Le strade del centro di Roma hanno respirato oggi un’energia diversa. Fin dal primo pomeriggio, la città si è popolata di persone arrivate da ogni parte d’Italia per partecipare a una manifestazione a sostegno della Palestina.
Secondo gli organizzatori, i partecipanti sarebbero stati circa un milione. Un numero difficile da verificare, ma sufficiente a capire la portata della mobilitazione: fiumi di bandiere, striscioni colorati, tamburi che battevano a ritmo costante, cori che rimbalzavano tra i palazzi.
La manifestazione segue altre iniziative recenti, come quella del 22 settembre e lo sciopero generale del 3 ottobre contro l’abbordaggio della Global Sumud Flotilla.
Il corteo è partito intorno alle 15 da Porta San Paolo, vicino alla fermata della metro Piramide. Già ore prima la piazza era piena: persone che si muovevano lentamente, cercando di sistemarsi, altri che scambiavano sorrisi o commenti ad alta voce.
In testa al corteo, una bandiera palestinese lunga decine di metri è stata sollevata a braccia da decine di partecipanti, accompagnata da cori, tamburi, megafoni e qualche fischio improvviso. Il percorso ha attraversato il Circo Massimo, via dei Cerchi, il Colosseo e via Merulana, fino a piazza San Giovanni.
Lungo il percorso, manifestanti e passanti si incrociavano con sguardi e applausi spontanei. C’era chi filmava con il telefono, chi fotografava, chi semplicemente guardava.
La testa del corteo è arrivata a San Giovanni mentre la coda era ancora a Porta San Paolo: tre chilometri di persone che avanzavano lentamente, fianco a fianco.
Per motivi di sicurezza sono state chiuse le stazioni della metro e deviate alcune linee di autobus. Ma la marcia continuava senza sosta, con un ritmo costante, interrotto solo dai cori e dai tamburi che segnavano il passo del corteo.
Per gran parte del pomeriggio la manifestazione è rimasta pacifica. Solo intorno alle 19, in piazza dell’Esquilino, dietro la basilica di Santa Maria Maggiore, alcuni manifestanti si sono staccati dal corteo principale.
Hanno lanciato fumogeni e bottiglie verso la polizia, che ha risposto con lacrimogeni e idranti. Un ragazzo è svenuto ed è stato portato via in ambulanza. Secondo quanto riportato dall’ANSA, circa 200 persone sono state identificate.
La sicurezza era garantita da oltre duemila agenti tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale. Anche la Digos ha monitorato la situazione in borghese. In pochi minuti, però, la tensione è rientrata e la marcia ha ripreso il suo corso, con lo stesso flusso compatto di persone che avevano occupato le strade per ore.
Alla manifestazione hanno partecipato anche esponenti politici italiani, tra cui il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti, la parlamentare europea dei Verdi Benedetta Scuderi e i deputati del Partito Democratico Arturo Scotto e Annalisa Corrado.
Tutti erano rientrati da poco in Italia dopo essere stati arrestati durante la missione della Global Sumud Flotilla.
Negli ultimi giorni altre città italiane hanno ospitato manifestazioni simili, ma quella di Roma ha avuto dimensioni eccezionali. Per ore, le strade del centro sono state percorse da un flusso costante di persone: applausi, cori, tamburi, qualche risata, passi lenti e accelerazioni improvvise quando il corteo doveva superare incroci affollati.
Alcuni manifestanti si scambiavano cartelli, altri aiutavano i bambini a vedere la bandiera in testa al corteo. Quando la marcia si è conclusa a piazza San Giovanni, restavano bandiere arrotolate, cartelli abbandonati e bottiglie vuote, ma anche la sensazione palpabile di aver partecipato a qualcosa di grande.
Roma oggi ha parlato con una sola voce: quella di un milione di persone che camminano insieme, passo dopo passo.