09 Oct, 2025 - 12:20

Gaza, Meloni incensa Trump: è già partita la beatificazione in vista del Nobel per la Pace?

Gaza, Meloni incensa Trump: è già partita la beatificazione in vista del Nobel per la Pace?


Due anni dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, seguito dal terribile attentato del 7 ottobre 2023, comincia finalmente a intravedersi una luce in fondo al tunnel. Dopo mesi di violenze, sofferenza e devastazione, la speranza torna timidamente tra le strade di Gaza e nei cuori di chi ha perso tutto.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che il partito islamista palestinese ha accettato la prima fase del piano per la pace, presentato pochi giorni fa a Washington alla presenza del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Una notizia che, pur restando prudente, porta sollievo a famiglie e comunità stremate.

Gli ostaggi, vivi e morti, dovrebbero essere restituiti già lunedì, mentre l’esercito israeliano dovrebbe ritirare le truppe, permettendo così ai territori palestinesi di respirare dopo mesi di assedio. È un piccolo respiro, ma significativo, in un contesto segnato da dolore e lutti.

Alle 11 in Egitto, le delegazioni hanno firmato l’accordo sulla prima fase, che prevede il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La misura entrerà in vigore solo dopo la ratifica del governo israeliano, prevista alle 16, e include il rilascio di circa 2mila prigionieri palestinesi detenuti da Israele.

Il piano segna un duro colpo per Hamas: prevede il progressivo smantellamento del movimento, dal disarmo fino all’esilio dei suoi leader.

Ma per molti è già un segnale importante, che porta con sé la speranza di una tregua duratura.

Non sono mancati i complimenti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha lodato Trump con una nota istituzionale diffusa da Palazzo Chigi. Ma resta il dubbio: si tratta di un sincero riconoscimento o di un gesto di supporto in vista di una possibile candidatura al Nobel per la Pace 2025? La risposta non è ancora chiara.

Il piano di Trump per la pace a Gaza

Alle 18.50 di Washington, quasi l’una di notte in Italia, Donald Trump ha annunciato su Truth Social l’accordo tra Israele e Hamas. “Sono orgoglioso di comunicare che entrambe le parti hanno sottoscritto la prima fase del nostro Piano di Pace”, ha scritto, con tono trionfante ma anche consapevole della fragilità del percorso.

L’intesa, approvata mercoledì, prevede il rilascio di 20 ostaggi israeliani ancora in vita e la restituzione dei resti di altri 28, in cambio della liberazione di 250 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo e di 1.700 detenuti di Gaza. Un bilancio ancora parziale, ma che rappresenta un passo concreto verso la fine delle ostilità.

Il piano, definito “storico”, è frutto della mediazione di Qatar, Egitto e Turchia e arriva dopo mesi di stallo. I negoziati si sono intensificati dopo l’attacco israeliano del 9 settembre a rappresentanti di Hamas in Qatar, episodio che aveva acceso nuove tensioni e spinto Washington a inviare a Sharm el-Sheikh Jared Kushner e l’inviato Steve Witkoff.

Benjamin Netanyahu ha confermato l’accordo, parlando di “grande giorno per Israele”, mentre Hamas ha chiesto ai garanti di vigilare sull’attuazione. L’intesa apre corridoi umanitari e offre un primo spiraglio di speranza dopo due anni di guerra, che hanno provocato oltre 67mila vittime palestinesi. “Ora è il tempo dei costruttori di pace”, ha concluso Trump, tra orgoglio e cautela.

Cosa ha detto la premier

L’accordo raggiunto in Egitto è stato accolto dall’Italia come una notizia straordinaria, capace di aprire la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio degli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane secondo le linee concordate.

Il governo italiano ha ringraziato Trump per il suo impegno costante e ha sottolineato il ruolo cruciale dei mediatori – Egitto, Qatar e Turchia – nel facilitare l’esito positivo. Le autorità italiane hanno inoltre osservato che il Piano Trump rappresenta un’opportunità unica:

virgolette
È fondamentale che tutte le parti rispettino pienamente le misure già concordate e lavorino senza indugi per realizzare i passi successivi previsti dal Piano di Pace

Meloni ha ribadito che l’Italia continuerà a sostenere i mediatori e si dichiara pronta a contribuire alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo di Gaza.

Anche il vicepremier Matteo Salvini ha commentato:

virgolette
È una giornata bellissima, è una giornata straordinaria, è una giornata emozionante. Confesso che quando mi sono alzato questa mattina ero felice, perché dopo tante chiacchiere, promesse e troppi morti si intravede finalmente una luce in fondo al tunnel: un cessate il fuoco, la restituzione degli ostaggi, la ricostruzione di Gaza, l’allontanamento dei terroristi di Hamas.

La beatificazione verso il Nobel

In vista di una possibile assegnazione del Nobel per la Pace, Meloni ha elogiato Trump, definendolo artefice dell’accordo tra Israele e Hamas e sottolineandone il ruolo decisivo nella mediazione.

Pur riconoscendo l’importanza di ogni passo verso la pace, è prematuro parlare di un premio di tale portata: l’intesa rappresenta solo la prima fase di un percorso lungo e incerto.

L’entusiasmo della premier appare come un segnale di eccessiva deferenza nei confronti della leadership americana, più concentrata sulla figura internazionale che sui risultati concreti sul terreno.

Molti fattori potrebbero trasformare la tregua in un fuoco di paglia. Il primo passo verso la seconda fase avverrà nel pomeriggio: Netanyahu ha convocato alle 18 la riunione di governo per approvare il piano concordato a Egitto, mentre alle 17 locali (le 16 in Italia) si terrà la prima riunione del Gabinetto di Sicurezza, che deciderà le misure operative da adottare.

LEGGI ANCHE