15 Oct, 2025 - 11:23

Perse il figlio Davide in un incidente, Paolo Cupido: "Basta impunità per gli omicidi stradali"

Perse il figlio Davide in un incidente, Paolo Cupido: "Basta impunità per gli omicidi stradali"

Davide Cupido aveva 23 anni quando, il 31 maggio 2025, perse la vita in un incidente stradale lungo via San Vitale, a Budrio, nel Bolognese. "Aveva pranzato con un suo amico e si era poi diretto al lavoro in moto", racconta il papà, Paolo. "Una donna di origini marocchine di 42 anni gli tagliò la strada e si scontrarono frontalmente". Un impatto violentissimo.

Nonostante l'intervento dei soccorritori, per Davide non ci fu nulla da fare. Da allora, suo padre lotta per avere giustizia. E ha deciso di trasformare il suo dolore in un appello collettivo, per riformare le pene per l'omicidio stradale. La petizione lanciata sulla piattaforma Change.org qualche settimana fa ha già superato le 25mila firme. "Mio figlio non tornerà, ma voglio che si cambi la legge", le parole di Paolo. 

La dinamica dell'incidente e la ricerca di giustizia

Secondo quanto ricostruito dalla polizia municipale, l'impatto tra la moto di Davide e l'auto guidata dalla 42enne fu frontale. "La signora doveva girare a sinistra e, benché si trovasse su una strada molto trafficata, voltò senza guardare, prendendo in pieno mio figlio", spiega Paolo.

Una dinamica chiara, tanto che - dopo il sinistro - "il magistrato decise di non sequestrare i mezzi, rendendoli subito disponibili", prosegue l'uomo. Nonostante ciò, alla conducente non è stato ancora notificato alcun avviso di garanzia. "Con il mio legale, non ci spieghiamo perché le indagini preliminari non vengano chiuse", denuncia Paolo.

Raccontando il senso di impotenza e frustrazione che lo accompagna da dopo la tragedia: "È una giustizia che purtroppo non va incontro non solo a chi ha avuto un dolore così immane, ma a chi tutti i giorni soffre. Ogni giorno che passa è una piaga", afferma.

La petizione e la richiesta di pene più severe per l'omicidio stradale

Paolo Cupido ha deciso di trasformare il suo dolore personale in una battaglia collettiva, lanciando una petizione intitolata "Omicidio stradale: pena inesistente", che ha già raccolto migliaia di adesioni.

"Il punto è questo - spiega - Anche chi ha precedenti e commette un gesto di questo tipo oggi rischia pochissimo". Secondo lui, bisognerebbe distinguere, invece, "tra omicidio stradale colposo e volontario".

"Chi viola conscientemente il codice della strada, causando la morte di un'altra persona, non è un semplice 'colpevole di un incidente', è un assassino - le sue parole - Chiedo che l'omicidio stradale volontario venga equiparato all'omicidio volontario".

E che vengano previste, quindi, pene più severe di quelle attualmente in vigore (dai 2 ai 7 anni di reclusione, secondo il codice penale). "Potrebbe diventare un deterrente per chi si mette alla guida. Rendere tutti più responsabili".

"Sempre più spesso sentiamo parlare di incidenti mortali, di persone che guidano distratte, con il cellulare in mano o dopo aver assunto sostanze. La macchina è uno strumento di lavoro, ma anche di morte".

Il ricordo di Davide Cupido nelle parole del padre 

"Davide era un ragazzo corretto, bravissimo, che si barcamenava tra studio e lavoro. Al funerale c'erano più di 100 persone, alcune venute da Perugia, sede della sua università", racconta il padre. "Meritava di vivere ancora".

Davide Cupido, morto a 23 anni in un incidente stradale, studiava Psicologia all'Università e lavorava. Fu travolto in moto dall'auto guidata da una 42enne. 

Quel giorno, "era andato a pranzo da un suo amico a Canaletti di Budrio. Verso le 13:10 era partito per andare al lavoro. Cinque minuti dopo c'è stato l'incidente. Ricordo che gli avevo appena mandato un messaggio su Whatsapp".

"Poi arrivarono degli agenti di polizia a casa e mi dissero che non c'era più", aggiunge, commosso. "Purtroppo non posso fare più nulla, non posso riportarlo indietro, ma voglio fare qualcosa per cambiare la legge. Serve giustizia". 

LEGGI ANCHE