Francesca Duranti, all'anagrafe Maria Francesca Rossi, non è stata soltanto una delle penne più eleganti e ironiche della narrativa italiana, ma anche il prodotto di una famiglia in cui cultura, politica e libertà di pensiero si respiravano come l’aria di casa.
Dietro la sua scrittura sofisticata e le sue protagoniste femminili forti e disilluse, si nasconde un’eredità familiare fatta di impegno civile e curiosità intellettuale. Ma chi erano davvero i genitori della scrittrice che con La casa sul lago della luna ha incantato lettori e critici?
Scopriamolo, partendo proprio da quelle radici genovesi che hanno dato vita a un talento unico e inconfondibile.
Francesca Duranti nasce a Genova il 2 gennaio 1935 (aveva 90 anni), in una famiglia agiata, colta e politicamente impegnata. Il suo vero nome era Maria Francesca Rossi - un cognome che nella Liguria del dopoguerra suonava come sinonimo di solidità e tradizione.
"Duranti", infatti, arriverà solo dopo, con il secondo matrimonio, ma il nome d’arte è quello che l’ha resa immortale nella letteratura italiana.
Sin da bambina, Francesca cresce immersa nei libri, nella musica e nei dibattiti intellettuali. Mentre altri bambini giocavano con le bambole, lei imparava le lingue straniere - inglese, francese e tedesco - come gesto di ribellione verso le rigide imposizioni linguistiche del regime fascista.
Un dettaglio, questo, che racconta bene il suo spirito libero: una ragazza che non amava stare dentro gli schemi e che preferiva cercare la verità tra le pagine dei romanzi o nei discorsi appassionati del padre.
Quel mix di curiosità e indipendenza l’ha accompagnata per tutta la vita, diventando una delle chiavi del suo successo come autrice.
Il padre di Francesca, Paolo Rossi, è stato una figura di spicco del Novecento italiano. Nato a Bordighera nel 1900, è stato giurista, politico socialdemocratico e presidente della Corte Costituzionale dal 1975 al 1978.
Il suo nome è legato a un’Italia in fermento, quella della ricostruzione post-bellica e della nascita della Repubblica, quando le idee liberali e democratiche cercavano spazio dopo gli anni bui del fascismo. Rossi è stato un antifascista convinto, perseguitato per le sue idee e per il suo rifiuto di piegarsi al regime.
"La libertà non si eredita, si conquista ogni giorno", amava dire ai suoi studenti di diritto - una frase che Francesca avrebbe ricordato spesso nei suoi scritti, anche quando le sue protagoniste affrontavano battaglie personali e morali.
Cresciuta con un padre che difendeva la Costituzione e la giustizia, Francesca ha assorbito fin da piccola un senso profondo di responsabilità etica e intellettuale. Questo si riflette nei suoi romanzi, dove spesso le donne lottano contro convenzioni sociali e inganni del cuore con una dignità tutta loro.
Non è un caso che la sua scrittura sia stata definita "lucida come un ragionamento giuridico e fluida come un racconto sognante": due anime, una ereditata dal padre giurista, l’altra tutta sua, da narratrice ironica e raffinata.
La madre, Giuseppina Bagnara, detta affettuosamente Giugi, era una donna colta, elegante e di grande sensibilità artistica. Nonostante non abbia mai cercato la ribalta pubblica, ha rappresentato per Francesca un punto fermo, un modello di grazia e determinazione.
Il matrimonio tra Paolo Rossi e Giuseppina Bagnara ha dato vita a due figlie: Maria Francesca (la futura scrittrice) e Marina.
Le due sorelle hanno trascorso l’infanzia tra Genova e la Toscana, in una casa che era più una piccola accademia che una dimora familiare: libri ovunque, discussioni animate su filosofia e politica, e un amore sconfinato per le arti.
La famiglia viveva anche nella storica Villa Rossi a Lucca, un edificio che oggi conserva il fascino di quel periodo e che, secondo alcune testimonianze, avrebbe ispirato l’atmosfera di alcuni romanzi della scrittrice.
Francesca stessa aveva raccontato che "ogni stanza di quella casa sembrava avere un segreto", un’idea che si ritrova nelle sue trame sospese tra introspezione e mistero.
Da questa unione di razionalità paterna e sensibilità materna è nata la Francesca Duranti che conosciamo: una donna che ha iniziato a scrivere tardi, ma con una voce già matura e inconfondibile.
I valori di libertà, cultura e rigore morale trasmessi dai genitori si sono intrecciati con la sua ironia naturale e con un’irresistibile curiosità verso il mondo. Anche quando viveva tra la Toscana e New York, lontano dalle sue origini, Francesca non ha mai dimenticato da dove veniva.
Dietro ogni sua protagonista c’è un riflesso della bambina che imparava il tedesco per disobbedire al fascismo, o della ragazza che osservava il padre scrivere discorsi sulla democrazia. Le radici della famiglia Rossi-Bagnara non sono solo genealogiche, ma ideali.
E, come in ogni grande scrittrice, quelle origini hanno continuato a pulsare sotto le parole, come una corrente sotterranea che dà vita alle storie.
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