L’Europa sembra prepararsi a una nuova era di tensioni globali, tra il timore di una terza guerra mondiale e la spinta verso una difesa comune. Mentre Bruxelles accelera sulla militarizzazione dell’Unione e sulla “Defence Readiness Roadmap 2030”, Viktor Orban rompe il silenzio e lancia un duro monito: “L’Ue vive in una psicosi di guerra autoimposta”. Le sue parole scuotono l’equilibrio europeo.
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, continua a porsi come un’opposizione ferrea alle decisioni dell’Unione Europea riguardo alla guerra in Ucraina e alla recente tabella di marcia sulla difesa comune.
Durante la sessione plenaria della Conferenza permanente ungherese (Maert), Orban ha pronunciato un discorso fortemente critico nei confronti di Bruxelles denunciando la retorica di alcuni leader europei che trattano il conflitto come se fosse una guerra interna all’Europa anche se formalmente non ne fa parte e non vi sono truppe europee sul campo.
Nelle ultime settimane, Bruxelles ha incoraggiato ulteriori aiuti militari a Kiev e promosso una crescente militarizzazione del blocco europeo.
Il premier ungherese ha affermato:
Orban ha denunciato quella che definisce una “psicosi autoimposta” sottolineando come l’escalation militare tra Occidente e Russia abbia raggiunto il massimo livello di rischio di coinvolgimento bellico per l’Europa. Ha criticato apertamente le scelte di Bruxelles e dei governi europei che, a suo avviso, alimentano la spirale della guerra invece di cercare la pace.
Le sue parole riflettono la convinzione che l’Europa stia perdendo la prudenza diplomatica che in passato aveva preservato la stabilità del continente. Il suo messaggio è chiaro: l’UE, invece di restare un baluardo della pace, si starebbe lasciando trascinare verso una guerra che non ha voluto, ma che rischia di coinvolgerla sempre più a fondo, sia militarmente sia politicamente.
Orban, ha descritto la situazione europea con parole forti, sottolineando che i leader dell’UE parlano della guerra russo-ucraina come se fosse una loro guerra, portando l’intero continente in uno stato di "psicosi bellica".
Ha evidenziato che, anche in uno scenario di fine della guerra, l’Europa entrerebbe in una prolungata corsa agli armamenti.
Il 16 ottobre 2025, l'Unione Europea ha svelato la nuova strategia di difesa del blocco, la "Defence Readiness Roadmap 2030", che ridefinirà l'identità del continente come un attore militare più reattivo. Questa tabella di marcia traccia un percorso chiaro per raggiungere una piena prontezza alla difesa entro il 2030, concentrandosi su investimenti coordinati, rafforzamento industriale e integrazione delle capacità militari degli Stati membri.
In questo contesto, Orban ha anche accusato Bruxelles di aver ostacolato gli sforzi di pace guidati dagli Stati Uniti. A suo parere, tali impegni avrebbero potuto portare a un accordo per il cessate il fuoco.
Questa forte critica verso Bruxelles riflette le posizioni ormai consolidate del premier ungherese, che continua a parlare apertamente contro le politiche di riarmo e contro l’intervento europeo nel conflitto tra Russia e Ucraina.
Il discorso di Orban mette in evidenza un’Europa divisa, fragile e sempre più prigioniera delle proprie contraddizioni interne.