22 Oct, 2025 - 15:12

M5S, ora è lotta per il simbolo: ma c'era Beppe Grillo anche dietro le dimissioni di Chiara Appendino?

M5S, ora è lotta per il simbolo: ma c'era Beppe Grillo anche dietro le dimissioni di Chiara Appendino?

E se dietro le dimissioni da vicepresidente del Movimento Cinque Stelle di Chiara Appendino ci fosse Beppe Grillo?

Dopo mesi di silenzio e di sofferenza (tra l'altro, anche per la condanna inflitta in primo grado al figlio Ciro), l'Elevato è tornato a far parlare di sé: a pochi giorni dalle dimissioni dell'ex sindaca di Torino da vicepresidente del Movimento, ha riattivato il dominio originario del partito.

Che significa questa mossa? 

In politica non sempre due più due fa quattro. E a Grillo spesso e volentieri è piaciuto essere criptico. Ma molti hanno commentato la sua mossa come un segnale di sfida che si inserisce in un momento già di forte tensione interna e di incertezza sul futuro del Movimento.

Perché Beppe Grillo dopo le dimissioni di Appendino è tornato a farsi vivo

La mossa di Beppe Grillo, che ha già suscitato molte discussioni tra gli addetti ai lavori e gli osservatori politici, sembra essere molto più di un semplice atto simbolico: rappresenta un tentativo di riaffermare il proprio ruolo politico e di preparare il terreno per un possibile contenzioso legale sul simbolo del partito.

Il sito riattivato si presenta con il logo storico, riconoscibile a tutti gli elettori del Movimento: il nome "Movimento 5 Stelle" in nero, con la "V" in rosso, accompagnata da cinque stelle gialle e l'indirizzo internet integrato.

È una scelta che richiama immediatamente la storia e le origini del movimento, prima che finisse in mano a Giuseppe Conte.

Il debito del Movimento nei confronti di Grillo

Un altro elemento interessante di questa operazione, in ogni caso, è la presenza di documenti contabili caricati sul sito, tra cui il rendiconto 2024 dell’associazione legata a Grillo e i rendiconti delle elezioni europee dello stesso anno.

Proprio da questi documenti emergono dettagli come un debito complessivo di 8.844 euro che il Movimento avrebbe maturato nei confronti di Grillo, a cui si aggiungono altri piccoli importi.

Sta di fatto che Grillo crede di essere molto più in credito verso la sua creatura dal punto di vista politico.

Il fondatore, proprio come Chiara Appendino, vorrebbe un Movimento autonomo rispetto agli altri partiti, senza alleati, proprio come era all'inizio.

Conte, invece, l'ha collocato organicamente nel centrosinistra imponendo la sua dottrina "progressista".

Il caso del simbolo

Non è la prima volta, in ogni caso, che Grillo gioca la carta del simbolo contro l'attuale presidente del Movimento, Giuseppe Conte.

La riattivazione del dominio .it rappresenta il primo indirizzo web legato al movimento e ha preminenza rispetto all’attuale sito ufficiale guidato da Conte.

Ma questa mossa "tecnica" non è isolata: si inserisce in un quadro più ampio di lotta per le identità e le proprietà del simbolo.

Fonti vicine a Grillo hanno confermato che il passo è preparatorio a una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi che potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla stessa struttura organizzativa e, di sicuro, sull’immagine pubblica del Movimento Cinque Stelle.

Se da un lato Conte mantiene il controllo sul sito .eu e sulla leadership quotidiana, dall’altro questa iniziativa potrebbe complicare il quadro interno e creare ulteriori divisioni, alimentando, dopo lo strappo di Appendino, uno scontro che sembra essere sia di natura legale che politica.

Il Movimento dalla lotta alla casta alle carte bollate

Il Movimento 5 Stelle, nato nel 2009 come forza anti-establishment, sta attraversando un momento di transizione delicato.

La riattivazione del sito storico rischia di riaccendere vecchie ferite e di riaprire polemiche sulla proprietà del marchio e sulla sua gestione.

La vicenda si inserisce in un contesto di instabilità, che potrebbe avere ripercussioni anche in vista delle prossime consultazioni elettorali, dove il partito si gioca molto del suo futuro, soprattutto in Campania dove candida a governatore uno della sua vecchia guardia: Roberto Fico.

 

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