29 Oct, 2025 - 17:30

Il portavoce di Orbán demolisce Ilaria Salis: “Blateri sul Diritto, ma dovresti marcire in cella”

Il portavoce di Orbán demolisce Ilaria Salis: “Blateri sul Diritto, ma dovresti marcire in cella”

Chi pensava che il voto sull’immunità parlamentare al Parlamento Europeo avrebbe messo la parola fine alla diatriba tra Ilaria Salis e il governo ungherese dovrà ricredersi poiché lo scontro è più acceso che mai. 

La recente visita del premier magiaro Victor Orbán è stato il pretesto per riaccendere le polemiche con tanto di accuse reciproche.

L’Ungheria non accetta di non poter processare l’europarlamentare di AVS e ogni volta che ne ha l’occasione sottolinea che “dovrebbe stare in galera”. L’attivista italiana non si sottrae al confronto, rispondendo a tono al “ducetto magiaro”.

Questa volta Salis è stata vittima di un doppio attacco: prima le parole di Orbán sul Messaggero, poi l’ennesimo post infuocato del portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, lo stesso che in passato le aveva inviato le coordinate del carcere di massima sicurezza di Budapest. 

In difesa dell’europarlamentare italiana sono intervenuti i due leader del suo partito, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che hanno chiesto un intervento deciso dell’UE nei confronti del governo ungherese.

Vediamo cosa sta succedendo in queste ore tra Ilaria Salis e Victor Orbán.

Salis-Ungheria, la telenovela infinita: durissimo post del portavoce di Orbán

A suscitare maggiore scalpore sono senza dubbio le parole utilizzate dal portavoce del governo ungherese Kovacs che, nel pomeriggio di mercoledì 29 ottobre, ha pubblicato un post durissimo contro Ilaria Salis, in cui la ha attaccata pesantemente definendola la “the joke of the century”, la “lo scherzo del secolo” e ha ribadito che dovrebbe “marcire in galera”

Ecco cosa ha scritto: 

virgolette
“Il tuo continuo blaterare e lamentarti dello stato di diritto, quando dovresti marcire in una cella […], è la prova del tuo senso della moralità distorto e marcio. Tu, che affermi qualsiasi tipo di superiorità morale, sei lo scherzo del secolo Salis Ilaria”.

Si legge nel post del portavoce del governo ungherese.

Parole che hanno suscitato la reazione immediata dei due leader di AVS (partito con cui Ilaria Salis è stata eletta al Parlamento Europeo). 

virgolette
“Le parole violente e indecenti pronunciate dal portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs contro l’eurodeputata di Avs Ilaria Salis sono indegne e inaccettabili. Un attacco volgare profondamente antidemocratico che conferma, ancora una volta, la natura autoritaria del regime di Orban. 

Denunciano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che chiedono al governo italiano di condannare quelle parole per “difendere una rappresentante del nostro Paese”.

I due leader di centrosinistra, infine, chiedono al Parlamento europeo “di intervenire con forza contro questo ennesimo episodio di violenza verbale e intimidazione politica. L’Europa deve reagire con fermezza".

Botta e risposta infuocato tra Orbán e Salis

Il post di Kovacs, tuttavia, è solo il secondo tempo di una partita che nei primi 45 minuti ha visto in campo il primo ministro ungherese e l’eurodeputata italiana. 

In un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano il “Messaggero”, Orbán aveva dichiarato che Ilaria Salis “è una criminale e dovrebbe stare in galera”.

Parole riprese da Ilaria Salis in un post pubblicato su X in cui risponde direttamente al premier magiaro.

virgolette
“Per l’ennesima volta, il ducetto magiaro dà prova di disconoscere i principi fondamentali di una vera democrazia. Non spetta al potere politico condannare un imputato — tantomeno un avversario — al carcere: questo può essere solo il compito di un giudice imparziale e indipendente”.

Ha replicato l’esponente di AVS che poi ha affondato il colpo:

virgolette
“Orbán più parli, più riveli la tua indole fascista. E ricordo a te e ai tuoi emuli che il popolo italiano il fascismo l’ha già ripudiato, una volta per tutte.”

Insomma, la partita tra il governo ungherese e l’attivista antifascista italiana è tutt’altro che chiusa e promette di riservare nuovi accesi scontri verbali.

 

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