È un giorno di lutto e dolore per l'intera Arma dei carabinieri. Il Luogotenente Carica Speciale, Marco Piffari, il carabiniere Scelto, Davide Bernardello, e il Brigadiere Capo Qualifica Speciale, Valerio Daprà, sono morti in servizio, mentre erano impegnati nello sgombero di un casolare occupato a Castel D'Azzano, in provincia di Verona.
Un'esplosione è avvenuta nella notte di oggi, 14 ottobre 2025, durante le operazioni di perquisizione dell’immobile rurale, travolgendo tutti gli operatori che si trovavano al suo interno.
Secondo quanto emerso, oltre alle tre vittime, sono rimasti feriti 14 carabinieri (tre in più rispetto a quanto comunicato inizialmente), trasportati in quattro ospedali della zona. Non sarebbero in pericolo di vita.
Lesioni anche per tre agenti delle Uopi (Unità operative di pronto intervento) della Polizia di Stato e per un vigile del fuoco.
L'immobile era occupato da tre fratelli, due uomini e una donna, ed era soggetto a una procedura di sgombero coattivo. A innescare l'esplosione sarebbe stata la donna: l'intero casolare, di due piani, è così crollato.
Marco Piffari aveva 56 anni ed era luogotenente carica speciale, comandante della Squadra Operativa di Supporto Separato (Sos) del 4° Battaglione Veneto. Era nato nel 1969 e si era arruolato giovanissimo, nel 1987. Viveva in provincia di Padova ed era separato.
Il carabiniere scelto Davide Bernardello aveva 36 anni ed era un operatore delle Aliquote di primo intervento (Api) del Nucleo operativo e Radiomobile (Norm) di Padova. Nato nel 1989 a Camposampiero, in provincia di Padova, si era arruolato nel 2014. Non era sposato.
Anche Valerio Daprà, come Piffari, aveva 56 anni. Era Brigadiere capo qualifica speciale, operatore delle Aliquote di primo intervento (Api) del Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Padova.
Nato a Brescia, si era arruolato nel 1988.
Lascia la compagna convivente e due figli di 27 e 26 anni.
Il servizio di Unomattina sulla vicenda - 14/10/2025
Nell'immobile sono intervenuti anche i reparti speciali in quanto era necessario dare esecuzione a due atti giudiziari: uno civile, ossia lo sgombero; l'altro penale, una perquisizione per la ricerca di armi ed esplosivi.
Infatti, in un precedente sopralluogo, erano state scoperte delle molotov nascoste sul tetto.
Secondo una prima ricostruzione, il casolare sarebbe stato saturo di gas. Non era la prima volta: già a ottobre 2024 gli occupanti avevano usato lo stesso stratagemma per scongiurare lo sgombero.
In quell'occasione, infatti, l'intervento era stato rinviato, gli ambienti arieggiati e la situazione si era così risolta, senza che si verificassero incidenti.
Sempre un anno fa, uno dei fratelli si era inoltre cosparso di benzina, minacciando di darsi fuoco.
All'origine del terribile gesto ci sarebbero difficoltà finanziarie dei fratelli coinvolti nella vicenda. Uno di loro, dopo la deflagrazione, è riuscito a fuggire ed è stato rintracciato successivamente in una campagna di sua proprietà. Non ha opposto resistenza.
Gli altri due fratelli sono stati invece fermati e portati in ospedale per le cure, avendo riportato ustioni durante l'esplosione.
Il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha dichiarato che tutti e tre sono stati arrestati con l'accusa di omicidio premeditato. Si starebbe valutando il reato di strage.
La notizia dell'esplosione e della morte di Marco Piffari, Davide Bernardello e Valerio Daprà ha scosso l'intero Paese. Messaggi di cordoglio sono arrivati da diversi esponenti politici, oltre che da rappresentanti delle forze armate e da cittadini comuni.
La premier Giorgia Meloni è intervenuta sui social per manifestare vicinanza ai familiari delle vittime e ai feriti.
ha scritto.
Il SIM Carabinieri ha espresso il più profondo cordoglio per la tragica scomparsa dei tre colleghi.
si legge sulla nota. Antonio Serpi, Segretario Generale SIM Carabinieri, ha sottolineato che il loro sacrificio "non sarà dimenticato".
Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha pubblicato un post sui social per aggiornare i cittadini sull'assistenza sanitaria offerta ai feriti, oltre a rinnovare "il cordoglio e la più sentita vicinanza agli eroi in divisa che hanno pagato un prezzo altissimo per il loro servizio".
Il governatore ha firmato il decreto che proclama il lutto regionale per tre giorni e per il giorno in cui saranno fissate le esequie dei Carabinieri caduti.
Sul territorio veneto è previsto che vengano esposte le bandiere a mezz’asta nelle sedi istituzionali.