20 Oct, 2025 - 13:14

Caro Adani, facile parlare: giocare nel Como è un conto, vestire la maglia della Juve è un'altra storia

Caro Adani, facile parlare: giocare nel Como è un conto, vestire la maglia della Juve è un'altra storia

Durante la puntata de La Domenica Sportiva di ieri sera, Daniele Adani ha celebrato la vittoria del Como, sottolineando la qualità dell’impresa contro la Juventus.

Nel suo commento, l’ex difensore e opinionista ha elencato alcuni dei protagonisti della formazione lariana, evidenziando come «nessuno di loro giocherebbe mai nella Juve», quasi a voler rimarcare il divario tecnico e a nobilitare la prestazione dei comaschi.

Un’analisi affascinante in superficie, ma parziale nella sostanza. Perché dire che “quei giocatori non giocherebbero nella Juve” è vero, forse, tecnicamente — ma ignora un dettaglio enorme: la differenza di pressione, responsabilità e aspettative.
Giocare nel Como, oggi, è un onore. Ma giocare nella Juventus è un mestiere da gladiatori.

Nel Como puoi sognare, nella Juve devi vincere

È facile parlare di “impresa” quando si gioca senza nulla da perdere. Quando ogni vittoria vale come un trionfo e ogni sconfitta viene archiviata come esperienza.

Al Como, come in molte squadre emergenti, ogni punto è guadagnato, ogni impresa diventa leggenda. Alla Juventus, invece, ogni punto perso è un dramma.

Ecco la differenza che Adani dimentica: a Como puoi osare, rischiare, divertirti. Alla Juventus non puoi sbagliare mai.

Ogni errore finisce sui giornali, ogni prestazione opaca scatena un processo mediatico, ogni sconfitta diventa un caso nazionale. La maglia bianconera pesa, e non tutti riescono a reggerla come del resto quelli che la stanno indossando adesso!

Non è un caso se, da oltre un secolo, quella maglia rappresenta la cultura della vittoria, non dell’impresa episodica. 

Chi veste la casacca bianconera della Vecchia Signora sa che la Juve non gioca per “fare bella figura”: gioca per scrivere la storia. Poi che i giocatori bianconeri di oggi non sono all'altezza per scriverla (a parer mio) questa è un'altro paio di maniche!

L’impresa dei “sconosciuti”? Onore a loro, ma il peso non è lo stesso

Nessuno mette in dubbio il valore sportivo del Como o il merito dei suoi protagonisti.
Ma è intellettualmente disonesto far passare l’idea che la Juve ha perso contro giocatori che non potrebbero essere mai da Juve. 

Un giocatore del Como, ovvero il Butez, il Diego Carlos, il Smolcic, il Kempf, il Voyvoda, il Da Cunha, il Perrone, il DouviKas, il Posch e il Caqueret di turno (tutti quelli citati da Adani) quando affronta la Juventus, gioca la partita della vita, e se dovesse indossare quella bianconera non giocherebbe mai così, farebbe quello che sta fecendo per esempio Koopmeiners a Torino.

Un giocatore della Juve, quando affronta il Como, invece, gioca una delle tante partite che deve vincere per forza.
E questa asimmetria psicologica cambia tutto: la libertà di chi può sognare contro la rigidità di chi deve confermare ogni giorno il proprio status.

L’eroe di giornata del Como, oggi osannato, domani potrà tornare a giocare senza pressioni.
Il giocatore bianconero, invece, vive in un ambiente dove ogni pareggio vale come una sconfitta e ogni sconfitta è una tragedia nel vero senso della parola.

La differenza si chiama “mentalità da Juve”

Chi ha indossato la maglia bianconera, da Del Piero a Chiellini, da Buffon a Nedved, lo sa: giocare nella Juve significa vivere sotto esame ogni singolo giorno.

Non si vince per caso, si vince perché si regge il peso di essere giudicati a ogni passo. Oggi i giocatori che compongono la rosa di Tudor evidentemente non riescono a vincere proprio perché non riescono a sopportare il peso di essere giudicati a ogni passo.

La Juventus non è solo una squadra di calcio, è una macchina che misura la tenuta mentale, non solo quella tecnica.

È facile entusiasmare il pubblico una domenica contro i giganti. È difficilissimo ripetersi, settimana dopo settimana, sapendo che ogni vittoria è “normale” e ogni passo falso è un fallimento.

Adani, l’impresa è restare grandi quando tutti vogliono vederti cadere

Adani ha ragione a lodare il coraggio del Como, ma sbaglia quando riduce la Juventus a una squadra “battuta da chi non giocherebbe mai lì”  ovvero da chi non sarebbe mia stato il prescelto di  Tudor. Perché è proprio questo il punto: indossare quella maglia non è per tutti.

Non per mancanza di talento, ma per mancanza di resistenza mentale. Chi gioca nella Juve non può “fare l’impresa”. Deve fare la storia.
E questo, caro Adani, è infinitamente più difficile. 

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