02 Oct, 2025 - 18:47

Terza guerra mondiale, Orban contro i piani di Ursula: l’Ungheria è la salvezza dell’Europa?

Terza guerra mondiale, Orban contro i piani di Ursula: l’Ungheria è la salvezza dell’Europa?

Il vertice europeo di Copenhagen dell’1 ottobre 2025 ha riacceso il dibattito sulla difesa comune e sul ruolo dell’Unione in un contesto internazionale sempre più instabile. Tra progetti di scudi anti-droni, piani di difesa aerea e discussioni sull’adesione dell’Ucraina all’UE, non sono mancati forti contrasti tra i leader. A emergere con particolare forza è stata la posizione del premier ungherese Viktor Orban, che ha messo in guardia dai rischi di una possibile terza guerra mondiale e ha ribadito la sua linea diplomatica contro l’escalation militare.

Vertice europeo a Copenhagen e la sicurezza del continente

I leader dell'Unione europea si sono incontrati l’1 ottobre 2025 a Copenhagen. L'agenda era ben chiara alla luce delle nuove tensioni nel vecchio continente. Oltre al sostegno all'Ucraina, i leader hanno discusso anche di difesa e tra i progetti più rilevanti spiccano lo scudo europeo contro i droni, quello di difesa aerea e quello spaziale.

La discussione è stata alimentata da diverse segnalazioni di violazioni dello spazio aereo di Polonia, Romania e Estonia. Il messaggio derivato dall’incontro è chiaro: la sicurezza dei paesi al confine orientale equivale alla sicurezza dell’intero continente.

Il sistema anti-drone proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, prevede un apparato “in grado di rilevare, intercettare e, se necessario, neutralizzare rapidamente” i droni nemici. Tuttavia, l’implementazione di tale progetto è ancora lontana.

Nonostante l’attenzione ai temi di difesa, molti osservatori sottolineano che, per ora, si tratta principalmente di discussioni senza risultati concreti. La difesa comune richiede tempo e ciò non è una sorpresa.

La posizione dei principali stati membri

In mezzo alle divisioni tra i paesi membri, emerge un punto di consenso: l’Europa non vuole essere trascinata in una guerra. La deterrenza non deve automaticamente trasformarsi in escalation.

Francia e Germania hanno espresso scetticismo nei confronti di un muro contro i droni, pur rimanendo aperti a soluzioni più sofisticate. Il Ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, aveva già dichiarato al Warsaw Security Forum: “Sì alla difesa con i droni ma non a un muro di droni.”

Il presidente francese, Emmanuel Macron, spinge da tempo per creare un esercito europeo. Nelle condizioni attuali, però, afferma che l’Europa ha bisogno di rafforzare la prevenzione attraverso sistemi di allerta avanzati, la deterrenza e la protezione contro attacchi convenzionali e tecnologici.

La posizione ungherese: Orban tra pace e diplomazia

Oltre alla difesa, i leader hanno discusso dei beni russi congelati per finanziare un prestito a Kiev, nonché dell’accelerazione della candidatura del Paese all’UE. Questa questione ha intensificato le preoccupazioni per un possibile conflitto esteso all’interno del continente.

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, è uno dei leader più critici rispetto all’adesione dell’Ucraina all’UE. Per aggirare il veto di Budapest, si è ipotizzata anche una modifica delle regole da consenso unanime a maggioranza qualificata ma questa soluzione è impopolare tra i leader europei.

Orban ha avvertito che un passo falso potrebbe far scoppiare la terza guerra mondiale. Secondo il premier ungherese, se un attore importante commettesse anche un singolo errore, la situazione potrebbe precipitare fino a provocare un conflitto globale.

Budapest difende quindi il veto all’ingresso dell’Ucraina nell’UE, sostenendo che la sua adesione potrebbe comportare una guerra che coinvolgerebbe tutta l’Europa.

Il premier ungherese si oppone, inoltre, alla crescente retorica di Bruxelles che descrive l’Ucraina come la “prima linea di difesa” dell’Europa. Critica così la strategia dell’Unione e propone un approccio alternativo rispetto ad altri leader europei: invece di rafforzare esclusivamente le capacità militari o il deterrente, suggerisce di privilegiare la diplomazia e il dialogo come strumenti principali per la sicurezza europea.

Il vertice di Copenhagen ha messo in evidenza un’Europa divisa tra chi invoca maggiore deterrenza militare e chi richiama alla prudenza. Se da un lato si discute di rafforzare le capacità difensive, dall’altro cresce la paura che l’allargamento e la pressione militare possano trascinare il continente in una guerra devastante. La sfida per l’UE sarà trovare un equilibrio tra sicurezza e unità politica in un momento storico di grande fragilità.

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