La Germania sta vivendo una fase critica di bilanciamento tra responsabilità umanitarie e pressioni economiche e sociali. Da un lato, il paese continua a fornire armi e supporto politico a Kiev, dall’altro deve affrontare un’opinione pubblica che si mostra sempre più diffidente e critica verso i rifugiati, soprattutto quelli che faticano ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Un nuovo sondaggio dell'istituto INSA per il giornale tedesco BILD dimostra come la questione dei rifugiati di guerra dall'Ucraina continua a dominare il dibattito sociale e politico in Germania, con un crescente scetticismo verso le attuali politiche di sostegno.
Il sondaggio, pubblicato il 18 ottobre 2025, ha rilevato l'insoddisfazione di molti cittadini tedeschi riguardo alle norme vigenti in materia di indennità di cittadinanza e rimpatri.
Il 62 per cento dei tedeschi si è detto favorevole al rimpatrio immediato degli uomini ucraini abili lavoratori, mentre il 18 per cento si è opposto a questa idea.
Secondo i dati del ministero degli Interni tedesco, pubblicati nel febbraio 2025, in Germania si trovano circa 1.250.000 rifugiati provenienti dall'Ucraina. Di questi, 773mila (il 62 per cento) sono adulti tra 18 e 63 anni, e 117mila (il 9 per cento) hanno un’età pari o superiore a 64 anni. Circa il 63 per cento dei rifugiati è costituito da donne e il 37 per cento da uomini.
Secondo i dati dell'UNHCR, i rifugiati ucraini registrati in Europa sono oltre 5.190.000, con oltre 560mila extra confine europeo. La Germania è il paese che ospita più rifugiati in Europa, seguita dalla Polonia con oltre un milione.
Secondo quanto riporta Bild, circa 6,3 miliardi di euro di sussidi statali vengono erogati a circa 700 mila ucraini.
Il 66 per cento degli intervistati è contrario al pagamento di tali sussidi ai rifugiati di guerra ucraini. Questa inclinazione negativa potrebbe essere legata anche alle difficoltà di integrazione nel mercato del lavoro, visto che solo un ucraino su tre residente in Germania ha un lavoro.
Uno studio del think tank ucraino Center for Economic Strategy (CES), pubblicato il 21 febbraio 2025, evidenzia che sempre meno rifugiati ucraini prevedono di tornare nel proprio paese. La percentuale di chi intende farlo è scesa dal 74 per cento di dicembre 2022 al 43 per cento entro la fine del 2024.
Non va escluso che a influenzare questa tendenza possano essere il protrarsi della guerra e i rischi per la sicurezza.
Il sondaggio mostra come l’opinione pubblica nei paesi di accoglienza sia mutata nei confronti dei rifugiati ucraini.
La guerra tra Russia e Ucraina non dà segni di arresto e la diplomazia messa in campo dagli Stati Uniti finora non ha prodotto risultati significativi. I fatti restano quindi complessi.
Rispetto ai primi tempi del conflitto, sarebbe aumentato il flusso di uomini in Germania, soprattutto dopo che a fine agosto 2025 Kiev ha revocato il divieto di viaggio per ucraini tra i 18 e i 22 anni. I media tedeschi sottolineano che ciò ha portato ad un aumento notevole degli uomini ucraini che richiedono protezione.
Questo quadro mette in luce un forte contrasto fra il ruolo internazionale della Germania, quale sostenitrice militare dell’Ucraina e le crescenti difficoltà di integrazione e sostenibilità interna del fenomeno migratorio.
In vista dell'approvazione del bilancio del 2026, il governo di coalizione guidato da Friedrich Merz sembra intenzionato a modificare le regole sulle indennità.
Il quadro che emerge è quello di una Germania impegnata a trovare un equilibrio tra responsabilità umanitarie, pressioni interne e politiche in evoluzione.
Il sondaggio e le dinamiche attuali segnano dunque un momento di svolta, in cui la Germania dovrà affrontare e rispondere alle crescenti contraddizioni tra solidarietà esterna e difficoltà di accoglienza interna, un compito complesso e delicato, tra spinte contrastanti e pressioni politiche sia domestiche che internazionali.