13 Oct, 2025 - 16:05

Terza guerra mondiale, la Nato rischia grosso: Putin minaccia di colpire se arrivano i Tomahawk

Terza guerra mondiale, la Nato rischia grosso: Putin minaccia di colpire se arrivano i Tomahawk

La tensione internazionale cresce dopo la richiesta di Volodymyr Zelensky agli Stati Uniti di fornire missili Tomahawk all’Ucraina. Mentre Donald Trump valuta la proposta, il Cremlino risponde con minacce di ritorsioni dirette avvertendo che l’uso di questi missili segnerebbe un punto di non ritorno. La crisi rischia di spingere il conflitto verso una pericolosa escalation globale.

Zelensky punta sui Tomahawk per cambiare il corso della guerra

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, continua a insistere affinché l'amministrazione americana dia il via libera all'invio dei missili a lungo raggio Tomahawk a Kiev. Zelensky considera questi missili uno strumento fondamentale per cambiare il corso della guerra e costringere il suo omologo russo, Vladimir Putin, a sedersi al tavolo dei negoziati.

Il leader ucraino ha avanzato la richiesta di forniture dei Tomahawk a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 23 settembre 2025. Il presidente statunitense, Donald Trump, sta ancora valutando la proposta di Zelensky. Ha chiarito che, prima di prendere una decisione, avrebbe dovuto essere informato sull’uso che Kiev intende farne, poiché non desidera aggravare ulteriormente il conflitto con la Russia.

Finora, Trump non ha chiuso completamente la porta alla possibilità di inviare i Tomahawk ma non sono ancora arrivate dichiarazioni ufficiali sulla decisione finale. La fornitura di tali missili rappresenterebbe una svolta significativa per gli Stati Uniti, poiché si tratta di un’arma capace di colpire in profondità il territorio russo.

La questione è quindi doppiamente delicata: da un lato vi è la richiesta di Kiev, dall’altro le modalità di eventuale utilizzo dei missili, che restano al centro delle discussioni. La decisione di affidare un’arma di tale portata nelle mani di Kiev potrebbe segnare un’escalation militare senza precedenti.

La risposta di Mosca

La Russia ha già tracciato una chiara linea rossa sulla questione. Vladimir Putin ha lanciato un severo avvertimento a Washington sull’eventuale invio dei missili Tomahawk all’Ucraina

Secondo il presidente russo, l’utilizzo di questi missili da parte di Kiev implicherebbe inevitabilmente il coinvolgimento del personale militare americano, poiché i sistemi Tomahawk richiedono supporto tecnico e operativo statunitense per essere impiegati.

Putin ha quindi avvertito che, se Washington dovesse fornire tali missili e assistere Kiev nel loro utilizzo, Mosca lo considererebbe un atto di partecipazione diretta alla guerra, non più un semplice sostegno militare. Si aprirebbe così uno scenario di escalation militare tra due potenze nucleari con conseguenze potenzialmente devastanti.

Il Cremlino ha ribadito la propria posizione il 12 ottobre, quando il portavoce Dmitrij Peskov ha definito la vicenda “motivo di estrema preoccupazione”. Con tono pacato ma fermo, ha dichiarato:

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Questo è davvero un momento molto drammatico con l'escalation delle tensioni da tutte le parti.

Peskov ha aggiunto che, qualora i missili Tomahawk venissero effettivamente lanciati contro la Russia, Mosca dovrà considerare che alcune versioni di questi ordigni possono essere equipaggiate con testate nucleari.

“Immaginate: un missile a lungo raggio viene lanciato e sta volando, e sappiamo che potrebbe essere nucleare. Cosa dovrebbe pensare la Federazione Russa? Come dovrebbe reagire? Gli esperti militari all'estero dovrebbero capirlo”, ha affermato.

Trump tra prudenza e ambizioni diplomatiche

Intanto Trump e Zelensky hanno tenuto due telefonate consecutive in due giorni, durante le quali hanno discusso diverse questioni, tra cui proprio la richiesta di invio dei Tomahawk. Zelensky continua a insistere, mentre Washington non ha ancora preso una posizione definitiva.

Il 12 ottobre, rispondendo ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, Trump ha dichiarato: “Vedremo… potrei”, lasciando intendere che la decisione non è esclusa ma che resta subordinata a valutazioni di rischio. Il presidente americano ha comunque sottolineato che la fornitura dei Tomahawk rappresenterebbe “un nuovo passo avanti nell’aggressione” nel conflitto tra Ucraina e Russia evidenziando la necessità di cautela.

Con l’inizio del suo nuovo mandato a gennaio, Trump ha rilanciato l’impegno diplomatico degli Stati Uniti per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Tuttavia, nonostante i numerosi sforzi di Washington, non è stato ancora compiuto un passo decisivo verso la pace. Mentre il conflitto entra nel suo quarto anno, lo stallo diplomatico persiste.

Il presidente americano, forte del recente successo ottenuto con la tregua a Gaza, mira ora a estendere la sua influenza diplomatica anche sul fronte ucraino.

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