02 Nov, 2025 - 17:20

Fumatori "bancomat" di Bruxelles, nuova stangata sulle sigarette: in Italia aumenti anche di 3 euro a pacchetto

Fumatori "bancomat" di Bruxelles, nuova stangata sulle sigarette: in Italia aumenti anche di 3 euro a pacchetto

In un'Europa che sempre più si presenta come una matrigna severa e inesorabile, i cittadini sono spesso i bersagli di scelte che appaiono vessatorie e lontane dal loro quotidiano.

È questo il caso della recente proposta della Commissione europea che prevede un aumento deciso delle accise sulle sigarette, una vera stangata per tutti i fumatori europei.

L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre il consumo di tabacco, a fronte di una crisi sanitaria e sociale legata al fumo, ma l'effetto immediato sarà un aggravio pesante per chi, in Italia come in altri Paesi membri, consuma tabacco.

La misura, che rischia di colpire migliaia di consumatori, segna un ulteriore passo verso un'Europa che, più che proteggere, tassa e limita le scelte individuali.

Stangata UE sulle sigarette, cosa prevede

La Commissione europea ha chiuso una consultazione pubblica che apre la strada a una revisione radicale della tassazione sui prodotti del tabacco in tutta l'Unione.

La proposta prevede un aumento delle accise fino al 139% per le sigarette tradizionali, il che si traduce in un incremento minimo di circa 3 euro a pacchetto in Italia, considerando che oggi un pacchetto costa tra i 5 e i 6 euro.

Non solo sigarette tradizionali: anche i prodotti di nuova generazione come sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e bustine di nicotina subiranno aumenti consistenti.

L'intenzione di Bruxelles è duplice: ridurre il consumo di tabacco per motivi di salute pubblica e aumentare le entrate fiscali dell'Unione, in un momento in cui il bilancio europeo cerca nuove risorse proprie da destinare a progetti comuni.

Tuttavia, l’efficacia di questo metodo è controversa e le tempistiche per l’approvazione definitiva della direttiva sono ancora incerte.

Quanto aumenteranno le sigarette in Italia?

In Italia l'aumento previsto potrebbe portare il prezzo di un pacchetto a crescere di quasi 3 euro, una stangata senza precedenti che farebbe lievitare il costo fino a quasi 9 euro o più per confezione.

Questo aumento, sebbene rimanga teoricamente sotto i prezzi di altri Paesi europei come Irlanda o Norvegia, rappresenta comunque un forte incremento che impatterà direttamente sul mercato interno e sui consumatori italiani.

L’ipotesi è stata calcolata partendo dall'incremento dell’accisa minima che passerebbe dagli attuali 29,50 euro ogni mille sigarette a 215 euro.

Tale balzo fiscale si tradurrebbe, oltre che in un rincaro notevole per i fumatori, anche in possibili ripercussioni sull’inflazione generale nel Paese, sebbene modeste.

Reazione delle associazioni dei tabaccai

Le associazioni dei tabaccai non hanno tardato a esprimere la loro preoccupazione per l’impatto economico devastante che questo provvedimento potrebbe avere sul loro settore.

L’aumento dei prezzi rischia di alimentare ulteriormente il mercato del contrabbando e far perdere gettito fiscale agli Stati, come già evidenziato da esperienze simili in altri Paesi europei.

Per i tabaccai, questa stangata rappresenta una proposta scellerata e controproducente, capace di danneggiare non solo i lavoratori del settore ma anche le casse pubbliche, con una probabile crescita dell’illegalità.

Le associazioni hanno chiesto con forza un ripensamento, ricordando che sono soprattutto i piccoli commercianti a pagare il prezzo di queste scelte. Il tema è ora oggetto di forte dibattito politico e sociale, con il Governo Italiano che si trova a dover bilanciare le direttive europee con le esigenze nazionali.

La tassa UE sui fumatori rischia di affossare il comparto

L’ennesima stangata che arriva da Bruxelles sui fumatori italiani sottolinea come l’Unione Europea, pur rivendicando l’obiettivo di tutelare la salute pubblica, ricorra in modo aggressivo alla leva fiscale con un impatto diretto sui cittadini.

Per gli italiani, il rincaro di quasi 3 euro a pacchetto rappresenta una beffa che colpisce profondamente le tasche di una fetta consistente di consumatori, senza garanzie che questo influisca realmente sulla riduzione del consumo né sulla lotta al contrabbando.

L’Europa continua a stringere la morsa, mentre aumenta il malumore tra consumatori e operatori del settore, pronti a una dura battaglia contro quello che definiscono un aumento insostenibile e iniquo.

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