01 Nov, 2025 - 14:24

UE contro sovranità nazionale: soffoca gli agricoltori dell’Est per aprire i mercati all’Ucraina

UE contro sovranità nazionale: soffoca gli agricoltori dell’Est per aprire i mercati all’Ucraina

L’entrata in vigore del nuovo accordo commerciale tra l’Unione Europea e l’Ucraina sta scatenando tensioni all’interno del blocco.

Mentre Kiev avanza verso una maggiore integrazione nel mercato unico europeo, alcuni paesi dell’Est, in particolare Polonia, Slovacchia e Ungheria, continuano a opporsi a Bruxelles con divieti unilaterali sulle importazioni agricole ucraine, nel tentativo di proteggere i propri produttori nazionali.

Questa situazione apre un nuovo fronte di conflitto tra un’Unione che spinge per l’apertura e l’integrazione economica e stati che denunciano una perdita di sovranità e un danno economico diretto.

Entra in vigore il nuovo accordo commerciale UE-Ucraina

Il 28 ottobre 2025 è entrato in vigore un accordo commerciale rivisto con l’Ucraina. Questo nuovo quadro aggiorna l’Area di libero scambio globale e approfondita (DCFTA) tra Bruxelles e Kiev.

L’accordo riduce ed elimina numerosi dazi doganali sui prodotti agricoli ucraini, ampliandone l’accesso al mercato unico europeo.

Il testo mantiene tuttavia limiti e clausole di salvaguardia per proteggere i mercati agricoli europei, in particolare quelli dei Paesi confinanti dell’Est, ritenuti più vulnerabili all’impatto delle esportazioni ucraine.

La revisione introduce anche un allineamento progressivo degli standard produttivi, volto a garantire qualità, sicurezza e rispetto delle norme ambientali e di benessere animale in linea con i parametri europei.

Per Kiev, l’accordo rappresenta una tappa strategica verso la piena adesione al blocco europeo, con un rafforzamento delle relazioni commerciali a lungo termine e prospettive di maggiore stabilità economica.

Polonia, Slovacchia e Ungheria sfidano Bruxelles

Varsavia, Bratislava e Budapest continuano a mantenere divieti unilaterali sulle importazioni agricole ucraine, sfidando apertamente la linea di Bruxelles. Questi divieti, introdotti nel 2023, mirano a proteggere gli agricoltori locali dagli effetti di sovrabbondanza e dal crollo dei prezzi che hanno messo sotto pressione interi settori agricoli in questi paesi.

L’opposizione dei governi dell’Est è considerata una forma di difesa della sovranità nazionale e un tentativo di tutelare la stabilità economica interna. Tuttavia, queste misure unilaterali alimentano una crisi politica che riflette le profonde divergenze all’interno del progetto europeo.

La Commissione europea valuta la possibilità di avviare procedimenti legali contro gli stati membri che non hanno revocato i propri divieti, sostenendo che tali restrizioni violano il diritto comunitario e il principio del mercato unico.

Le proteste degli agricoltori

Il contrasto sulle importazioni ucraine ha radici profonde e si è manifestato nelle strade di numerose città dell’Europa orientale nel 2023 e all’inizio del 2024.

Le importazioni agricole ucraine a basso costo sono state tra i principali fattori che hanno alimentato le proteste degli agricoltori in diversi paesi europei.

Queste mobilitazioni hanno rappresentato il termometro di una crescente frattura tra Bruxelles e le realtà locali, dove la percezione dominante è che le decisioni europee abbiano ignorato i costi sociali ed economici diretti, scaricando il peso del sostegno a Kiev sulle comunità rurali già in difficoltà.

La pressione delle piazze e il sostegno politico alle richieste degli agricoltori hanno rafforzato la posizione dei governi nazionali, determinati a mantenere i propri divieti unilaterali anche a costo di un confronto aperto con Bruxelles.

L’accordo commerciale UE-Ucraina che entra in vigore rappresenta una pietra miliare per l’integrazione economica di Kiev nel mercato europeo ma solleva anche questioni delicate riguardo alla gestione degli interessi locali.

La resistenza dei Paesi dell’Est, forte e determinata, mostra quanto sia complessa la convivenza tra un’Europa unita e le profonde diversità economiche e sociali dei suoi membri.

La sfida per Bruxelles sarà trovare un equilibrio tra solidarietà verso l’Ucraina e tutela dei propri agricoltori.

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