12 Oct, 2025 - 18:26

Zelensky non molla Trump, vuole i Tomahawk a tutti i costi: telefonate infinite per le armi avanzate

Zelensky non molla Trump, vuole i Tomahawk a tutti i costi: telefonate infinite per le armi avanzate

Volodymyr Zelensky intensifica i contatti con Donald Trump nel tentativo di ottenere i missili a lungo raggio Tomahawk. Due telefonate in meno di 48 ore testimoniano l’urgenza di Kiev di rafforzare le proprie difese e cambiare il corso della guerra contro la Russia.

Zelensky punta ai Tomahawk e intensifica i contatti con Washington

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato di aver parlato con Donald Trump per la seconda volta in due giorni.

Kiev mira a intensificare la comunicazione con Washington nel tentativo di ottenere i missili a lungo raggio Tomahawk considerati un possibile punto di svolta nella guerra contro la Russia.

L’obiettivo di Zelensky resta quello di costringere Mosca a sedersi al tavolo dei negoziati.

Già nel 2024, con la presentazione del suo piano di pace, il presidente ucraino aveva proposto un approccio simile, sebbene allora i Tomahawk non fossero ancora al centro della discussione. Da allora, però, il contesto è cambiato radicalmente: le forze russe hanno riconquistato i territori occupati dagli ucraini nella regione di Kursk. Hanno anche portato avanti una nuova offensiva estiva che ha permesso a Mosca di consolidare il controllo su diverse aree strategiche.

Parallelamente, la Russia ha intensificato gli attacchi aerei su larga scala, colpendo anche infrastrutture civili e militari. In questo scenario, Zelensky sta cercando di rafforzare la posizione negoziale con Mosca attraverso un aumento significativo della capacità militare, puntando sui missili a lungo raggio come possibile elemento decisivo. Questo riflette il cambiamento tattico nel conflitto.

Durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 23 settembre 2025, il presidente ucraino ha formalmente chiesto a Trump di autorizzarne la fornitura.

Pressione diplomatica e inverno alle porte

Con l’arrivo dell’inverno, Mosca ha aumentato i raid contro le infrastrutture energetiche ucraine mettendo a dura prova il paese. 

Mentre l’attenzione internazionale si concentra sul cessate il fuoco a Gaza, Zelensky cerca di mantenere alta la consapevolezza globale sulla situazione ucraina.

L’11 ottobre, Trump e Zelensky hanno avuto una prima telefonata incentrata sullo stato della rete energetica ucraina, sul rafforzamento delle difese aeree e sugli sforzi diplomatici statunitensi in Medio Oriente.

Zelensky, in un post su X, ha spiegato che la conversazione ha riguardato accordi concreti per garantire la protezione del paese e per rafforzare le capacità difensive di Kiev.

Secondo quanto riportato da Axios, citando fonti vicine ai colloqui, i due leader avrebbero discusso anche la possibile fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina. L’ipotesi, ancora non confermata ufficialmente, rappresenterebbe un salto qualitativo significativo nella cooperazione militare tra Washington e Kiev.

Zelensky-Trump, seconda chiamata in due giorni

Il giorno successivo, il 12 ottobre, Zelensky e Trump hanno avuto una seconda telefonata su questioni specifiche pianificate durante la chiamata precedente, segno di un dialogo sempre più intenso tra le due capitali.

Nel suo aggiornamento pubblico, il presidente ucraino ha riferito di aver discusso con Trump tutti gli aspetti chiave della situazione ribadendo le priorità militari ed energetiche del paese.

I due leader hanno parlato del potenziamento delle capacità difensive ucraine, con particolare attenzione alla difesa aerea, alla resilienza delle infrastrutture e alla possibilità di ottenere armi a lungo raggio. Sono stati trattati anche temi legati alla sicurezza energetica e alla necessità di mantenere stabile il sistema elettrico nazionale in vista dell’inverno.

Zelensky ha poi sottolineato che Trump è “pienamente informato su tutto ciò che accade in Ucraina”, lasciando intendere che il presidente americano segue da vicino gli sviluppi del conflitto.

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