La vittoria del centrodestra in Calabria è netta, con Roberto Occhiuto avviato alla riconferma e un distacco di circa venti punti sullo sfidante Pasquale Tridico, mentre l’affluenza definitiva si ferma al 43,14%, in calo rispetto al 2021 e tra le più basse nel panorama regionale recente.
Le proiezioni e gli exit poll di più istituti hanno collocato Occhiuto nell’area 58–62% e Tridico intorno al 36–41%, mentre le cronache di serata hanno registrato le congratulazioni anticipate e il clima di festa nel quartier generale del governatore uscente.
Nel racconto post‑voto i leader del centrodestra hanno parlato di successo del “buon governo” e di conferma della coalizione, con l’ulteriore elemento politico di Forza Italia accreditata come primo partito davanti a Pd e Fratelli d’Italia nelle prime stime di alcuni media.
L’analisi dei risultati mette in luce un quadro consolidato per il centrodestra, dove la coalizione ha confermato la propria capacità di mobilitazione e di consenso, mentre l’affluenza, che continua a rappresentare il vero convitato di pietra della competizione, evidenzia una partecipazione debole, simile a quella di altre tornate elettorali recenti.
Dalle prime immagini dello spoglio è emerso un margine largo a favore di Occhiuto: quando i seggi erano stati aperti da poco allo scrutinio, le proiezioni lo assegnavano stabilmente fra il 58% e il 62%, con Tridico sotto il 41%, e con il terzo candidato Francesco Toscano stimato ampiamente sotto il 2% secondo aggiornamenti in diretta di più testate.
La dinamica ha riprodotto quanto indicato subito dagli exit poll: Opinio per Rai e Swg per La7 hanno fornito forchette sovrapponibili, consolidando l’idea di una riconferma senza suspense per il presidente uscente e di un vantaggio nell’ordine di diversi punti rispetto al 2021, quando Occhiuto si era fermato al 54,46% nel dato storico ricordato dai quotidiani.
Nel quartier generale di Gizzeria, i racconti hanno registrato l’arrivo del segretario di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani, che definiva il risultato “un grande successo” del presidente e del partito, mentre si chiedeva prudenza in attesa dei dati definitivi, a conferma di un quadro politico orientato in maniera chiara già in prime serate.
Le prime reazioni hanno sottolineato la centralità di Occhiuto all’interno del centrodestra calabrese, la capacità di attrarre consenso anche in territori tradizionalmente meno favorevoli e il ruolo di leadership politica e simbolica esercitato dalla coalizione uscente.
La gestione della campagna elettorale, caratterizzata da momenti di forte visibilità mediatica e contatti diretti con i cittadini, ha contribuito a rafforzare la percezione di stabilità e continuità amministrativa.
Sul piano civico, la cifra che colpisce è la partecipazione: l’affluenza finale si attesta al 43,14%, in calo rispetto al 44,3% registrato nel 2021 alla stessa rilevazione, e sostanzialmente in linea con una tendenza di lungo periodo che vede la Calabria tra le regioni con minore coinvolgimento alle urne.
I dati diffusi nel pomeriggio di chiusura seggi hanno confermato il trend: poco più di quattro elettori su dieci si sono recati al voto, con un quadro che, secondo cronache territoriali, oscilla tra il 39% e il 46% nelle province, a segnalare una geografia dell’astensione che penalizza in particolare alcune aree.
Le ricostruzioni giornalistiche sottolineano cause molteplici: un timing elettorale anticipato di un anno, conseguenza delle dimissioni di luglio del presidente, che ha compresso i tempi della campagna, e una disaffezione sedimentata rispetto all’efficacia dell’istituzione regionale nel rispondere a bisogni percepiti.
Gli osservatori politici hanno evidenziato come l’astensione non solo limiti il confronto tra poli diversi, ma contribuisca anche a consolidare i bacini di consenso già esistenti, favorendo i candidati con una base stabile e riducendo la possibilità di sorprese elettorali.
Nel dettaglio, i rilevamenti parziali hanno mostrato una progressione lenta: 7,7% alle 12, 23,17% alle 19 e 29,08% alle 23 di domenica, segnali di una mobilitazione mai realmente esplosa, confermando il quadro di disaffezione e il ruolo decisivo dell’astensione nel determinare i risultati.
In controluce, si tratta di un fenomeno coerente con i confronti nazionali più recenti: testate e centri di analisi hanno ricordato come la Calabria si collochi stabilmente nel gruppo di regioni con minore partecipazione, un fattore che condiziona tanto l’agenda post‑voto quanto le strategie dei partiti in vista delle prossime tornate amministrative.