L’ultima grande testata giornalistica, in ordine di tempo, che ha voluto realizzare un’inchiesta sul fenomeno mondiale delle
università telematiche risponde al nome del
Journal. Dopo uno studio attento e dettagliato
dell’insegnamento e-learning, dalla sua nascita alla sua evoluzione, sia in Italia che in Europa, ad attirare l’attenzione è stata la grande diffusione che la
telematicità sta avendo soprattutto negli Stati Uniti.
Qui non si parla infatti di università telematiche ma di
MOOC, acronimo dei termini inglesi
Massive Open Online Course. Tradotto in parole povere, e non in senso letterale, la voglia da parte del mondo
dell’istruzione universitaria di aprirsi alle nuove sfide proposte dal web creando tutta una serie di corsi che possono essere fruiti direttamente sul web e non per forza in aula come avviene per le lezioni tradizionali.
Come si può? Attraverso specifiche
piattaforme che si occupano di mettere in contatto l’offerta, ovvero i corsi, con la domanda, ovvero i possibili studenti: la
piattaforma che conta ad oggi il maggior numero di utenti si chiama
Coursera, che annovera tra i suoi avventori abituali circa 3 milioni di utenti, ovvero quasi il triplo degli studenti della Sapienza e che, invece di affollare fino all’implosione un ateneo fisico, fruiscono comodamente delle potenzialità dell’
e-learning da ogni anno del mondo, potendo assistere a quasi 400 corsi offerti a loro volta da circa
70 università sparse in quasi 20 Paesi.
Un’altra
piattaforma di accesso ai contenuti del
MOOC è
edX dietro la quale si trovano
Harvard, la più rinomata università americana, ed il
MIT, il principale centro di
ricerca tecnologica al mondo. Nel caso dell’edX l’obiettivo della piattaforma non è tanto quella di erogare corsi a distanza quanto invece quello di chiamare a raccolta tutti i migliori professori al mondo creando così un centro di eccellenza virtuale per l’insegnamento.
Quello che giunge dall’America è dunque un vento di
rivoluzione culturale accolto con grande entusiasmo mentre all’interno dei nostri confini, istituzioni che tentano di intraprendere un percorso analogo sono spesso trattate alla stregua di furbetti da strapazzo che provano ad accorciare o semplificare il cammino che uno studente può intraprendere nel momento in cui decide di dar seguito alla sua ambizione di conseguire una laurea.