Abito blu ciano con papillon abbinato, camicia e scarpe bianche: così Louis Dassilva si è presentato oggi, 20 ottobre 2025, davanti alla Corte d'Assise di Rimini per la seconda udienza del processo che lo vede imputato per l'omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023 nel garage della sua abitazione di via del Ciclamino.
Seduto alla sbarra, accanto ai suoi legali, Riario Fabbri e Andrea Guidi, il 35enne senegalese è rimasto per tutto il tempo concentrato e in silenzio. Come la moglie, Valeria Bartolucci, tra il pubblico assieme ai familiari della vittima, i figli Giuliano - Giacomo e Chiara Saponi - costituitisi parte civile con gli avvocati Marco e Monica Lunedei. Assente, invece, Manuela Bianchi.
All'inizio dell'udienza - stamattina, poco dopo le 10:30 - la Corte, presieduta dalla giudice Fiorella Casadei, ha comunicato di aver respinto tutte le eccezioni preliminari che erano state sollevate dai legali di Dassilva.
In particolare, la difesa del 35enne aveva chiesto di dichiarare la nullità dell'incidente probatorio relativo alla testimonianza di Manuela Bianchi (nuora della vittima), la nullità del decreto di rinvio a giudizio e quella delle aggravanti (premeditazione e crudeltà).
Aveva contestato, inoltre, la presunta tardività delle autorizzazioni per le intercettazioni ambientali riguardanti i dialoghi intercorsi tra la Bianchi e Dassilva (all'epoca amanti) nella sala d'attesa della questura di Rimini, nei giorni successivi all'omicidio della 78enne.
Non è tutto. La Corte ha infatti detto "no" anche alla possibilità per Dassilva di accedere al rito abbreviato che - in caso di condanna - gli avrebbe consentito di beneficiare di uno sconto di un terzo della pena. Via dunque a un processo ordinario: considerata l'entità delle accuse che gli vengono rivolte, il 35enne - che dall'inizio si dichiara innocente - rischia una condanna all'ergastolo.
Secondo la Procura - è bene ricordarlo - Dassilva avrebbe ucciso Pierina Paganelli, sua vicina di casa, per paura che la donna scoprisse la relazione extraconiugale che lo legava alla nuora, Manuela Bianchi, e ne parlasse con la moglie, Valeria Bartolucci.
Una ricostruzione da sempre smentita dalla difesa: per gli avvocati Fabbri e Guidi, Dassilva sarebbe stato incastrato. Da qui la decisione di depositare una lista di 149 testimoni - tra cui Loris Bianchi, fratello di Manuela, e altri - da ascoltare per arrivare, dicono i legali, a "un'ipotesi alternativa".
"Non tutti sono stati ammessi. Di 55 - su accordo delle parti - sono state acquisite le sommarie informazioni. Diciamo che quelli che per noi erano fondamentali saranno sentiti",
il commento, post-udienza, dell'avvocato Fabbri a Tag24. Insieme al collega Guidi, il legale ha anche chiesto un confronto in aula tra Dassilva e l'ex amante (sua principale accusatrice). Sul punto, la Corte si è riservata di decidere.
La prossima udienza - in cui avrà inizio l'audizione dei primi testimoni - è stata fissata per il 10 novembre. "Siamo soddisfatti", la valutazione complessiva della difesa dell'imputato.
Dal canto loro, i figli della vittima - Giuliano, Giacomo e Chiara Saponi - parte civile nel procedimento con i legali Marco e Monica Lunedei, attendono giustizia. Prima di entrare in Tribunale, intercettati dai giornalisti, in mattinata avevano ribadito di credere nella colpevolezza di Dassilva.
Se "inizialmente non credevo a un collegamento tra il misterioso incidente di mio fratello Giuliano (quello del 7 maggio 2023, ndr) e l’omicidio di mia madre ora invece sono convinta che le due cose siano connesse", aveva aggiunto Chiara Saponi.
Se sia davvero così, sarà il processo a chiarirlo. O altre eventuali indagini. Lo stesso Giuliano, dopo aver recuperato sprazzi di memoria, si è infatti rivolto alla Procura, chiedendo accertamenti su alcuni messaggi rinvenuti sul suo smartphone e, secondo lui, meritevoli di attenzione.
Le dichiarazioni di Giuliano Saponi ai microfoni della trasmissione Rai "Storie Italiane" - 18 settembre 2025.