13 Oct, 2025 - 12:44

Garlasco, la confessione di Lovati e l'appello a Sempio: "Se mi tieni, chiudiamo la partita"

Garlasco, la confessione di Lovati e l'appello a Sempio: "Se mi tieni, chiudiamo la partita"

L'avvocato Massimo Lovati è diventato, per tutti gli appassionati del caso di Garlasco, un volto familiare. Sebbene sopra le righe e in modo spesso maldestro, tra sogni e incubi investigativi, è entrato nelle case con il suo approccio bohémien ed è stato accettato, almeno in apparenza, anche dal suo assistito Andrea Sempio e dalla collega, l'avvocata Angela Taccia.

Il legame tra i tre, fino a qualche giorno fa, sembrava solido, fondato su una fiducia reciproca che, secondo molti, era la vera forza di questa difesa un po’ atipica.

Il tracollo dell'immagine: “trappolone” Corona?

Si è autosabotato. Non regge più la pressione mediatica. Cerca una rapida via d’uscita. Qualcuno vuole “farlo fuori”. Pensieri che, con ogni probabilità, hanno attraversato la mente di molti.

L'irruzione di Fabrizio Corona nella sfera privata di Lovati, registrata nel format Falsissimo, ha provocato un repentino tracollo dell’immagine dell’avvocato di Andrea Sempio. Le dichiarazioni rilasciate dal legale, che hanno toccato argomenti delicati come il caso Yara Gambirasio e hanno persino definito i Sempio “ignoranti come capre”, hanno fatto precipitare una situazione già di per sé delicata in un caos professionale e umano.

Non è stato un “trappolone”, era solo uno stupido gioco. “Ho sbagliato – ci racconta, serio, l’avvocato Lovati – io spero che Andrea lo capisca. Voglio ottenere per il mio assistito una sentenza definitiva di proscioglimento. Sono finito in un ingranaggio mediatico, ho accettato i termini del gioco e non mi spavento.

Sono sempre stato un giocatore d’azzardo, so che è pericoloso, ma sono convinto di potercela fare e vorrei continuare a difendere il mio assistito. Affronterò con coraggio e determinazione anche le iniziative disciplinari a mio carico da parte dell'Ordine”.

“Voglio rimanere al timone di questa causa, ma bisogna fare come dico io”

Giochi finiti o ultima chance? È questione di ore. Certo è che l'impatto del recente terremoto mediatico scatenato dalle controverse parole dell'avvocato Massimo Lovati è stato devastante.

La difesa ora è in una crisi senza precedenti. Andrea Sempio, oggi unico indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, si trova in una posizione di estrema difficoltà: deve decidere in fretta se mantenere al suo fianco un legale la cui credibilità è stata pubblicamente compromessa.

La posta in gioco è molto alta per Andrea, non solo per il momento nevralgico della fase processuale, ma anche per la natura stessa del loro legame. Il rapporto professionale tra Sempio e Lovati non è un'unione recente: tra poco più di un mese spegnerà ben otto candeline. Un tempo significativo che, inevitabilmente, ha cementato una complicità che va oltre il mero mandato legale.

Lovati, nonostante tutto, non molla. Sfidando le richieste di revoca e affermando di essere certo dell'innocenza di Sempio, il legale rilancia con l'ottimismo che lo contraddistingue: "Se Sempio mi dà fiducia, andiamo a chiudere la partita!".

Il costo strategico del cambiamento

Nonostante l’uragano che ha travolto la sua difesa, la posizione di Andrea Sempio potrebbe rimanere paradossalmente vincolata al suo attuale difensore.

In questa fase cruciale dell'inchiesta, dove il rinvio a giudizio appare come un probabile scenario, Sempio deve valutare il costo strategico del cambiamento.

Ricominciare da capo con un nuovo legale significherebbe affidargli un dossier giudiziario complesso e intriso di storia, imponendo un faticoso e rischioso periodo di apprendimento.

Forse l'esperienza pregressa dell’avvocato Massimo Lovati, la sua profonda conoscenza delle sfumature del caso e il suo approccio, per quanto “sopra le righe”, potrebbero rappresentare, in un'ottica puramente concreta e realista, il male minore. La fiducia, in questo contesto, si potrebbe misurare non con le parole, ma con il calcolo freddo della convenienza processuale in vista della battaglia finale in aula.

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