17 Oct, 2025 - 15:03

Bologna, inneggiava all'Isis e conservava manuali per esplosivi: 18enne arrestato per terrorismo

Bologna, inneggiava all'Isis e conservava manuali per esplosivi: 18enne arrestato per terrorismo

Per mesi avrebbe navigato su siti del deep web riconducibili all'estremismo islamico e alla propaganda jidahista, raccogliendo materiale su come fabbricare ordigni esplosivi. Un 18enne italiano di origine maghrebina residente in provincia di Ravenna è stato ora arrestato dalla Digos di Bologna per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo.

Il gip del Tribunale per i minori, su richiesta della Procura, ne ha disposto il collocamento in una comunità: un gesto volto al suo recupero, ma anche alla prevenzione. Non si esclude infatti che il ragazzo stesse preparandosi - dopo una sorta di autoaddestramento - ad azioni operative. 

L'indagine e l'analisi degli indirizzi IP: così il 18enne è stato scoperto

Tutto è iniziato diversi mesi fa, quando, a seguito di alcune specifiche segnalazioni, la Digos di Bologna ha avviato delle indagini su indirizzi IP italiani collegati a piattaforme del deep web impegnate nella diffusione di propaganda jihadista.

Tra i siti monitorati c'erano - secondo Il Corriere della Sera - network multimediali come l'Al-Raud Media Archive, noto per ospitare materiale proveniente dai canali ufficiali dello Stato Islamico tipo la rivista Al-Naba, la fondazioni Al-Furqan e la radio Al-Bayan.

Il 18enne sarebbe stato tra i fruitori più attivi. L'analisi del traffico Internet dei suoi dispositivi ha rilevato non solo la consultazione dei contenuti, ma anche la loro condivisione ripetuta tramite gruppi di messagistica istantanea e profili social, talvolta protetti da nickname. Anche mentre era ancora minorenne.

Tra i materiali sequestrati anche manuali per esplosivi: "Sospetta radicalizzazione"

Durante le perquisizioni domiciliari, gli investigatori hanno sequestrato in casa del ragazzo numerosi manuali per la fabbricazione di esplosivi artigianali, testi religiosi con interpretazioni fondamentaliste e materiale inneggiante alla jihad.

Nei suoi dispositivi sono stati inoltre rinvenuti contenuti legati all'Isis e ad Al-Qaeda, come video di promozione di azioni violente. Secondo gli inquirenti, il giovane aveva intrapreso, in pratica, un percorso di radicalizzazione, mostrando segnali di preparazione a una possibile attività operativa.

Un quadro grave, che ha portato a considerarlo "pericoloso", rendendo necessario un intervento volto alla prevenzione: il gip del Tribunale per i minori di Bologna, alla fine, ha accolto la richiesta della Procura e ne ha disposto il collocamento in una comunità.

Collaborazione internazionale, indagini e altri casi simili 

L'indagine sul ragazzo di Ravenna ha beneficiato della collaborazione della polizia di altri Paesi. Solo così è stato possibile incrociare i dati e arrivare al fermo. 

Nei prossimi mesi, la Digos continuerà ad analizzare i dispositivi elettronici che gli sono stati sequestrati per chiarire se avesse preso contatti con reti jihadiste nazionali e internazionali.

L'obiettivo è verificare l'esistenza di legami con altre persone coinvolte in attività terroristiche e completare il quadro probatorio a sostegno delle accuse di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo.

Un'attività di indagine che rientra in un monitoraggio più ampio. Negli ultimi anni, sul territorio italiano si è registrato, in effetti, un aumento della diffusione di materiale estremista.

L'ultimo caso degno di nota si era registrato a Firenze, dove un ragazzo tunisino di 15 anni era stato fermato per arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e porto di armi e oggetti atti ad offendere.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, anche lui - come il 18enne - aveva intrapreso un percorso di radicalizzazione, mostrando interesse per la "guerra santa", le armi e la costruzione di ordigni in casa. 

Attraverso piattaforme di messagistica protette e anonime, aveva persino prestato giuramento a un'organizzazione e tentato di arruolare altre persone. Dinamiche simili a quelle osservate nel caso di Ravenna.

Anche per lui, l'intervento della magistratura minorile era stato immediato. Stessa attenzione c'è stata nei confronti di un 31enne che diffondeva contenuti jihadisti su TikTok

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