Oggi, mercoledì 5 novembre 2025, la Procura di Tripoli ha ordinato l'arresto del generale Osama Njeem Almasri con l’accusa di torture e violenze nei confronti dei detenuti del carcere di Mitiga. A dare la notizia è stata l'emittente Lybia24.
Almasri era già destinatario di un mandato d’arresto della Corte Penale internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità, tra cui tortura e omicidio, commessi in Libia.
Il nome del generale delle milizie libiche è noto da tempo all’opinione pubblica italiana perché è stato al centro di un caso politico e diplomatico che ha coinvolto il nostro Paese e il governo italiano.
Ecco cosa è successo e perché Almasri è stato arrestato all’aeroporto della capitale libica.
Osama Njeem Almasri è stato arrestato su ordine della procura di Tripoli con l’accusa formale di aver perpetrato torture e violenze ai danni di detenuti nel carcere di Mitiga.
Le indagini avrebbero raccolto testimonianze e prove ritenute sufficienti per dimostrare che il generale avrebbe inflitto sevizie ad almeno cinque detenuti, provocando la morte di almeno uno di loro.
Durante l’arresto, testimoni riferiscono che Almasri avrebbe mantenuto un atteggiamento beffardo, ridendo come segno di sfida o disprezzo.
La figura di Almasri è legata alla milizia Rada, che controlla la Polizia penitenziaria in Libia e gestisce il carcere di Mitiga.
Almasri è accusato di presunte torture e violenze nei confronti dei detenuti del carcere di Mitiga. La procura di Tripoli punta il dito contro pratiche che includono maltrattamenti fisici e psicologici, con - in almeno un caso - conseguenze letali.
Secondo la magistratura locali, infatti, ci sarebbero prove sufficienti per provare le sevizie perpetrate su almeno cinque detenuti, causando la morte di almeno uno di loro.
Queste imputazioni rappresentano una grave violazione dei diritti umani e della normativa internazionale, motivo per cui la Corte penale internazionale aveva già emesso, nei mesi scorsi, un mandato d’arresto nei suoi confronti.
La vicenda Almasri si arricchisce di un capitolo italiano molto controverso. Dopo il mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale, Almasri era stato arrestato in Italia il 19 gennaio scorso a Torino.
Tuttavia, il Ministero della Giustizia italiano non aveva dato seguito al mandato: con una decisione molto discussa, Almasri fu rimpatriato con un volo dei servizi segreti italiani direttamente a Tripoli, dove poi fu liberato. Fino a oggi.
Questa operazione ha sollevato numerose polemiche politiche e giudiziarie. Il Tribunale dei ministri aveva aperto una indagine sul comportamento del Ministero della Giustizia, ma l’inchiesta è stata successivamente respinta dal Parlamento.
Tale episodio ha messo in luce contraddizioni e tensioni tra le istituzioni italiane in materia di giustizia internazionale e rapporti diplomatici con la Libia.
Oggi, con la nuova ordinanza di arresto da parte della procura di Tripoli e il crescente isolamento politico di Almasri, il caso assume anche un respiro più ampio, intrecciando questioni di politica estera, sicurezza e rispetto dei diritti umani in Libia e nell’area del Mediterraneo.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *