30 Sep, 2025 - 21:00

Come è cambiata la politica in un anno? Il sondaggio che dimostra i passi indietro del campo largo

Come è cambiata la politica in un anno? Il sondaggio che dimostra i passi indietro del campo largo

Il centrodestra non trema, il “campo largo” si sgretola a colpi di decimali. Nel sondaggio Tecnè per Agenzia Dire pubblicato negli scorsi giorni, Fratelli d’Italia alza il volume e il PD perde terreno.

E non servivano i risultati delle elezioni nelle Marche a testimoniare che questo centrosinistra non può, per ora, competere con Meloni.

Non è un semplice scivolone: è un messaggio politico che brucia le dita a chi sperava nella rincorsa. La fotografia è secca: Meloni avanza, la destra compatta non si scioglie, e le opposizioni — quelle che dovrebbero raccogliere il malumore — non solo non crescono, ma in alcuni casi regrediscono. Il voto non perdona l’indecisione.

Lo dice chiaro il -2,4% del Partito Democratico; lo dice altrettanto la stagnazione delle forze della sinistra verde. Nel mezzo, i Cinque Stelle guadagnano terreno, ma non abbastanza da poter parlare di vera rinascita.

Il dato più preoccupante è politico, non numerico: il Paese non trova una alternativa credibile. E quando il racconto dell’alternativa è stanco, frammentato o autoreferenziale, gli elettori tirano dritto o tornano a casa. Questo sondaggio non è un’istantanea neutra: è un avvertimento.

Partito Democratico: la caduta che brucia

Il PD perde due punti e mezzo in un anno. Tradotto: la macchina che doveva rappresentare il centrosinistra si inceppa proprio quando servirebbe cambiare marcia. Non basta l’esperienza di governo o i grandi proclami: agli elettori interessa la concretezza.

E il PD, in questo momento, appare dilaniato tra correnti interne, tatticismi e un linguaggio politico incapace di emozionare o di offrire soluzioni chiare. Il risultato è che molti elettori moderati guardano altrove e quelli più a sinistra non si sentono rappresentati.

È una ferita che non si cura con i comunicati stampa: serve coraggio per ridefinire visione e leadership, non contenere i danni con frasi di circostanza.

Movimento 5 Stelle: cosa cambia?

Il M5S mette insieme quasi due punti in più, e qualcuno starà già brindando. Ma la domanda è semplice: dove porta questo recupero?

Non ai livelli del passato e non con la solidità politica necessaria per guidare un’alternativa. Il Movimento continua a soffrire di un’identità incerta: da protesta a partner di governo, e ora di nuovo a forza di opposizione incompleta.

La crescita appare più un rimbalzo che una ricostruzione: voti di pancia, elettori delusi che guardano a chi promette discontinuità, ma senza trovare nel M5S una proposta chiara e duratura.

Se la strategia resta quella di rincorrere l’emotività anziché costruire programmi concreti, il guadagno rimarrà effimero.

Avs, una crescita che non c'è

Avs registra un misero incremento: l’onda verde non si materializza. È sempre lo stesso limite: ottimi argomenti, scarso appeal elettorale.

Temi come ambiente e giustizia sociale sono cruciali, ma parlare solo alla base non basta: bisogna conquistare il centro, parlare a chi è indeciso e tradurre le battaglie in proposte praticabili. I segnali che tuttavia si registrano, nel voto locale, appaiono incoraggianti.

Questo sondaggio è un campanello d’allarme: l’opposizione non può limitarsi a criticare. Deve inventare, unificare e parlare la lingua di chi vive i problemi ogni giorno.

Senza trasformare i numeri in progetto politico, il voto continuerà a premiare chi ha saputo costruire un racconto chiaro e convincente.

E le altre forze politiche? Il sondaggio è impietoso anche con chi avrebbe dovuto completare il “campo largo” al centro.

Azione - ormai fuori dal "circuito" del centrosinistra - cresce di mezzo punto, ma resta inchiodata al 3,4%, mentre Italia Viva non decolla e scivola addirittura all’1,8%.

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