03 Nov, 2025 - 15:15

Venezuela, Marco Rizzo: "Tra Maduro e i petrolieri messi dagli Usa scelgo Maduro"

Venezuela, Marco Rizzo: "Tra Maduro e i petrolieri messi dagli Usa scelgo Maduro"

Marco Rizzo è stato ospite a "Calibro 9" con Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus. Il leader di Democrazia Sovrana e Popolare ha affrontato la questione venezuelana alla luce delle crescenti tensioni internazionali. Rizzo offre una chiave di lettura che sfida il racconto dominante, sottolineando il ruolo geopolitico degli Stati Uniti e le dinamiche interne alla realtà venezuelana, dal tempo dell’ex presidente Hugo Chávez fino all’attuale presidenza di Nicolás Maduro.

Venezuela, una breve storia del paese

Nel corso dell’intervista, Marco Rizzo ha dedicato un’ampia parte della conversazione alla situazione del Venezuela, puntando l’attenzione su tre elementi centrali: l’importanza strategica delle riserve petrolifere venezuelane, il passaggio dal regime di Hugo Chávez a quello di Nicolás Maduro e la possibilità di un coinvolgimento militare statunitense.

Rizzo ha ricordato come il Venezuela, con uno dei più grandi giacimenti petroliferi al mondo, un vero e proprio “bottino” che coinvolge gli interessi di potenze esterne, abbia vissuto una lunga storia di controllo privato delle sue risorse.

Prima di Hugo Chávez, la maggior parte dei proventi del petrolio andava all’azienda privata incaricata della gestione, che escludeva gran parte della popolazione.

Dopo essere salito al potere, Chávez riuscì a reindirizzare una quota significativa delle ricchezze petrolifere verso lo stato e i cittadini. La sua morte nel 2013 e l’arrivo di Nicolás Maduro, per Rizzo meno carismatico ma tuttora rappresentante di un’alternativa rispetto al ritorno delle élite petrolifere, segnano un punto di svolta con molte criticità ancora aperte.

Quando si è passati a Maduro, “non ha la stoffa di Chávez”, ha affermato Rizzo, indicando che non possiede la stessa forza politica del predecessore.

Critica agli interventi esterni

L’analisi di Marco Rizzo offre quindi una panoramica che va oltre le narrazioni mainstream, sottolineando la complessità della situazione in Venezuela e il ruolo dell’imperialismo globale.
Rizzo denuncia il ruolo della CIA e i piani di intervento, mettendo in guardia contro un possibile salto in avanti di Trump verso un’aggressione diretta, forse per fomentare un cambio di regime.

Ha fatto notare che l’accusa ufficiale di traffico di droga come pretesto appare “debole”: se fosse vera soltanto questa, avrebbe senso intervenire anche altrove.

Il rischio, secondo lui, è che si instauri nuovamente uno “scenario aggressore-aggredito” proprio in America Latina, ricordando i casi storici dell’interventismo statunitense.

La realtà latinoamericana

Rizzo invita a riflettere sul contesto latinoamericano, da lungo tempo teatro di colpi di stato e instabilità indotti o favoriti dalle potenze straniere. Non difende Maduro in modo acritico, ma sostiene che, tra l’alternativa di un regime venezuelano che resta comunque il più vicino al popolo e quello che potrebbe essere imposto da attori stranieri vicini ai “petrolieri” e agli interessi esterni, sceglie comunque “lo scadente Maduro”.

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