03 Oct, 2025 - 16:00

Pierina Paganelli, due anni dall'omicidio a Rimini: le indagini, le accuse, i dubbi. Tutta la storia

Pierina Paganelli, due anni dall'omicidio a Rimini: le indagini, le accuse, i dubbi. Tutta la storia

Era la sera del 3 ottobre 2023 quando Pierina Paganelli, 78 anni, fu uccisa nel garage del condominio in cui viveva in via del Ciclamino, a Rimini. Stava rientrando dopo aver partecipato a un incontro di preghiera dei Testimoni di Geova, come faceva spesso: il suo assassino la colse di sorpresa e la colpì con 29 coltellate, senza lasciarle scampo. 

Il suo corpo fu scoperto la mattina successiva dalla nuora, Manuela Bianchi, residente nello stesso edificio. A distanza di due anni, l'ex amante della donna (nonché vicino di casa della vittima) Louis Dassilva, 34enne di origini senegalesi, è a processo con l'accusa di omicidio volontario aggravato, nonostante si sia sempre dichiarato innocente.

L'omicidio di Pierina Paganelli a Rimini e i primissimi sospetti

Pierina era adagiata sul pavimento, con la gonna strappata e il body fuori posto. Nonostante ciò, gli inquirenti esclusero fin da subito l'ipotesi di un'aggressione sessuale, concentrando l'attenzione sui condomini di via del Ciclamino. In particolare, su tutte le persone che conoscevano la 78enne e, di conseguenza, le sue abitudini.

Chi aveva colpito l'anziana doveva sapere che sarebbe rientrata proprio a quell'ora e che - diversamente dal solito - non era in compagnia della nipote, che quella sera era rimasta a casa. Inoltre, doveva odiare la vittima. Al punto di colpirla con 29 coltellate. 

Si iniziò a ipotizzare che fosse la stessa che, pochi mesi prima, aveva preso di mira anche il figlio, Giuliano Saponi, investendolo mentre si recava al lavoro in bici. Ipotesi, questa, ancora al vaglio delle autorità.

Le prove contro Louis Dassilva, che continua a dirsi innocente

A diversi mesi di distanza dal delitto, il 6 giugno 2024, fu iscritto nel registro degli indagati per omicidio uno dei vicini di casa di Pierina, Louis Dassilva. Si era infatti scoperto - attraverso intercettazioni e testimonianze - che per diverso tempo l'uomo aveva intrattenuto una relazione extraconiugale con la nuora dell'anziana, Manuela Bianchi.

L'accusa rimane ad oggi la stessa: secondo la Procura, Dassilva avrebbe colpito a morte la 78enne per paura che scoprisse il rapporto che lo legava alla Bianchi e ne parlasse con la moglie, Valeria Bartolucci. A suo carico, diversi indizi, come aveva spiegato l'avvocata Lunedei, che assiste i familiari di Pierina, a Tag24. A partire dalla mancanza di un alibi verificabile.

L'uomo ha sempre dichiarato di aver trascorso la sera del 3 ottobre a guardare un film sul divano. Circostanza confermata dalla moglie, che però, per sua stessa ammissione, a un certo punto si sarebbe spostata in camera da letto (e avrebbe quindi potuto non sentirlo uscire). I suoi legali sostengono che l'assenza di tracce di Dna a lui riconducibili sulla scena del crimine sia prova della sua innocenza. 

Il processo e la famosa prova della cam 3 della farmacia

Di diverso avviso parte civile e Procura, secondo cui invece - per tutta una serie di elementi - il 34enne sarebbe colpevole. A deciderlo saranno i giudici della Corte d'Assisi di Rimini nel processo che si è aperto ufficialmente a suo carico il 15 settembre scorso. La prossima udienza è in programma per il 20 ottobre. In quell'occasione, saranno sciolte le riserve sulle eccezioni presentate dalla difesa, tra cui la contestazione delle aggravanti.

È stata invece smontata dai periti incaricati la prova della cam 3 della vicina farmacia San Martino, ritenuta importante dalla Procura, che aveva riconosciuto - in un filmato delle 22:17 della sera dell'omicidio - l'imputato, mentre tornava a casa dopo essersi disfatto dell'arma (mai ritrovata) e degli abiti. Quel soggetto - secondo gli esperti - avrebbe un'altezza incompatibile con quella di Dassilva. 

Le dichiarazioni di Valeria Bartolucci a "Ore 14" su Rai 2 - 11 settembre 2025.

Oltre il processo: il ruolo di Manuela Bianchi e del fratello Loris

Restano dubbi sul ruolo che Manuela potrebbe aver avuto nella vicenda. Lo scorso marzo, la Procura ha notificato ai legali della donna la contestazione del reato di favoreggiamento, ipotizzando che nei minuti immediatamente successivi al ritrovamento del corpo, abbia avuto contatti con l'imputato, per poi tacere sulla verità, ostacolando le indagini. 

Ascoltata a lungo in fase di incidente probatorio, Bianchi ha poi puntato il dito contro l'ex amante, sostenendo che - quel giorno - fu lui a dirle come comportarsi. Il fatto che - come il fratello, Loris (mai indagato, ma attenzionato) - abbia rilasciato dichiarazioni contraddittorie, in questi mesi ha alimentato i sospetti dell'opinione pubblica, che in molti casi non le crede. Lei, dal suo canto, si è sempre detta estranea. Non è escluso che potrebbero esserci sviluppi. 

LEGGI ANCHE