Prendeva di mira le donne sole, seguendo sempre lo stesso copione: le picchiava prendendole a calci. Sette le aggressioni registrate tra agosto e ottobre nell'area tra corso Buenos Aires, la Stazione Centrale e Porta Venezia a Milano.
Nei giorni scorsi il "picchiatore seriale" è stato finalmente arrestato. Si tratta di un 23enne senegalese, sbarcato a Lampedusa nel 2017 ancora minorenne, che aveva richiesto e ottenuto lo status di rifugiato per cinque anni.
Il 23enne era arrivato a Milano lo scorso luglio, dopo aver commesso reati anche a Roma. È accusato di aver aggredito sette donne, tutte prese a calci senza motivo, colpite perché sole in strada.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il primo episodio si sarebbe verificato lo scorso 13 agosto: vittima una giovane di 28 anni, colpita alle caviglie e finita in ospedale con otto giorni di prognosi.
Due settimane dopo ha aggredito una 61enne, prendendola a calci e facendola cadere a terra: trasportata al pronto soccorso, è stata dimessa con una prognosi di 60 giorni per un grosso ematoma alla gamba.
Nelle ore successive è stata la volta di una 59enne: 26 i giorni di prognosi per trauma cranico. Le ultime quattro aggressioni si sono verificate tutte il 5 ottobre, commesse in mezz'ora tra le 23 e le 23:30: la più grave nei confronti di una 32enne, alla quale ha rotto il naso con un calcio in pieno viso.
L'uomo girava senza documenti ed è stato individuato grazie a un lungo lavoro investigativo e alle testimonianze delle donne aggredite.
Nonostante comparisse nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza, non era mai stato ripreso durante i pestaggi. A tradirlo sarebbero state le treccine con sfumature bionde, notate da tutte le vittime.
Dal 2022 è stato fotosegnalato 43 volte, fornendo 11 alias. Ora il 23enne si trova nel carcere di San Vittore, accusato di lesioni aggravate e continuate.
Da Lampedusa, l'uomo si era recato a Roma, dove era stato denunciato per percosse, minacce e porto abusivo di oggetti atti a offendere.
Portato presso il CPR- Centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria, era tornato in libertà. Come riferisce Il Giorno, il provvedimento sarebbe stato annullato dal giudice di pace per "mancata pericolosità sociale".
Dalla Capitale si è quindi spostato a Milano, dove sono scattate le manette.