12 Oct, 2025 - 15:53

Terza guerra mondiale: Orban sfida von der Leyen, la vera artefice del caos europeo

Terza guerra mondiale: Orban sfida von der Leyen, la vera artefice del caos europeo

Il primo ministro ungherese Viktor Orban lancia una sfida diretta a Ursula von der Leyen e al piano di difesa europeo accusando Bruxelles di trascinare l’Europa verso un’escalation militare. 

Orban contro il piano di difesa europea

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, contesta apertamente il piano militare proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

In un post sul suo profilo Facebook, Orban ha annunciato l’avvio di una raccolta firme contro il progetto di difesa comune accusando Bruxelles di trascinare l’Europa verso un nuovo conflitto.

I numerosi avvistamenti di droni e jet nei cieli di diversi Paesi europei, denunciati tra settembre e ottobre, hanno alimentato i timori sulla sicurezza del continente e sulle possibili escalation di tensioni che potrebbero condurre a una guerra su larga scala. La Nato ha già avviato un’operazione volta a rafforzare la difesa del fianco orientale dell’Alleanza, mentre von der Leyen ha rilanciato la proposta di un piano di difesa comune.

Il progetto, discusso durante il vertice di Copenhagen all’inizio di ottobre, prevede misure ambiziose come la creazione di un “muro di droni”, uno scudo aereo e spaziale europeo e una cooperazione militare più stretta tra gli stati membri. Tuttavia, questi piani hanno subito incontrato la ferma opposizione di Orban.

La petizione contro Bruxelles e la linea su Kiev

Orban si oppone con decisione al piano di von der Leyen, criticando in particolare la definizione dell’Ucraina come “prima linea di difesa” dell’Europa e respingendo allo stesso tempo il suo ingresso nell’Unione Europea. La petizione lanciata dal premier ungherese riguarda infatti non solo la strategia difensiva di Bruxelles ma anche il sostegno militare e finanziario a Kiev.

Orban accusa l’Ue di voler entrare indirettamente in guerra con la Russia attraverso l’appoggio all’Ucraina.

“Qualche settimana fa, a Copenaghen è stato presentato il piano di guerra di Bruxelles: l'Europa paga, gli ucraini combattono e la Russia sarà esausta. Non sapevamo quanto costasse né quanto durerà. Invece di una strategia, a Bruxelles correvano solo dietro ai sogni”, ha dichiarato il leader ungherese.

Un sistema europeo di sicurezza e difesa non dovrebbe significare alimentare l’escalation militare, soprattutto alla luce delle delicate dinamiche geopolitiche attuali.

Il premier ungherese è stato accusato di allinearsi con la narrazione russa che descrive gli aiuti militari a Kiev come atti provocatori contro Mosca. Da una prospettiva politica, Orban afferma di voler evitare conseguenze indesiderate e “ricadute involontarie” della situazione in corso. Tuttavia, la sua opposizione sistematica al sostegno militare e finanziario all’Ucraina e al percorso di adesione di Kiev all’Ue lo pone in netto contrasto con la linea europea prevalente.

Accuse di spionaggio e tensioni con Bruxelles

Orban ha inoltre menzionato le recenti accuse di spionaggio a Bruxelles sostenendo che sia stata lanciata una “campagna contro l’Ungheria”. Queste accuse, che hanno provocato un vero e proprio terremoto politico nelle istituzioni europee, hanno spinto la Commissione a istituire un gruppo di lavoro speciale per indagare sull’accaduto.

Si tratta di un caso senza precedenti nella storia dell’Ue, che contribuisce a inasprire ulteriormente i rapporti tra Budapest e Bruxelles. Le rivelazioni e le accuse incrociate alimentano la percezione di Orban non solo come un oppositore politico ma anche come una figura destabilizzante all’interno dell’Unione.

In questo clima di crescente diffidenza e tensione, Budapest si propone come una forza di controbilanciamento rispetto alle ambizioni di Bruxelles cercando di ridefinire il proprio ruolo in un’Europa attraversata da divisioni interne e minacce esterne sempre più pressanti.

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