08 Oct, 2025 - 13:00

Ospedali italiani pronti alla Terza Guerra Mondiale? Il piano "segreto" in caso di attacco militare

Ospedali italiani pronti alla Terza Guerra Mondiale? Il piano "segreto" in caso di attacco militare

Ospedali, feriti, truppe in arrivo. Cosa succede se l’Europa entra in guerra e l’Italia viene attaccata? Una domanda che fino a poco tempo fa sembrava fantapolitica, ma che oggi – con l’inasprirsi delle tensioni tra Russia e NATO –inizia a diventare pressante.

Il governo italiano starebbe correndo ai ripari con un piano sanitario riservato, studiato per rispondere a uno scenario estremo: un conflitto militare su larga scala, in cui anche il nostro Paese potrebbe essere direttamente coinvolto.

Il governo italiano, infatti, avrebbe già attivato un tavolo tecnico presso il Ministero della Salute con l’obiettivo di elaborare un piano sanitario nazionale per scenari di crisi militari. Secondo quanto riportato da "Il Sole 24 Ore", il tavolo si sarebbe già riunito due volte nelle ultime settimane.

In linea con le strategie adottate da Francia e Germania, anche a Palazzo Chigi si starebbe lavorando per la messa a punto di una strategia di “resilienza” sanitaria per non lasciare il Paese impreparato ad affrontare l'eventuale scoppio di una Terza Guerra Mondiale.

Tuttavia, i dettagli completi del piano sanitario non sono stati resi pubblici dal governo o comunque non divulgati ufficialmente, nel tentativo – probabilmente - di evitare allarmismi tra la popolazione.

L’Italia si prepara al peggio: il piano per gli ospedali in caso di Terza Guerra Mondiale

Le crescenti tensioni tra Russia e NATO nei cieli baltici stanno mettendo in allarme i governi europei. In caso di coinvolgimento della NATO il conflitto ucraino si estenderebbe con un effetto domino a tutta l'Europa.

L'Italia, come gli altri Stati Europei, avrebbe avviato un piano di preparazione sanitaria in risposta a potenziali scenari di crisi militare, in linea con le direttive NATO e dell’Unione Europea.

Secondo fonti giornalistiche, negli ultimi mesi sarebbe stato istituito un tavolo tecnico presso il Ministero della Salute con il compito di mettere in campo una strategia che consenta alla nostra rete ospedaliera di gestire eventuali situazioni di emergenza, dal soccorso dei feriti, sia militari che civili, fino all'ipotesi limite di un attacco militare.

Le prime interlocuzioni – secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore – sarebbero già cominciate. Il piano di emergenza sanitaria avrebbe l'obiettivo di definire le linee operative per la gestione di emergenze sanitarie su vasta scala come ad esempio, eventi C.R.B.N.: chimici, radiologici, biologici, nucleari o in caso dell'attivazione degli articoli 3 e 5 del Trattato Nato.

I due articoli citati prevedono il coinvolgimento diretto dei Paesi del Patto Atlantico in caso di conflitto militare.

L’Italia si prepara a scenari di guerra: pronto un piano sanitario riservato

Il tavolo tecnico avrebbe, quindi, il compito preciso di preparare la rete ospedaliera nazionale ad affrontare lo scenario peggiore, ovvero, il coinvolgimento dell'Italia in un conflitto globale.

Nel decreto che istituisce il tavolo, inoltre, si ipotizza che un piano di azione per un ipotetico scenario di guerra articolato in 3 fasi: preparazione per l'arrivo delle truppe, gestione della mobilità militare interna e assistenza e rientro dei feriti da operazioni all’estero.

Previsto infine anche un adeguamento degli ospedali italiani, che devono rispettare i “Minimum operational requirements” richiesti dalla NATO. L'obiettivo finale del governo sarebbe quindi quello di preparare la rete ospedaliera italiana ad affrontare uno scenario di emergenza sanitaria su vasta scala, incluso un possibile conflitto militare, in attuazione delle direttive NATO e UE.

Non lo dicono, ma si preparano: piani d’emergenza in caso di guerra in Europa

Se c'è una cosa che le ultime settimane hanno chiarito è che il conflitto tra Ucraina e Russia non è più circoscritto esclusivamente al territorio ucraino. Episodi come l'abbattimento dei droni in Polonia mostrano che le tensioni si stanno espandendo verso altri paesi europei con il rischio di un pericoloso allargamento del conflitto su scala continentale.

Anche in altri Paesi europei si stanno prendendo provvedimenti simili. In Francia, il Ministero della Salute ha chiesto alle autorità sanitarie regionali di predisporre strutture in grado di accogliere migliaia di feriti al giorno. Misure analoghe sono state avviate in Germania.

 

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