Ieri l’Italia si è messa in cammino. Da Milano a Napoli, da Torino a Palermo, migliaia di persone hanno riempito le piazze con bandiere palestinesi, cartelli e cori: un’urgenza collettiva che ha trasformato il dolore in presenza.
Quelle piazze hanno preparato il terreno per ciò che vediamo oggi a Roma: una manifestazione nazionale che vuole essere visibile, forte e chiara sul significato di solidarietà.
Oggi Roma è attraversata da un fiume di persone. Il concentramento è previsto a piazzale Ostiense, davanti a Porta San Paolo, alle 14.30, e da lì il corteo si snoda verso piazza San Giovanni in Laterano attraversando viale della Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, le vie Celio Vibenna, piazza del Colosseo, via Labicana e via Merulana.
Cammini, bandiere e voci che si intrecciano, pellegrinaggi urbani di chi arriva da regioni diverse per dire la stessa cosa: che la crisi umanitaria non può restare silente.
Le facce che incontri sono varie — ragazzi con zaini, persone anziane con la sciarpa, famiglie — e tutte portano con sé la stessa intenzione: farsi vedere e farsi sentire insieme.
Per permettere al corteo di scorrere, molte arterie della città sono state chiuse fino a sera: piazzale Ostiense, viale della Piramide Cestia tra piazzale Albania e Porta San Paolo, via del Campo Boario tra Porta San Paolo e piazza Bottego, piazza San Giovanni in Laterano, via Amba Aradam, piazza di Porta San Giovanni, via Fontana, via Carlo Felice, via Emanuele Filiberto, viale Marco Polo e viale delle Cave Ardeatine sono solo alcuni dei punti bloccati temporaneamente.
Di conseguenza numerose linee di autobus vengono deviate e chi normalmente usa il mezzo pubblico oggi deve tenere conto dei cambiamenti: sono interessate le linee C3, 3, 16, 23, 30, 51, 75, 77, 81, 83, 85, 87, 96, 117, 118, 160, 280, 360, 590, 628, 714, 715, 716, 719, 769, 775, 780, 792, MC e MC3; inoltre alcune stazioni metro potrebbero chiudere temporaneamente per motivi di sicurezza e deflusso, in particolare Piramide sulla linea B e San Giovanni sulle linee A e C, con possibili chiusure anche a Circo Massimo e Colosseo sulla linea B.
Se oggi dovete muovervi in città, organizzatevi per tempo: la mattina è stata di preparazione, il pomeriggio diventa spazio di passaggio e sera di deflusso.
La manifestazione di oggi è il punto più visibile di una mobilitazione che ieri ha percorso l’Italia. Non è soltanto protesta: è presenza collettiva, scelta di stare insieme per rendere visibile una richiesta di rispetto dei diritti e di cessate il fuoco.
Camminare insieme vuol dire anche misurare i propri spazi e rispettare quelli degli altri: conoscerne i percorsi, accettare le deviazioni dei mezzi, evitare zone off-limits.
Le bandiere sventolano, i cori si rincorrono tra i palazzi, e la tensione civile s’incrocia con la cura pratica di chi organizza e di chi partecipa.
Oggi Roma parla attraverso il passo di chi marcia; domani resteranno le immagini, le storie e la domanda che molti si portano dietro: come trasformare questa attenzione in risposte concrete?