La Corea del Nord ha mostrato il suo nuovo missile balistico intercontinentale Hwasong-20 durante una parata militare a Pyongyang. Un segnale di forza che arriva in un momento di tensioni globali e che conferma l’avvicinamento strategico tra Kim Jong-un, Russia e Cina, mentre l’Occidente osserva con crescente preoccupazione.
La Corea del Nord ha svelato, il 10 ottobre 2025, il suo ultimo missile balistico intercontinentale durante la parata militare a Pyongyang, in occasione dell'80esimo anniversario del Partito dei Lavoratori di Corea.
Lo Stato, sotto la guida di Kim Jong-un, mira chiaramente ad ampliare il proprio arsenale nucleare e a riaffermare la sua posizione sullo scenario internazionale.
Durante la parata, Pyongyang ha mostrato alcune delle sue armi più avanzate, tra cui missili da crociera strategici a lungo raggio e veicoli di lancio per droni. L’elemento che ha attirato maggiore attenzione è stato però l’enorme missile denominato Hwasong-20, che ha ulteriormente alimentato le preoccupazioni globali.
La serie di missili balistici intercontinentali Hwasong ha già conferito alla Corea del Nord la capacità di colpire obiettivi a lunghissimo raggio. Montato su un camion lanciatore a 11 assi, si ipotizza che l’Hwasong-20 possa trasportare più testate nucleari segnando un importante salto di qualità nel potenziale bellico del Paese.
Il leader nordcoreano ha voluto sottolineare la potenza militare del suo paese nel contesto celebrativo dell’80esimo anniversario del partito al potere.
Alla cerimonia erano presenti anche l’ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, il primo ministro cinese, Li Qiang, e il leader del Partito Comunista del Vietnam, To Lam.
La partecipazione di delegazioni russe e cinesi rappresenta un segnale politico rilevante, testimonianza di un’alleanza strategica e di un sostegno reciproco in un contesto di crescenti rivalità globali. La Corea del Nord sembra rispondere così alle “aggressioni percepite”, in particolare alle esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud, rilanciando un messaggio di deterrenza e potenza.
Solo un mese prima, Kim Jong-un si era recato in Cina per partecipare alla parata militare di Pechino in occasione dell’80esimo anniversario della fine nella Seconda guerra mondiale. Sebbene la Corea del Nord sia stata a lungo isolata, questa visita ha evidenziato l’emergere di nuovi equilibri multipolari perseguiti da Pechino. In quell’occasione erano presenti anche numerosi leader mondiali, tra cui il presidente russo Vladimir Putin, suggerendo che Kim stia progressivamente trovando il proprio posto nel nuovo ordine globale.
Poche settimane fa, il leader nordcoreano ha dichiarato di essere disposto a riprendere i negoziati con gli Stati Uniti di Donald Trump ma solo a determinate condizioni. Kim ha accusato Washington di mantenere un’“ossessione assurda” per la denuclearizzazione del suo Paese e ha ribadito che gli Stati Uniti dovrebbero piuttosto accettare la Corea del Nord come potenza nucleare aprendo la strada a una “vera coesistenza pacifica”.
La parata di Pyongyang ha ricordato quelle organizzate in Russia e in Cina in occasione delle rispettive giornate della vittoria. Ognuna, con le proprie manifestazioni di forza e simbolismi patriottici, ha contribuito a consolidare l’immagine di potenze globali decise a sfidare l’ordine occidentale.
Nel loro insieme, questi eventi offrono un quadro di grande tensione internazionale, in cui le sfilate missilistiche e le nuove alleanze fungono da strumenti di pressione politica e simbolica. La combinazione di dimostrazioni di forza, rivalità geopolitiche e strategie di deterrenza sottolinea come la situazione globale resti instabile e potenzialmente soggetta a nuove escalation.