Le recenti elezioni nelle Marche, con la netta vittoria di Francesco Acquaroli su Matteo Ricci, hanno fornito indicazioni importanti, ma non definitive, sul clima politico che caratterizzerà le prossime tornate regionali in Campania, Veneto, Puglia e Toscana.
La coalizione di centrodestra, trainata da Fratelli d’Italia, può vantare un piccolo vantaggio, ma è prematuro parlare di trionfo, mentre il centrosinistra appare costretto a consolidare le alleanze interne per evitare di perdere terreno.
Le urne autunnali rappresentano un banco di prova fondamentale, e le Marche non cancellano i ritardi e le incertezze che permangono altrove. E in questi tre casi? Si tornerà a parlare di "campo largo solido" e di "centrodestra in crisi"? Non resta che attendere novembre.
In Campania, il 23 e 24 novembre, si voterà per eleggere il successore del governatore Pd Vincenzo De Luca, giunto al termine dei mandati.
Il centrosinistra ha scelto Roberto Fico, esponente del M5S ed ex presidente della Camera, come candidato unitario, ma le tensioni tra le varie anime progressiste restano evidenti.
Il centrodestra, invece, è ancora in alto mare nella scelta del proprio leader, con nomi come Edmondo Cirielli tra i più papabili.
La vittoria nelle Marche potrebbe illudere Fratelli d’Italia, ma replicare l’exploit di Acquaroli in Campania, dove le incertezze locali pesano, sarà tutt’altro che automatico.
Anche Veneto e Puglia andranno alle urne il 23 e 24 novembre. In Veneto, la Lega rivendica la propria candidatura, ma Fratelli d’Italia ambisce a rafforzare la leadership.
Tra i possibili nomi ci sono Alberto Stefani per la Lega e Luca De Carlo per FdI. Il centrosinistra schiera Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso.
In Puglia, Antonio Decaro rappresenta l’unità del centrosinistra, mentre il centrodestra stenta a trovare un candidato condiviso, con ipotesi da Marcello Gemmato a Francesco Paolo Sisto o Mauro D’Attis.
I risultati marchigiani rischiano di ingannare il centrodestra: il vantaggio è netto solo sulla carta, mentre le trattative interne restano lente e complesse.
La Toscana voterà il 12 e 13 ottobre. Eugenio Giani, sostenuto da Pd, M5S e Avs, cerca la riconferma contro il centrodestra di Alessandro Tommasi e la sinistra di Alessandra Bundu con Toscana Rossa.
Tradizionalmente governata dal centrosinistra, la regione sembra meno esposta a sorprese, ma scandali interni a Fratelli d’Italia, come quello di Prato, potrebbero ridurre il potenziale elettorale del partito.
Qui, come in Campania e Puglia, il centrodestra deve fare i conti con ritardi e divisioni che rischiano di vanificare ogni entusiasmo post-Marche.
In sintesi, la tornata elettorale autunnale sarà un vero test per le forze politiche italiane. Le Marche hanno mostrato un rafforzamento di Fratelli d’Italia, ma non giustificano esultanze premature: le alleanze e le candidature nelle regioni ancora in attesa del voto saranno decisive.
Campania, Veneto, Puglia e Toscana devono fare i conti con dinamiche locali e scandali, e il centrodestra non può dare nulla per scontato.
C'è però un dato quasi certo: in almeno tre Regioni, la maggioranza subirà una battuta d'arresto.