Agricoltori e allevatori con problemi finanziari, responsabili del drammatico epilogo di una vicenda che si trascinava da tempo.
Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi sono i tre fratelli fermati per aver provocato l'esplosione del casolare a Castel D'Azzano, nel Veronese, in cui sono morti tre carabinieri e altre 19 persone sono rimaste ferite.
Già un anno fa si erano opposti all'esproprio dell'unico bene ormai a loro rimasto, saturando l'abitazione di gas e minacciando di farla esplodere.
Un gesto folle che nella notte di oggi, 14 ottobre 2025, è stato purtroppo messo in atto.
Franco e Maria Luisa Ramponi, 65 e 59 anni, avrebbero dovuto lasciare la loro abitazione a causa di uno sfratto esecutivo disposto dal Tribunale.
Vivevano ormai da tempo in una situazione molto difficile insieme al terzo fratello Dino, 63 anni. Come evidenziato dal procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, il casolare era disastrato,
Ai problemi economici si erano aggiunti quelli derivanti dal pignoramento dei loro beni, dopo - come hanno raccontato in precedenza i protagonisti della vicenda - un mutuo sottoscritto nel 2014, con l'ipoteca su casa e terreni.
Un prestito che i tre sostenevano di non aver mai firmato, anzi: le firme sarebbero state contraffatte. Da qui l'iter giudiziario che aveva portato ai pignoramenti e allo sfratto.
I fratelli Ramponi sono stati fermati, accusati di omicidio volontario; si valuta il reato di strage. Due di loro sono stati portati in ospedale perché rimasti feriti.
Secondo quanto emerso, già a ottobre e novembre 2024 i fratelli si erano opposti all'arrivo dell'ufficiale giudiziario. Nella seconda occasione avevano aperto le bombole di gas, chiudendo porte e finestre, ed erano saliti sul tetto con una tanica di benzina.
Grazie all'intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri, la situazione si era risolta senza che si verificassero incidenti. In realtà le loro condizioni erano precarie da tempo.
raccontava Maria Luisa Ramponi all'epoca, in un'intervista realizzata dal Corriere della Sera.
Anche nel 2021, riferisce sempre il quotidiano, due dei fratelli avevano protestato e minacciato gesti estremi al Tribunale di Verona.
Un vicino di casa di Franco, Dino e Maria Luisa ha raccontato all'AGI come la situazione fosse ormai disastrosa sotto tutti i punti di vista.
ha raccontato l'uomo.
Un altro ha descritto le condizioni in cui vivevano: lavoravano di notte, mentre dormivano di giorno.
Il procuratore Raffaele Tito, intervenuto sul posto, ha spiegato ai cronisti cosa fosse successo prima che la donna facesse saltare in aria il casolare saturo di gas.
ha sottolineato Raffaele Tito.
Un altro fratello, inoltre,
Secondo quanto finora ricostruito,
ha poi aggiunto il procuratore.
Nella notte, le minacce sono diventate realtà, uccidendo i carabinieri Marco Piffari, Davide Bernardello e Valerio Daprà.