale dell'ex sindaco di Pesaro. 

La verità, tuttavia, è che il vero errore strategico di Matteo Ricci e di tutto il centrosinistra è stato quello di identificarsi con la causa palestinese durante la fase decisiva della campagna elettorale.

Mentre il centrodestra parlava di lavoro, infrastrutture, sanità e sicurezza, il candidato di centrosinistra si è fatto fotografare con la bandiera palestinese, ha vestito i panni dell'attivista e ha promesso il riconoscimento dello Stato di Palestina come primo atto una volta eletto. 

Qualcuno lo ha anche scritto nei vari commenti sui social: “Il mio voto l’ha perso lì”. E non è stato l’unico. 

In teoria non ci sarebbe neanche nulla di sbagliato nel sostenere una causa che sta a cuore a tutto il Paese, se non fosse che il luogo e il momento scelti la fase finale di una campagna elettorale per le regionali, non erano quelli più adatto. 

I problemi reali delle Marche sono finiti sullo sfondo e i marchigiani che avrebbero voluto avere risposte sulle liste d'attesa in sanità o sulla sicurezza nelle città, hanno scelto di votare chi quelle risposte ha almeno promesso di dargliele.

Le Marche non sono Gaza, il PD lo ha capito troppo tardi

Matteo Ricci, tuttavia, non è il solo responsabile della debacle nelle Marche. Anzi si potrebbe dire che è stato il PD ad affondare il suo candidato e non viceversa. 

Il Partito Democratico, più del Movimento 5 Stelle (che anche questa volta ha confermato di essere irrilevante per la vittoria nei territori) è il vero sconfitto dell'ultimo fine settimane elettorale. 

La scelta di puntare a una campagna elettorale prevalentemente schiacciata su temi di estrema sinistra per rincorrere il movimento di Giuseppe Conte e il continuo strizzare l'occhio a minoranze ideologiche (centri sociali, attivismo woke, etc), hanno suscitato un profondo malcontento nell'elettorato moderato di centrosinistra che si è sentito tradito e ignorato. 

Nel 2020 il PD era stato il partito più votato, oggi è dietro a Fratelli d'Italia: una sconfitta chiara su cui il Nazareno dovrà riflettere in vista delle prossime scadenze elettorali.

Domenica si replica in Calabria e le analogie con le Marche sono tante, la principale è che anche qui il governatore uscente, Roberto Occhiuto, è di centrodestra.

Francesco Acquaroli ha vinto perché ha parlato di cose semplici e reali: sviluppo economico, turismo, difesa del territorio, infrastrutture e soprattutto non detto agli elettori che votare per lui equivaleva a schierarsi a favore o contro un conflitto in Medio Oriente.

 

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