Nuovo sequestro nei confronti dell'ex pm di Pavia Mario Venditti, accusato dalla Procura di Brescia di corruzione in atti giudiziari in un'indagine parallela a quella sull'omicidio di Chiara Poggi, che vede al centro Andrea Sempio. Nelle scorse ore, i magistrati bresciani hanno disposto per la seconda volta la confisca dei pc, dei telefoni e dei supporti informatici di proprietà dell'indagato: secondo loro, questi dispositivi potrebbero nascondere "prove sicure" di versamenti di denaro effettuati al pm da Sempio, dai suoi familiari o da soggetti terzi.
Per i magistrati bresciani l'analisi dei device di Venditti rappresenta un passaggio cruciale. Per questo, nonostante l'annullamento del primo sequestro da parte del Riesame - i motivi erano "formali" - hanno proceduto con una seconda confisca.
Secondo loro, all'interno dei pc, dei telefoni e dei supporti informatici di proprietà dell'ex pm si troverebbero dati, messaggi e documenti in grado di ricostruire i rapporti intercorsi tra lui, alcuni membri della squadra di polizia giudiziaria di Pavia e la famiglia Sempio.
L'arco temporale preso in considerazione va dal 2014 al 2017, includendo la fase delle prime indagini su Sempio, la cui posizione fu archiviata dal gip Fabio Lambertucci dopo la richiesta di Venditti.
A parlarne è LaPresse, secondo cui le operazioni di copia forense potrebbero richiedere almeno due mesi di lavoro. L'obiettivo è estrarre email, chat, fotografie, bozze di atti giudiziari, metadati, agende elettroniche e qualunque altro elemento utile alle indagini.
Al centro dell'inchiesta bresciana c'è il sospetto che l'ex procuratore aggiunto abbia favorito Sempio, ricevendo denaro o altre utilità in cambio. L'accusa parla, in particolare, di circa 20-30 mila euro versati dalla famiglia Sempio al magistrato, per orientare le indagini verso l'archiviazione.
Sospetto che potrà essere confermato o smentito solo dagli accertamenti ancora in corso. Resta intanto al vaglio degli inquirenti il ruolo che potrebbero aver avuto nella vicenda gli ex carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, in servizio a Pavia all'epoca dei fatti.
Pur non essendo indagati, i due sono sospettati di aver avuto "contatti anomali e opachi" con Sempio, che potrebbe aver acquisito informazioni sulle domande che gli sarebbero state poste in sede di interrogatorio e altri dettagli sulle indagini in anticipo.
L'avvocato Domenico Aiello, difensore di Venditti, ha parlato di "abuso e violazione dei diritti costituzionali", sottolineando come il nuovo sequestro sia stato disposto "senza alcuna preventiva notifica". Il legale ha poi annunciato un nuovo ricorso al Tribunale del Riesame, chiedendo un intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per verificare la legittimità delle operazioni.
Secondo la difesa, in pratica, il secondo sequestro rappresenterebbe una replica di quello annullato e sarebbe quindi "ingiustificato". Ma il Riesame aveva parlato di "vizio formale", riconoscendo la fondatezza della linea investigativa.
Sul fronte pavese prosegue l'inchiesta madre, quella sull'omicidio di Chiara Poggi. L'anatomopatologa forense Cristina Cattaneo, incaricata di rivedere gli accertamenti medico-legali già eseguiti, presenterà a breve la prima parte della sua relazione conclusiva. Tra i focus, quello dell'orario della morte: otto i possibili intervalli, tra le 7 e le 12.30 del 13 agosto 2007.
In alto, un servizio dedicato al caso dalla trasmissione Rai "Storie Italiane" - 27 ottobre 2025.
Il risultato potrebbe ribaltare quanto emerso finora, soprattutto riguardo al ruolo di Alberto Stasi - condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio - e a quello di Sempio, che ha sempre dichiarato di aver trascorso la mattina del delitto a Vigevano, nonostante le celle telefoniche lo collochino a Garlasco.