16 Oct, 2025 - 12:28

Accogli o paghi? Nessuna della due! Gli Stati UE fanno i furbi sui migranti: costi e caos sono solo affari dell'Italia

Accogli o paghi? Nessuna della due! Gli Stati UE fanno i furbi sui migranti: costi e caos sono solo affari dell'Italia

Alla faccia della solidarietà, in Europa nessuno vuole pagare per i migranti: sono un costo che non possono permettersi, dicono, ma dove erano tutti quando quel costo lo pagavamo quasi esclusivamente noi in Italia?

Non vogliono accoglierli e non vogliono neanche pagare per loro. I nostri centri di accoglienza sono pieni, dicono ancora. Ebbene, quelli italiani sono esplosi - metaforicamente e non - ormai da anni nell'indifferenza generale.

Fino a quando l'Italia non ha deciso di puntare i piedi con il governo Meloni, l'accoglienza della nuova Europa inclusiva e senza barriere era praticamente riassunta in una frase: i migranti sono un problema esclusivo dei Paesi in cui sbarcano, ovvero, il nostro. 

E ora che si avvicina il meccanismo di solidarietà (o accogli o paghi) previsto dal Patto per la Migrazione e l’Asilo per giugno 2026, sembra che tutti gli altri Stati UE siano diventati sovranisti, pensando solo al proprio orticello senza alcuna reale volontà di aprire le porte o farsi carico del problema.

In Europa la solidarietà non riguarda i migranti: molti Stati “chiudono le porte”

Il meccanismo di solidarietà obbligatoria del Patto UE sui migranti prevede che gli Stati membri scelgano tra accogliere la quota di migranti a loro assegnata o pagare un contributo finanziario per i mancati collocamenti.

Il cronoprogramma prevede la sua entrata in vigore entro giugno 2026, ma le notizie arrivate dal summit dei ministri degli Interni a Lussemburgo nei giorni scorsi sono tutt’altro che incoraggianti. 

Molti Stati UE – principalmente quelli del centro e nord Europa - hanno detto di non essere intenzionati ad accogliere la quota di persone migranti a loro assegnata e qualcuno ha anche detto di non essere disposta a pagare per la clausola di solidarietà. 

La ministra per l’Asilo e la Migrazione del Belgio, Anneleen Van Bossuyt, ha chiarito che il suo Paese ha già “un onere sproporzionato” e che il suo governo ha deciso che  contribuirà al meccanismo di solidarietà solo con “mezzi finanziari, perché i nostri centri di accoglienza sono pieni" ma solo se tutti si assumeranno le loro responsabilità. 

Anche il suo omologo svedese Johan Forssell ha sottolineato come la Svezia abbia accolto “tantissime persone in cerca di asilo negli ultimi dieci anni pur essendo solo un Paese di medie dimensioni con 11 milioni di abitanti”. 

Il ministro degli interni polacco, Marcin Kierwiński, ha assicurato che “per molti anni non si parlerà di alcun trasferimento che coinvolga la Polonia" e che Varsavia vuole essere “esente da questi meccanismi”. 

I leader di Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia – Robert Fico, Viktor Orbán, Andrej Babiš e Karol Nawrocki – si sono espressi all'unisono contro il nuovo Patto UE sulle migrazioni di Bruxelles, definendolo un "dettato, non una solidarietà".

Cpr pieni, l’UE lascia l’Italia a combattere la crisi migratoria da sola

Una mancata solidarietà che danneggia soprattutto l’Italia e gli altri paesi di primo ingresso su cui grava il peso maggiore dell’accoglienza.

Le persone che sbarcano sulle coste italiane o greche, infatti, vanno poi ridistribuite anche negli altri Stati UE che potranno scegliere se accoglierle o se pagare per finanziare la gestione e la ricollocazione in altri Stati o in centri da allestire in Paesi terzi.

Per molti anni il meccanismo di ridistribuzione delle persone sbarcate sulle nostre coste è stato gravemente sbilanciato a sfavore dell’Italia che in virtù del regolamento di Dublino è stata lasciata sola a gestire l’emergenza legata ai flussi migratori. 

In Europa non vogliono più migranti perché i loro centri di accoglienza sono pieni. In Italia, tuttavia, la situazione non è migliore. I nostri centri di accoglienza e rimpatrio sono ormai al collasso.

C'è poi il capitolo rimpatri che è un'altra nota dolente per la difficoltà con cui vengono effettuati. Negli ultimi mesi, il modello Albania, del governo italiano sta raccogliendo consensi anche tra gli altri leader europei.

Centri accoglienza in Italia al collasso: ecco i dati del Ministero dell'Interno

Nonostante il calo degli sbarchi, la situazione nei centri di accoglienza italiani resta drammatica.

Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, i centri di accoglienza in Italia sono sovraffollati ben oltre la loro capacità progettuale. 

Il numero di migranti accolti supera abbondantemente i limiti previsti per le strutture, in particolare per i grandi centri che ospitano oltre 300 persone.

Nel 2025, sono quasi 143.000 le persone complessivamente accolte nel sistema nazionale, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, coerente con i circa 55.000 sbarchi registrati fino a oggi.

L’aumento delle strutture di grande capacità, cresciute del 360% solo nel 2023, non è stato sufficiente ad arginare il sovraffollamento critico, che continua a generare una gestione emergenziale.

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