Procede scandita da colpi di scena e rivelazioni l'inchiesta che vede indagato Andrea Sempio per l'omicidio - in concorso con ignoti o con Stasi - della 26enne Chiara Poggi.
Nelle scorse ore, i riflettori sono tornati a puntare sullo scontrino di un parcheggio che nel 2008 Sempio consegnò ai carabinieri come prova del fatto che la mattina del delitto si trovasse lontano da Garlasco.
Un alibi che, nel 2017, contribuì all'archiviazione della sua posizione, ma che oggi, secondo un nuovo testimone, potrebbe vacillare: il famoso biglietto, in sostanza, potrebbe essergli stato fornito da altri.
Ne abbiamo parlato con l'avvocato Fabrizio Gallo, difensore del collega Massimo Lovati, che aveva già sollevato dubbi sulla versione fornita dall'indagato e dalla sua famiglia.
Secondo Gallo, "bastava leggere le carte e avere un po' di astuzia processuale e legale per capire che la dinamica della presentazione di quello scontrino poteva trasformarsi in un boomerang (per Sempio, ndr)".
Il senso è chiaro: senza riscontri oggettivi - e lo scontrino, ricordiamolo, non presenta elementi identificativi univoci, come la targa del veicolo - un documento simile rischia di produrre "l'effetto contrario a quello desiderato", trasformandosi in
per dirlo con le parole del legale. "Sempio è difeso da bravissimi colleghi, gli avvocati Cataliotti e Taccia", ci tiene a precisare Gallo, facendo intendere che il suo discorso potrebbe riguardare "qualsiasi indagato".
Secondo indiscrezioni ancora da confermare (gli atti sono secretati), il super testimone che avrebbe smentito l'attribuzione dello scontrino a Sempio sarebbe una persona a lui vicina, forse addirittura un familiare.
L'avvocato Gallo, interpellato in merito dopo le sue dichiarazioni a "Mattino 5", non è entrato nei dettagli. "Potrebbe essere", ha ammesso, avanzando però una possibile spiegazione sul motivo del suo "ritardo" nel farsi avanti.
"Sicuramente è qualcuno che, preso dal rimorso per aver aiutato un altro soggetto in una questione così grave, si è sentito braccato. Sta montando questa storia dello scontrino, forse ha deciso di andare dai carabinieri per cercare di risolvere il fatto nella maniera più veritiera possibile", ha dichiarato a Tag24.
Pochi giorni fa Sempio ha revocato il mandato al suo storico difensore, Massimo Lovati. Oggi la notizia del testimone inedito. Un tempismo che ha spinto alcuni a ipotizzare un legame tra i due eventi.
Gallo lo esclude. "Secondo me è una pura coincidenza, lo dicono i fatti. Certo è che l'avvocato Lovati finora ha fatto bene e avrebbe continuato a farlo", ha detto. Come aveva già fatto, del resto, ipotizzando che solo grazie al suo ex legale Sempio fosse riuscito a evitare una misura di custodia cautelare.
Lovati, dal canto suo, si era detto molto dispiaciuto per "l'uscita di scena", ma senza mostrare rancore. Ora dovrà difendersi, proprio tramite Gallo, da accuse che lo riguardano direttamente in merito a delle esternazioni fatte sul caso.
Gallo ha fatto sapere di aver depositato proprio oggi una memoria difensiva in suo favore nel procedimento che lo vede imputato per diffamazione aggravata dopo una querela presentata dai figli del professor Giarda, storico consulente della difesa di Stasi.
"Abbiamo chiarito determinate posizioni e presentato una memoria che dovrebbe renderlo estraneo a questo reato", le parole dell'avvocato. Quanto alle voci su una presunta partecipazione di Lovati a un talent show, Gallo afferma: "Non ne so niente".
Del resto, dopo essere finito al centro di un polverone per le interviste rilasciate a Corona, Lovati si sarebbe "chiuso in un mutismo" anche con lui. "È molto affranto", sostiene Gallo, "sullo scontrino non ha detto nulla in più di quello che non abbia già detto".