Oggi in Parlamento sono state votate le mozioni sul piano di pace USA per Gaza. Il centrodestra come sempre si è dimostrato granitico, compatto ogni volta che occorre votare.
L'opposizione di centrosinistra, invece, ha dato ancora una volta prova di essere unita solo a parole ma, quando si arriva ai fatti, si divide in piccoli pezzi.
È quello che è accaduto anche questa mattina nell'aula di Montecitorio, dopo l'informativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani, quando si è arrivati al momento di votare le mozioni presentate dai partiti su Gaza e sul piano di pace statunitense.
Qualcuno si è sfilato dall'Alleanza (IV e +Europa) votando con il governo, anteponendo la necessità di lavorare per la pace alla battaglia ideologica. Pd, AVS e M5S si sono astenuti.
Qualche deputato (i cosiddetti riformisti), tuttavia, si è sfilato anche dal Pd, decidendo di votare in senso contrario alle direttive della segreteria.
La Camera dei Deputati è stata oggi – giovedì 2 ottobre 2025 – teatro di un doppio psicodramma: quello dell'alleanza progressista unita solo quando si tratta di andare contro il Governo, e quello tutto interno al Partito Democratico, dove la resa dei conti ormai è solo questione di tempo.
Sono state in totale quattro le mozioni presentate oggi alla Camera sulla guerra in Medio Oriente e sul piano di pace Usa per Gaza.
La maggioranza di centrodestra ha presentato due mozioni: la prima insieme ad Azione di Calenda, sul piano di pace di Trump; la seconda sul riconoscimento 'condizionato' dello Stato di Palestina.
Per l'opposizione è stata bocciata la mozione di PD-M5S-AVS, mentre è stata approvata quella di +Europa che aveva avuto parere favorevole del governo.
È sulla prima mozione del governo e su quella del partito di Riccardo Magi che si sono verificate le spaccature.
Il documento del governo e di Azione sul piano di pace è passato con i voti favorevoli di +Europa e Italia Viva. I tre partiti del campo largo si sono astenuti. Non è passata, invece, la mozione sullo Stato di Palestina che, invece, ha avuto il voto contrario delle opposizioni.
Approvata in parte anche la mozione presentata da +Europa che ha avuto il parere favorevole del governo, grazie al voto di quattro deputati del Pd che hanno votato contro l'indicazione del partito che era per l'astensione.
La mozione di maggioranza è stata approvata senza nessun voto contrario. L'opposizione di centrosinistra, infatti, ha deciso di astenersi. Una scelta commentata positivamente dalla maggioranza.
Ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine delle Comunicazioni in Aula.
Solidità che tuttavia non si è vista nel centrosinistra che anche questa volta si è divisa sulle questioni di politica estera. Pd, M5S e AVS hanno scelto di astenersi, mentre Italia Viva di Renzi e +Europa hanno votato a favore di una mozione firmata anche da Carlo Calenda.
Nei momenti difficili serve il coraggio del buon senso. Oggi in Aula la politica italiana rischia di dividersi per l’ennesima volta sulla politica estera. Noi pensiamo che ci siano molti punti di unione: la condanna della violenza, la liberazione degli ostaggi, il diritto…
— Matteo Renzi (@matteorenzi) October 2, 2025
Sfumature? Sì, dell'incapacità del centrosinistra di trovare una linea comune su tematiche fondamentali come sicurezza e politica estera.
Difficoltà che una coalizione che aspira a guidare il Paese a partire dal 2027 davvero non può permettersi.
Oggi il voto della Camera ha evidenziato un'altra divisione tutta interna al partito democratico.
Secondo quanto riferito da fonti di +Europa, cinque deputati del Pd hanno votato a favore della risoluzione di Più Europa, passata in parte dopo il parere favorevole del governo.
I dem che hanno votato a favore, a differenza del resto del gruppo che si è invece astenuto, sono Quartapelle, Madia, Guerini, Merola e Tabacci. Una fronda riconducibile alla cosiddetta corrente riformista, la cui esponente più in vista è l'europarlamentare Pina Picierno.
Picierno, questa mattina, è intervenuta alla trasmissione di La7, “L'Aria che Tira” e rispondendo a una domanda su quanto stava accadendo in Parlamento aveva dichiarato: