Questa volta non si è parlato di pasticcini della nonna come qualche giorno fa a “Domenica In”, ma l’intervista di Giorgia Meloni a “Porta a Porta”, andata in onda ieri sera - martedì 7 ottobre 2025 – su RaiUno sta generando ugualmente aspre polemiche e sollevando dure critiche.
In molti hanno osservato come la premier italiana abbia scelto ancora una volta un salotto amico – questa volta dell’informazione pubblica – per portare avanti il suo racconto senza contraddittorio.
Sui social i commenti sono stati impietosi: per tanti l’ospitata di ieri sera da Bruno Vespa si è trasformata nell’ennesimo comizio. La presidente del Consiglio ha potuto esporre la propria versione dei fatti – come giusto – criticare i propri avversari politici e portare avanti la propria linea.
E intanto c'è chi si chiede: dove sono finite le domande vere? Quelle che i cittadini, soprattutto quelli che non votano Fratelli d’Italia, vorrebbero sentire?
È naturalmente un’esasperazione della questione, dal momento che le domande sono state poste e la valutazione dell’incisività del contraddittorio rientra nell’ambito dell’opinione personale.
Ecco, allora, cosa è accaduto ieri durante l’intervista di Giorgia Meloni a di Porta a Porta e perché sta suscitando tante polemiche.
L’intervista di Giorgia Meloni a Porta a Porta da Bruno Vespa sta suscitando molte critiche. In molti osservano che nel corso dell’intervista non vi sia stato un reale contraddittorio e che la premier abbia potuto esporre le sue tesi senza interruzioni o domande, proprio come succede durante i comizi politici.
Ieri sera, tuttavia, il palco non era quello di una piazza, bensì quello della rete ammiraglia del servizio pubblico.
Vi ripropongo la mia intervista da Bruno Vespa a Porta a Porta. Buona giornata. https://t.co/kwcWK2xL3R
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) October 8, 2025
Non è la prima volta che la partecipazione di Giorgia Meloni a un talk show politico diventa motivo di critiche e polemiche soprattutto da parte del centrosinistra che accusa la premier di continuare a rifugiarsi solo nei programmi “amici”, evitando da mesi le conferenze stampa.
Nell’ultimo anno, ad esempio, la presidente del Consiglio si è lasciata intervistare da Bruno Vespa, da Nicola Porro a “Quarta Repubblica” e ha partecipato a “Diritto e Rovescio” con Paolo Del Debbio.
Accuse che sono arrivate anche ieri. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, citato da Meloni per una presunta amnesia sul blocco navale di Gaza. Ha replicato con i mezzi a sua disposizione: i social.
La premier ha detto che il leader M5S si sarebbe ricordato del blocco di Israele – in vigore dal 2009 – solo quando è esplosa la vicenda della Flotilla.
Conte ha replicato: “Lei non si è accorta che sono due anni che c'è un genocidio in corso a Gaza?”
Ho letto che Meloni mi attacca da Bruno Vespa. Avrei qualche domanda da farle pic.twitter.com/6Lx4OpNU0V
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) October 7, 2025
È vero che Giorgia Meloni partecipa molto meno rispetto ai suoi predecessori a conferenze stampa aperte e a confronti con la stampa? I dati supporterebbero questa critica.
Nel 2023 ha tenuto circa 16 conferenze stampa, scese a 4 nel 2024, con una media complessiva inferiore rispetto a Draghi, Conte, Renzi, Gentiloni e Letta, che tenevano conferenze più frequenti e rispondevano più spesso alle domande dei giornalisti.
Meloni spesso viene accusata soprattutto dall’opposizione di manifestare insofferenza per le domande difficili, e preferisce interventi in trasmissioni considerate "amiche", dove è stata accusata dall’opposizione di fare spot elettorali e di evitare confronti critici.
In un recente fuorionda con il presidente USA, Donald Trump, era stata la stessa Meloni ad ammettere di non voler “mai parlare con la stampa” e che secondo lei è “meglio non prendere domande”.
L’intervista di ieri sera di Giorgia Meloni a Porta a Porta ha quindi riacceso le polemiche sull’atteggiamento della presidente del Consiglio rispetto al confronto pubblico e al contraddittorio giornalistico.
Le critiche, tuttavia, non riguardano solo l’intervista in sé, ma un atteggiamento più ampio: la tendenza della premier a scegliere spazi televisivi considerati "amici", evitando da mesi conferenze stampa aperte. Il caso di Porta a Porta si inserisce quindi in un quadro più ampio.