Resta un giallo - quasi quattro anni dopo la morte di Liliana Resinovich - cosa sia accaduto con certezza alla 63enne di Trieste, scomparsa e poi trovata senza vita nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico "San Giovanni", con il corpo avvolto in due sacchi per l'immondizia e la testa chiusa in due sacchetti più piccoli.
Dopo una prima archiviazione per suicidio, il gip Luigi Dainotti ha disposto nuovi accertamenti, aprendo un fascicolo d'inchiesta per omicidio. L'unico indagato è attualmente il marito della vittima, Sebastiano Visintin, che ieri, 12 ottobre 2025, ha rotto il silenzio sul caso, raccontando la propria versione dei fatti a Verissimo.
Rispondendo alle domande della conduttrice Silvia Toffanin, Sebastiano Visintin - visibilmente commosso - ha ricordato sua moglie. "Amavo Liliana, l'ho sempre amata", ha dichiarato.
"Non le ho mai fatto del male", ha aggiunto. Una ricostruzione diversa rispetto a quella degli inquirenti, secondo cui sarebbe stato lui a toglierle la vita. Probabilmente il 14 dicembre 2021, quando la donna - uscita di casa per buttare la spazzatura e raggiungere l'amico Claudio Sterpin - scomparve improvvisamente nel nulla.
Il corpo di Liliana fu ritrovato nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico "San Giovanni" di Trieste ventidue giorni dopo, in un punto che era già stato ispezionato. Era avvolta - come detto - in due sacchi di plastica, con due sacchetti più piccoli intorno alla testa. Una circostanza strana. Eppure, la Procura, ipotizzò subito che si fosse suicidata.
I familiari, al contrario, sono sempre stati convinti che si sia trattato di un omicidio, che Liliana sia stata attirata in una trappola e aggredita. E hanno spesso puntato il dito proprio contro Visintin, che invece continua a proclamarsi innocente. Nei giorni scorsi, gli inquirenti sono tornati nella sua abitazione e gli hanno sequestrato una GoPro.
"Ho aperto la porta a tutti, non ho nulla da nascondere" ha affermato l'uomo su Canale 5. "Se hanno qualcosa contro di me, me lo dicano". L'obiettivo di chi indaga è analizzare la cam per capire se possa contenere elementi utili alle indagini. Da essa dipende, infatti, l'alibi di Visintin, che la mattina del 14 dicembre 2021 - secondo la sua versione - andò a fare un giro in bici per provarla.
A concentrare i sospetti su di lui è stata, in particolare, una nuova perizia medico-legale, che ha ricondotto il decesso della 63enne a un "soffocamento manuale o con mezzo meccanico", mettendo in evidenza anche "lesioni compatibili con un'aggressione" sul corpo.
Come se la donna fosse stata picchiata e poi uccisa. Il movente, sempre secondo gli inquirenti, sarebbe da rintracciare nel riavvicinamento di Liliana all'amico di lunga data Claudio Sterpin, che ha dichiarato più volte di aver avuto con lei una relazione extraconiugale. Sebastiano, però, ha sempre negato problemi di coppia.
"Fino al giorno prima siamo stati in giro in bici, avevamo programmato di andare in Brasile insieme, da alcuni nostri amici", ha raccontato a Verissimo.
Dagli accertamenti è emerso che lei aveva cercato online "come divorziare senza avvocato", mettendosi alla ricerca di una nuova casa. Sterpin sostiene che a breve avrebbe lasciato il marito e sarebbero andati a vivere insieme. Il 14 dicembre avrebbero dovuto incontrarsi: Liliana uscì di casa lasciando la fede, ma non fece più ritorno.
"Cercavamo casa perché quella in cui abbiamo vissuto tanti anni era molto lontano dal centro della città e l'affitto era caro", la versione del marito. Che più avanti, parlando dell'esordio del loro rapporto, trentadue anni fa, ha aggiunto: "Non avrebbe mai voluto lasciarmi. Anzi, auguro a tutti nella vita di avere quello che abbiamo avuto noi".
Visintin ha poi tirato nuovamente in ballo Sterpin. "Dovrà spiegarci prima o poi cosa c'era davvero tra di loro", ha dichiarato. E ancora:
La scorsa estate Sterpin è stato ascoltato in sede di incidente probatorio. Le indagini, nel frattempo, sono proseguite tra rilievi, perizie e confronti tecnici. Sebastiano vive ancora nella vecchia casa. "Ogni stanza mi parla di lei", ha confidato in tv riferendosi a Liliana. E ha ribadito di essere estraneo ai fatti.
Sterpin, come lui, respinge ogni accusa - anche informale - che gli viene mossa, sostenendo che sia Visintin "il regista di tutto". I familiari di Liliana aspettano verità e giustizia. Mentre l'opinione pubblica si divide su un caso che a tutti gli effetti è ancora, in parte, un giallo.
A "Ore 14 Sera" il punto di vista di Claudio Sterpin - 25 settembre 2025.