27 Oct, 2025 - 11:53

Manovra bollente? Macchè, nel centrodestra si litiga, ma per i voti non per i conti...

Manovra bollente? Macchè, nel centrodestra si litiga, ma per i voti non per i conti...

Nel centrodestra guidato da Giorgia Meloni si moltiplicano le tensioni, soprattutto tra i suoi vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, mai davvero in sintonia.

Le divergenze sulla manovra economica sono solo la punta dell’iceberg: i contrasti potrebbero nascere da motivi politici più profondi.

Le manovre economiche sono da sempre tra i passaggi più complicati per la stabilità di una maggioranza di governo, ma le tensioni che stanno caratterizzando l'ultima Legge di Bilancio sembrano andare oltre alla fisiologica dialettica tra alleati.

Per comprendere il nervosismo – che a volte sembra quasi ansia da prestazione – dei suoi alleati è necessario allargare la visuale. Bisogna guardare al di là dell'equazione: manovra di bilancio uguale litigi e prendere in considerazione anche altre variabili come i sondaggi politici e l'approssimarsi delle elezioni politiche del 2027.

Nei sondaggi, Fratelli d’Italia di Meloni è molto più forte di Lega e Forza Italia, e questo crea nervosismo tra gli alleati. In realtà, anche se non lo dicono apertamente, molti esponenti del centrodestra pensano già a quella scadenza elettorale.

Al momento, però, l’unica che può permettersi di restare serena è Giorgia Meloni.

Sondaggi e nervi tesi, la manovra è solo una scusa

Analizziamo la prima variabile, ovvero quella dei sondaggi politici sulle intenzioni di voto degli italiani per il 2027.

Da mesi Fratelli d'Italia è stabilmente intorno al 30%: in pratica se si votasse domani Giorgia Meloni vincerebbe praticamente da sola.

Questo spiega perché la premier si mostra tranquilla e sicura, anche di fronte ai litigi tra i suoi alleati: la sua posizione di forza le permette di non preoccuparsene troppo.

Differente, invece, è la situazione di Forza Italia e Lega da mesi bloccati intorno al 9% (più spesso sotto che sopra). Troppo poco per poter stare tranquilli.

Ecco spiegata, quindi, anche quella certa ansia da prestazione che si avverte nelle esternazioni dei due leader e degli esponenti dei loro partiti. Si fa a spallate per conquistare spazio e differenziarsi dagli alleati, con l'obiettivo di aumentare il consenso.

Centrodestra in terapia… di coppia: Salvini e Tajani pensano già al 2027?

In realtà, la manovra di bilancio non è che uno dei campi di battaglia: dietro ai contrasti economici sembra nascondersi una gara politica interna per chi riuscirà a contare di più nel centrodestra in vista delle prossime elezioni.

Anche gli argomenti sono da campagna elettorale. Il 2027 è meno lontano di quanto si pensi.

Il centrosinistra sta lavorando da mesi (con scarsa fortuna) alla costruzione dell'alternativa a Meloni. Forza Italia e Lega sono consapevoli che occorre iniziare adesso a costruire il consenso.

Non è un caso, ad esempio, che Salvini stia spingendo tanto per la “Robin Hood tax” polarizzando lo scontro con Forza Italia. Non è un caso che la Lega abbia rispolverato i vecchi temi dell'immigrazione fuori controllo annunciando una nuova proposta di legge per il contrasto dell'estremismo di matrice islamica.

Non è un caso neanche che Forza Italia stia insistendo tanto ad accreditarsi come prima forza moderata del Paese per conquistare l'elettorato moderato che il bipolarismo ha reso orfano.

Insiste anche se questo significa creare attrito con la quarta forza del centrodestra, Noi Moderati e portare lo scontro con la Lega a picchi di tensione inediti.

Negli ultimi giorni Tajani è riuscito a far sbottare anche Maurizio Lupi definito “Pinocchio” per le sue dichiarazioni sulla questione dell'aumento della cedolare secca sugli affitti brevi. Una misura prevista nella manovra di bilancio, contrastata da Forza Italia ma appoggiata da Noi Moderati.


Per molti osservatori il clima di tensione e scontro continuo nel centrodestra si può spiegare solo in un modo: gli alleati del centrodestra sono ufficialmente entrati in campagna elettorale.

Il rischio che nel prossimo futuro la situazione possa degenerare ulteriormente, dovrebbe preoccupare Giorgia Meloni che tuttavia non è spaventata dal voto anticipato, anzi più di una volta si è parlato dell'ipotesi di anticipare le elezioni alla primavera del 2027.

 

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