08 Oct, 2025 - 15:31

Guerra in Ucraina, Alessandro Orsini: "Ecco perché Trump ha fallito miseramente"

Guerra in Ucraina, Alessandro Orsini: "Ecco perché Trump ha fallito miseramente"

Durante la presentazione del suo libro “Gaza Meloni” in Campidoglio, Alessandro Orsini ha duramente criticato l’operato di Donald Trump, accusandolo di aver “fallito miseramente” nel tentativo di porre fine al conflitto in Ucraina. Secondo Orsini, il problema non risiede solo nelle strategie americane ma in un sistema occidentale intrappolato tra logiche militari, riarmo e dipendenza politica dagli Stati Uniti.

Pace in Ucraina: i limiti dell’approccio di Trump

Durante la presentazione del libro “Gaza Meloni” in Campidoglio, Alessandro Orsini ha espresso un’analisi geopolitica articolata sulla guerra in Ucraina e sull’impegno di Donald Trump per porvi fine.

Orsini ha affermato che il presidente americano Trump "ha fallito miseramente" nel suo intento di fermare il conflitto iniziato nel febbraio 2022, aggiungendo che questo insuccesso è un tema poco discusso nel dibattito pubblico.

Il professore ha poi introdotto una distinzione concettuale tra “cause genetiche” e “cause cinetiche” della guerra.

Le prime, le cause genetiche, sono, secondo Orsini, quelle che generano lo scoppio del conflitto. Nel caso dell’Ucraina, individua come principale causa genetica l’avvicinamento del Paese alla NATO.

Tuttavia, anche se Trump fosse riuscito a impedire l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica (quindi a risolvere la “causa genetica”), la guerra sarebbe comunque proseguita per via delle “cause cinetiche”. Questi, spiega Orsini, sono i fattori che “mantengono in vita e alimentano la guerra” anche dopo che le motivazioni originarie sono state superate.

Il professore ha ribadito di aver avvertito fin dall’inizio del conflitto sul rischio di una “sirianizzazione” della guerra, ossia una guerra lunga, frammentata e distruttiva, come quella in Siria, se non si fosse cercata subito una trattativa diplomatica. Secondo Orsini, la NATO, sotto la guida di Joe Biden, “non ha mai voluto negoziare con Putin” e ha puntato invece a sconfiggere militarmente la Russia.

Per questo, a suo giudizio, Trump non può fermare la guerra perché la NATO ha reso impossibile qualsiasi soluzione diplomatica attraverso politiche oltranziste e di contrapposizione continua.

La forza russa e l’illusione del riarmo europeo

Alessandro Orsini ha rivolto critiche anche alla narrativa occidentale che descrive la Russia come debole o vicina al collasso militare. Parallelamente, ha messo in dubbio l’utilità del riarmo europeo.

Secondo lui, l’idea che l’Europa possa colmare il divario militare con la Russia è illusoria, poiché Mosca si sta riarmando in modo rapido e costante.

In pratica, anche investendo massicciamente, l’Europa non riuscirebbe a ridurre il gap militare a causa del riarmo russo e dell’aumento progressivo degli arruolamenti.

Orsini sottolinea che la logica militare del riarmo europeo non può portare a una vittoria sul terreno, né in termini di truppe né di armamenti avanzati.

Ha inoltre ricordato che la Russia dispone di sistemi missilistici sofisticati, citando come esempio l’“Oreshnik”, un missile capace di trasportare fino a sei testate nucleari indipendenti.

L’Europa, aggiunge Orsini, non possiede ancora difese aeree in grado di intercettare missili di tale portata evidenziando così un pericoloso squilibrio strategico.

Le dinamiche politiche e militari dell’Unione Europea

Orsini ha infine analizzato il comportamento dell’UE nei confronti della guerra in Ucraina criticando le decisioni della classe dirigente europea. Pur riconoscendo la complessità delle dinamiche interne al blocco, ha posto l’accento su un elemento centrale: il controllo statunitense esercitato attraverso la NATO.

Come ha ricordato, “l’Unione Europea si compone di 27 paesi, di cui 23 fanno parte della NATO. L’Alleanza Atlantica conta 32 membri, 29 dei quali in Europa, e 23 appartenenti anche all’UE. I quattro paesi UE non membri formali della NATO sono comunque partner attivi e partecipano regolarmente a esercitazioni e scambi con l’Alleanza”.

Secondo Orsini, la Casa Bianca controlla di fatto le decisioni europee, specialmente quelle legate alla guerra. La classe dirigente del continente, afferma, ha seguito la linea di non negoziare con Putin e di puntare a una vittoria militare, una strategia che ha accresciuto la dipendenza dagli Stati Uniti.

Orsini critica inoltre la Commissione Europea, sostenendo che, pur essendo pagata dai cittadini per tutelare l’interesse pubblico, non è in grado di farlo.

In sintesi, l’Unione Europea si troverebbe oggi intrappolata in una guerra che non può vincere né militarmente né diplomaticamente, mentre le sue scelte hanno contribuito a rafforzare la dipendenza dagli Stati Uniti e a esporre la fragilità strutturale dell’Europa.

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