07 Oct, 2025 - 15:26

Omicidio Cinzia Pinna, cos'è successo al killer Emanuele Ragnedda? Ricoverato in ospedale a Sassari

Omicidio Cinzia Pinna, cos'è successo al killer Emanuele Ragnedda? Ricoverato in ospedale a Sassari

È stato ricoverato d'urgenza all'ospedale Santissima Annunziata di Sassari Emanuele Ragnedda, il 41enne di Arzachena che ha confessato di aver ucciso Cinzia Pinna, scomparsa da Palau lo scorso settembre. Ecco cosa è successo.

Il tentato suicidio in cella, poi il ricovero in psichiatria

Secondo quanto trapelato da ambienti penitenziari, nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 ottobre Ragnedda avrebbe cercato di impiccarsi utilizzando delle lenzuola. A dare l'allarme, un altro detenuto, dopo aver sentito degli strani rumori provenire dalla sua cella nel carcere di Bancali.

Quando gli agenti sono intervenuti, il 41enne era privo di sensi - con diverse escoriazioni sul collo - ma vivo. Hanno quindi avvisato i soccorritori del 118, che - dopo avergli praticato le prime manovre di rianimazione sul posto - lo hanno trasferito d'urgenza al pronto soccorso del Santissima Annunziata.

I medici hanno stabilito che le sue condizioni non sono gravi. Ma hanno comunque preferito disporne il ricovero in psichiatria per scongiurare il rischio di ulteriori gesti autolesionistici. Nessun commento, per ora, è arrivato da parte del suo avvocato Luca Montella, che proprio stamattina avrebbe dovuto incontrarlo.

"Sto andando a parlargli di persona", avrebbe detto ai giornalisti, senza fare in alcun modo riferimento al tentato suicidio. La direzione della casa circondariale avrebbe già avviato delle verifiche interne per accertare la dinamica dei fatti e il corretto intervento del personale di sorveglianza. 

Le indagini sull'omicidio: nuovi rilievi del Ris a ConcaEntosa

Procedono intanto le indagini sull'omicidio di Cinzia Pinna, avvenuto tra l'11 e il 12 settembre nella tenuta di ConcaEntosa di proprietà di Ragnedda, tra Palau e Arzachena. 

Dopo la confessione dell'imprenditore - che ha permesso agli inquirenti di ritrovare il corpo della donna - i carabinieri del Ris hanno eseguito diversi sopralluoghi nella sua abitazione.

Ma dovranno tornarci ancora, per effettuare nuovi rilievi utili a ricostruire le varie fasi del delitto. Secondo quanto emerso finora, il 41enne avrebbe sparato alla vittima all'interno del casolare, forse al culmine di una lite.

Poi si sarebbe occupato di occultare il cadavere, pensando inizialmente di gettarlo in mare, per poi seppellirlo in un terreno della tenuta. Dodici giorni dopo, è stato fermato mentre provava a fuggire.

Il sospetto di chi indaga è che più persone lo abbiano aiutato a ripulire la scena del crimine e a far sparire alcuni oggetti riconducibili a Cinzia, tra cui il suo telefono.

Due, al momento, gli indagati: un 26enne di origini lombarde e una donna, amica di Ragnedda, originaria di San Pantaleo. Entrambi sono accusati di favoreggiamento personale.

Le dichiarazioni dei familiari dell'imprenditore vitivinicolo

A distanza di pochi giorni dal suo arresto, sia la madre che il padre di Ragnedda hanno parlato pubblicamente del caso. Mario Ragnedda ha scelto le telecamere del programma "La Vita in Diretta" per difendere il figlio. "Emanuele non è la persona che viene dipinta. È buono, generoso, altruista", ha detto. E ancora: 

virgolette
Una notte ha dato un passaggio a una ragazza che aveva bevuto, poi ha saputo che non aveva un alloggio. Quello che è accaduto lo sappiamo già. Lui afferma, e devo credergli, che ha avuto paura per la propria vita, ha dovuto decidere se vivere o morire.

Questo perché, secondo la versione dell'imprenditore, Cinzia lo avrebbe aggredito ("Mi voleva tagliare la lingua con un coltello", ha raccontato durante l'interrogatorio).

Dichiarazioni, quelle del padre del 41enne, che contrastano apertamente con quelle della madre, Nicolina Ghiagheddu, che nei giorni precedenti si era espressa con grande durezza: "Se ha fatto questo, merita l'inferno".

Si sono tenuti, intanto, nella cattedrale di Sant’Antonio Abate di Castelsardo i funerali della 33enne. L'intera comunità si è stretta attorno ai familiari, che attendono ora giustizia. 

In alto, il servizio mandato in onda ieri, 6 ottobre 2025, dalla trasmissione Rai "Ore 14". 

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