02 Nov, 2025 - 19:03

Altro che Nobel per la Pace, sì di Machado all'intervento Usa in Venezuela pur di salire al potere

Altro che Nobel per la Pace, sì di Machado all'intervento Usa in Venezuela pur di salire al potere

La crescente tensione nel Mar dei Caraibi si fa sempre più concreta, con un massiccio dispiegamento militare degli Stati Uniti al largo delle coste venezuelane. Dietro la motivazione ufficiale di contrastare il narcotraffico si nasconde un quadro complesso di interessi geopolitici e lotte di potere. Maria Corina Machado, vincitrice del premio Nobel per la pace, ha preso una posizione netta: supportare l’intervento statunitense in Venezuela come passo necessario per contrastare il regime di Maduro. 

Cresce la tensione nei Caraibi: il dispiegamento militare statunitense

Continua a crescere la tensione nei Caraibi. Gli Stati Uniti hanno dispiegato navi da guerra al largo della costa del Venezuela nell'agosto 2025. Washington ha giustificato la decisione con la lotta al traffico di droga. Da allora, le forze statunitensi hanno effettuato diversi attacchi mortali contro le imbarcazioni ritenute coinvolte nel narcotraffico.

Il presidente degli Usa, Donald Trump, ha confermato a metà ottobre di aver autorizzato la CIA a condurre operazioni segrete nel paese caraibico. Ha rifiutato però di commentare se gli agenti segreti siano stati autorizzati a "eliminare" il presidente venezuelano.

Il massiccio dispiegamento di risorse militari degli Stati Uniti nei Caraibi continua. L'esercito americano sta inviando anche la portaerei USS Gerald R. Ford nelle acque al largo del Sud America.
Caracas ha già iniziato a mobilitare le forze venezuelane.

Le mosse di Washington, oltre a suscitare critiche, hanno sollevato sospetti su un eventuale passo verso un cambio di regime in Venezuela. I fantasmi dei colpi di stato della storia latinoamericana sollevano domande su un possibile cambio di regime a seguito del rafforzamento militare degli Usa nella regione.

La situazione in Venezuela

Maduro è salito al potere nel 2013. I risultati delle ultime due elezioni presidenziali sono stati segnati da contestazioni internazionali sulla vittoria del presidente.

L’amministrazione americana, sotto la guida di Trump, ha accusato il presidente venezuelano di dirigere il cartello di narcotrafficanti, Cartel de Los Soles. Ha anche aumentato la taglia per la cattura di Maduro a 50 milioni di dollari.

L’opposizione divisa: le diverse posizioni sull’intervento USA

Secondo quanto riportato da Reuters, i due leader principali dell'opposizione venezuelana sono divisi sulle azioni statunitensi contro il paese.

Nelle elezioni presidenziali del 2024, l'opposizione contro Maduro si è presentata unita. La candidata dell'antichavismo è stata Maria Corina Machado. Tuttavia, la sua esclusione dal voto ha portato il nome del diplomatico Edmundo Gonzalez Urrutia alle urne. Machado ha avuto il sostegno di numerosi paesi occidentali nella sua battaglia per contrastare i risultati del voto a favore di Urrutia.

Machado, che ha recentemente vinto il premio per la pace, si è schierata con Trump, sostenendo che Maduro rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Un altro esponente dell'opposizione, Henrique Capriles, invece rifiuta l'intervento armato degli Usa nel suo paese. Capriles favorisce un approccio diplomatico, sostenendo la ripresa dei negoziati tra Caracas e Washington.

Intanto, l'amministrazione statunitense ha dimostrato la sua volontà di esercitare pressione su Caracas.

Se il vero obiettivo di Washington è un cambio di regime, molti analisti indicano che non si tratterà di un rapido crollo del governo Maduro, ma potrebbero aprirsi le porte ad un conflitto di guerriglia. Una guerra ibrida prolungata, volta a esercitare pressioni, potrebbe invece isolare ulteriormente Caracas. La scena futura resta altamente incerta.

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