Oggi il Parlamento Europeo, per un solo voto di scarto, ha confermato l'immunità a Ilaria Salis.
L'europarlamentare italiana non sarà più processata in Ungheria per la presunta aggressione avvenuta durante la manifestazione della "Giornata dell'Onore" nel febbraio del 2023 a Budapest. La sua posizione sarà stralciata dal processo in corso nella capitale magiara.
Con il suo voto, l'Aula di Strasburgo ha messo una pietra tombale sulle speranze del governo ungherese di riaprire la vicenda giudiziaria.
Una votazione rimasta in bilico fino all’ultimo minuto, il cui esito sarebbe stato determinato dalla richiesta di voto segreto — una mossa decisiva che avrebbe permesso a una parte del centrodestra europeo di agire nell’ombra, salvando l’eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra e affossando la linea di Budapest.
È questa, almeno, la lettura dei partiti del centrodestra italiano ed europeo, dove è subito partita la caccia ai “traditori”: quei colleghi che, nel segreto dell’urna, avrebbero votato contro le indicazioni ufficiali dei propri gruppi parlamentari.
Un esito clamoroso che ha scatenato soprattutto l’ira degli esponenti italiani della maggioranza, che ora puntano il dito contro il meccanismo del voto segreto e i presunti "traditori" interni.
Nel mirino anche alcune assenze sospette: eurodeputati che si sarebbero defilati all’ultimo momento o avrebbero scelto consapevolmente di non partecipare alla votazione, lasciando che l’esito si giocasse sul filo del rasoio: 306 voti contrari contro 305 favorevoli.
I numeri parlano chiaro: nei gruppi del centrodestra europeo i conti non tornano e mancherebbero all'appello qualche decina di voti. Se Patrioti, Ppe e Ecr e destre europee avessero votato compatte, la richiesta dell'Ungheria sarebbe stata quasi certamente approvata e l'immunità sarebbe stata revocata.
Impossibile sapere chi ha votato cosa ma, stando alle dichiarazioni ufficiali rilasciate prima del voto, la squadra degli europarlamentari italiani di centrodestra dovrebbe aver votato tutti a favore della revoca dell'immunità a Ilaria Salis.
Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega hanno in più di un'occasione ribadito il voto favorevole alla richiesta dell'Ungheria.
A sollevare le accuse più dure sull'esito finale della votazione è Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega raggiunta da Tag24.it:
Ha affermato Ceccardi che poi ha accusato:
Parole che aprono a una vera e propria caccia ai franchi tiratori, in particolare tra le fila del PPE, il gruppo di appartenenza di diversi esponenti italiani.
Tuttavia, il leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, smorza i toni, pur confermando la linea dura del partito:
Ha dichiarato il vicepremier.
Forza Italia fa parte del Ppe e Tajani aveva confermato la linea del gruppo, ribadendo l'intenzione degli europarlamentari di Forza Italia di non sostenere la nostra connazionale.
Durissimo è anche il commento di Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d'Italia e co-presidente del gruppo dei Conservatori (ECR).
Procaccini denuncia quanto accaduto come un grave segnale politico:
Ha dichiarato a Tag24.it. L'esponente di Fratelli d'Italia ha poi sottolineato anche lui come la votazione era fortemente in bilico, poiché si giocava su uno scarto di pochissimi voti.
Ha concluso.
Diametralmente opposta, naturalmente, la reazione del centrosinistra. Il deputato di AVS, lo stesso partito di Ilaria Salis, Marco Grimaldi ha dichiarato che dietro la vicenda dell'attivista italiana "c'era una persecuzione politica".
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha detto che è un'ottima notizia perché “non si consegna a una giustizia illiberale come quella ungherese una persona. È una notizia che dovrebbe far piacere a tutti i garantisti qualsiasi sia l'orientamento politico”.