15 Oct, 2025 - 15:50

Giacomo morto a 2 anni in ospedale nel 2019, cinque medici a processo: "Lottiamo per avere giustizia"

Giacomo morto a 2 anni in ospedale nel 2019, cinque medici a processo: "Lottiamo per avere giustizia"

Giacomo aveva appena due anni quando è morto all'ospedale Bambino Gesù di Roma. Il piccolo, affetto da una grave patologia cardiaca fin dalla nascita, era stato trasferito d'urgenza nella Capitale dalla Calabria, dove viveva.

Dopo sei anni dalla sua morte, segnati da una complessa vicenda giudiziaria e una prima archiviazione del caso, è arrivato il rinvio a giudizio di cinque medici. 

Giacomo, morto a due anni in ospedale a Roma: cinque medici a processo per omicidio colposo

Giacomo, nato a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, era stato operato una prima volta presso presso il Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina, struttura collegata al Bambino Gesù.

In seguito era stato trasferito a Roma, dove è morto. Secondo l'accusa, al bimbo era stato impiantato un pacemaker in maniera non corretta e i medici dell'ospedale romano sarebbero intervenuti con "macroscopico ritardo".

Vennero inoltre "mal posizionate le cannule arteriosa e venosa a sinistra del collo al paziente” che versava in “arresto cardiocircolatorio prolungato", come riporta AdnKronos.

Sul caso era stata avviata un'inchiesta, poi archiviata. Successivamente era stato aperto un nuovo fascicolo nei confronti dei medici, dopo che nuovi elementi sono stati presentati ai giudici.

Il Gup di Roma ha quindi deciso per il rinvio a giudizio dei professionisti del Bambino Gesù, accusati di omicidio colposo.

Il processo inizierà il 19 novembre.

I familiari di Giacomo: "Lottiamo per te"

I genitori e i nonni di Giacomo sono parti civili e offese, assistiti dagli avvocati Jacopo Macrì e Domenico Naccari.

"Solo tu sai quanto io e papà ti amiamo e quanto continueremo a lottare per darti giustizia. Sei sempre stato con noi" scrive la mamma del bimbo su Facebook.

Anche il nonno ha rilasciato delle toccanti dichiarazioni dopo la notizia del rinvio a giudizio.

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Il processo probabilmente finirà in prescrizione perché i tempi sono stretti e questo è il fallimento della giustizia, ma il bambino si poteva salvare, e lo diciamo in tutti i modi. Per me Giacomo è stato ucciso, non mi fermerò davanti a nulla ma andrò avanti fino in fondo. La giustizia non può permettere che accadano fatti come questi.

Il bambino, arrivato a Roma la sera del 31 dicembre 2018, è stato operato il giorno dopo

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nonostante il primario dell’ospedale di Polistena avesse già comunicato che il bambino sarebbe morto se non fosse stato operato immediatamente. È questo quello che fa male, perché il bambino si sarebbe potuto salvare

sostiene l'uomo, come riporta l'AdnKronos.

La difesa 

La decisione del gup di Roma

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ha dell’incomprensibile anche a fronte delle richieste della procura che aveva insistito per l’espletamento di una perizia e comunque per il proscioglimento degli indagati

afferma l'avvocato Gaetano Scalise, noto penalista e difensore degli indagati. Dopo la richiesta del rinvio a giudizio, infatti, nel corso dell'udienza preliminare un altro pm aveva invece sollecitato il non luogo a procedere oppure una perizia.

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La circostanza che le posizioni siano state tutte accomunate, senza alcuna differenziazione, dimostra un approccio superficiale alle questioni prospettate nel corso dell’udienza e che avremo comunque modo di fare apprezzare in dibattimento

spiega il legale.

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Si tratta di una vicenda certamente triste, nella valutazione della quale ha prevalso la componente umana.

 

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