Consulente tecnico di parte per otto anni di Andrea Sempio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, il generale Luciano Garofano ha rinunciato al suo incarico lo scorso 30 settembre, segnando un ulteriore colpo di scena nel caso Garlasco, tornato sotto i riflettori a distanza di 18 anni dall'efferato delitto.
Intervistato in esclusiva da Florinda Ambrogio per Tag24, l'ex comandante dei Ris ha spiegato perché ha preso questa decisione facendo chiarezza anche su un punto chiave dell'indagine a carico del 37enne: la presunta compatibilità tra il DNA di Sempio e il DNA trovato intorno alle unghie della vittima, emersa dalla sua consulenza. Un documento mai depositato, come ha scoperto solo anni dopo.
Amareggiato per essere stato attaccato e coinvolto nel filone della presunta corruzione al procuratore Mario Venditti, che archiviò la posizione di Andrea Sempio nel 2017, il generale ha ribadito la sua totale estraneità alla vicenda, evidenziando come il circo mediatico continui ad alimentare la disinformazione.
D: Lei e l'avvocato Lovati eravate un po' la memoria storica anche delle indagini su Andrea Sempio, lei era il consulente dal 2017. Ora che entrambi, per motivazioni differenti, non fate più parte del suo gruppo difensivo, pensa che in qualche modo Andrea, intendo personalmente, senza due figure comunque forti come le vostre possa sentirsi in qualche modo meno protetto?
R: "Le scelte le ha fatte sempre Andrea Sempio, perché per quanto mi riguarda io l'ho posto di fronte al quesito se i miei suggerimenti tecnici fossero così importanti da riflettere su una minore sintonia che poi è accaduta tra me e gli avvocati. La discussione è avvenuta prima con gli avvocati, Taccia e Lovati. Io non condividevo che l'impronta 33, su cui si gioca il futuro anche di Andrea Sempio, non fosse inserita nell'incidente probatorio che peraltro si è espanso da una mera rappresentazione fotografica delle impronte fino all'analisi delle vecchie impronte e delle nuove, perché nel laboratorio di Polizia Scientifica di Milano sono stati processati anche i sacchetti della spazzatura, che avevano già seguito la possibilità di un approfondimento genetico.
Quindi per me quell'impronta andava inserita nell'incidente probatorio: gli avvocati non hanno condiviso i miei suggerimenti, ma siccome la strategia difensiva spetta ai legali a quel punto ne ho preso atto, ma ho fatto un passaggio successivo. Ho chiesto ad Andrea Sempio se condivideva che questa strategia fosse vincente oppure se credeva nel mio lavoro, dato che erano diventate ormai divisive le posizioni degli avvocati rispetto alla mia. E Andrea ha scelto di continuare con quegli avvocati per poi sfiduciare l'avvocato Lovati. Quindi io ho ritenuto in quel momento di dovermi ritirare dall'incarico, perché la mia funzione veniva ridimensionata. Pertanto è una decisione che ha preso Andrea Sempio: non so se ha valutato se perdere noi potesse in qualche modo minare il suo futuro".
D: Torniamo indietro di qualche anno e arriviamo al 2017, la sua consulenza per quanto riguarda il DNA intorno alle unghie di Chiara Poggi. Si dice che in quella consulenza lei abbia trovato una compatibilità tra il DNA di Sempio, aplotipo Y, e il DNA trovato intorno alle unghie di Chiara. Me lo conferma, non me lo conferma?
R: "Ma è assolutamente falso e sono ignobili le persone che hanno diffuso questa notizia, non ritengo che siano dei professionisti, ma persone che mirano al ritorno mediatico in una forma bieca, perché ti usano per poter tessere quella trama di colpevolezza, di connivenza. Ma quale connivenza, ma quale colpevolezza, ma quale compatibilità? È falso. Intanto farò una sintesi di quello che è stato il mio ruolo allora, ma la cosa più importante è una considerazione logica. Se io nel 2017 avessi scoperto che il profilo di Sempio corrispondeva a quello parziale, misto, maschile - perché questo è l'oggetto - sarei andato dagli avvocati e avrei detto: 'Signori, tocca a voi adesso proseguire nella vostra strategia perché la scienza non aiuta a dimostrare l'estraneità di Andrea Sempio'.
Io non solo ho redatto quella consulenza, ma dopo 8 anni mi sono dichiarato disponibile per continuare a difendere le posizioni di Andrea Sempio. Mi sono occupato soltanto di stabilire se il profilo di Sempio fosse compatibile non con il materiale ungueale, ma con il DNA che l'agenzia investigativa aveva desunto per poi dare questi elementi al dottor Fabbri e al dottor Linarello, coloro che per primi hanno sollevato una compatibilità. Verificato che quei campioni erano di Andrea Sempio, perché erano perfettamente sovrapponibili a quelli che io avevo prelevato ad Andrea attraverso un profilo diretto, mi sono dedicato ad esprimermi sull'idoneità. Come aveva già concluso il professor De Stefano, quel profilo non era idoneo. Non era idoneo per una comparazione perché, ripeto, era un profilo parziale misto, legato solo al cromosoma Y - nel mondo scientifico è sottolineato- non consente l'identificazione. Quindi io ho fatto le mie osservazioni sulla consulenza Linarello e ho evidenziato che non era compatibile per una serie di motivi.
Poi ho scoperto soltanto nel 2025 che quella consulenza non era stata mai depositata e mi sono anche arrabbiato. Sono rimasto sorpreso".
D: Ma lei ha chiesto perché?
R: "Sì, e la risposta è stata: per una strategia difensiva. Ci sono rimasto male perché quando io ho saputo dell'archiviazione nel 2017 di Andrea Sempio, pensavo che avesse influito anche la mia consulenza. Ad aprile di quest'anno, quando l'avvocato Lovati mi ha chiesto: 'La depositiamo?' Io ho detto: 'No, perché adesso faranno altre analisi, quindi il nucleo centrale di questa consulenza è ancora valido, ma devo capire che cosa emergerà dalle nuove analisi'. Quindi sono rimasto doppiamente sorpreso. Intanto quella documentazione comunque circolava negli ambienti giornalistici, tant'è vero che sono stati fatti comunicati, trasmissioni e così via".
D: Interamente?
R: "Questo non lo so. Se pensa che due giorni fa le mie SIT sono state riferite quasi integralmente, alcuni parzialmente, altri integralmente, mi chiedo quale garanzia ci sia dei cittadini allorché degli atti che sono coperti dal segreto istruttorio e che quindi dovrebbero rimanere secretati, vengono diffusi 'coram populo', no? Però questa consulenza girava. Allora, lei sa meglio di me, lo sanno gli avvocati, lo sanno le autorità giudiziarie: i giornalisti, per fare giornalismo investigativo, hanno contatti e spesso i fascicoli vengono lasciati sui tavoli e qualcuno fa le copie. Quindi io non so qual è stata la procedura attraverso la quale gli avvocati Lovati, Grassi e Soldani abbiano ottenuto quella documentazione. Non me lo sono chiesto, non dovevo chiedermelo".
Il comandante Garofano è poi intervenuto sull'indagine a carico di Giuseppe Sempio e del procuratore Mario Venditti per corruzione in atti giudiziari, in quanto anche lui è stato sentito dai Carabinieri in merito all'inchiesta.
"Ringrazio pubblicamente la Procura di Brescia che ha dato una delega ai Carabinieri di Milano affinché fossi ascoltato, perché finalmente è finita anche questa macchinazione nei miei confronti. Dicevano che ero entrato nel giro dei soldi illeciti, che avrei manipolato dei soldi contanti. Io sono l'unico che ha ricevuto un bonifico, che ha fatto una fattura e che, soprattutto, ha ricevuto quella documentazione nei canali di comunicazione.
Non ho partecipato a nessuna transazione non chiara di soldi, ho avuto un bonifico e ho emesso una fattura, quindi la corruzione non mi toccava assolutamente. Io ho lasciato per questioni tecniche. Quando ho lasciato era martedì 30 settembre. Il primo ottobre, nel primo pomeriggio, ho ricevuto una comunicazione dai carabinieri che mi diceva: “Signor generale, dobbiamo sentirla, lei immaginerà per quale aspetto la dobbiamo sentire”. Io ho immediatamente capito, perché stavo montando questa storia legata alla legittimità di quella documentazione. Con molta cortesia e molta delicatezza mi hanno chiesto: “Guardi la sua agenda, questa settimana o la prossima magari viene a Milano e la sentiamo a sommarie informazioni testimoniali come persona informata sui fatti”. Considerata la crescente montatura mediatica, ho chiesto ai carabinieri di essere sentito il giorno dopo, perché avevo voglia di chiarire immediatamente la mia posizione e documentarla. Io sono l'unico che ha documentato tutti i passaggi, il prelievo, l'invio del prelievo in un laboratorio, le analisi, le interlocuzioni con gli avvocati, quindi avevo voglia di gridare la mia onestà e la mia trasparenza. Questo è stato l'ambito in cui sono state fatte suggestioni: 'Io sapevo che il DNA di Sempio corrispondeva alle unghie'. Ma per favore, un minimo di decenza professionale!"
D: Questa consulenza qualcuno la leggerà mai?
R: Assolutamente sì e credo che la dottoressa Baldi, il nuovo consulente genetico, ne terrà conto: è un lavoro che io ho fatto allora, ma che ha la sua valenza ancora adesso. Al di là di quelle che saranno le conclusioni del perito - che rispetto e non voglio in qualche modo nemmeno deviare dal suo parere onestissimo e rispettabilissimo - io sono fermamente convinto che quel profilo non è idoneo per una comparazione anche per due altri aspetti che non vengono proprio nemmeno considerati. Il dottor Ricci, consulente di Alberto Stasi, conclude dicendo che il profilo sotto le unghie, ancorché parziale, è compatibile con Andrea Sempio con una percentuale di compatibilità con tutti i soggetti maschi non compresi nella banca dati dell'Y con i quali abbiamo fatto il calcolo biostatistico. Sa quante persone sono contenute nella banca dati? Quattrocentomila persone. Quanti sono gli abitanti di Pavia e della provincia di Pavia? Altrettanti. Quindi significa non poter escludere il 'quisque de populo' in virtù di un profilo parziale e di un profilo Y. Il professor Previderé, che è il consulente della procura e che ha interpretato in maniera analoga al dottor Ricci questa compatibilità, ha detto che non possiamo escludere la contaminazione.
Se non possiamo escluderla e e se quel profilo può essere comune a tutti i soggetti maschi non compresi nella banca dati, mi chiedo che valenza può avere quel profilo, come ha correttamente concluso il professor De Stefano. Magari la dottoressa Albani concluderà per una compatibilità. Intanto dovrà essere valutato da giudice per le indagini preliminari e poi, se Andrea Sempio verrà rinviato a giudizio, credo che verrà fuori la corretta valutazione di quel profilo".
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