Sono morti improvvisamente, a poche settimane di distanza l'uno dall'altro, il 13 ottobre e l'1 novembre. Anna Zilio, 39 anni, e Alberto Zordan, 48, entrambi runner esperti, in piena forma fisica, erano tesserati con il Team Km Sport, associazione sportiva di corsa. Ora le Procure di Verona e Vicenza vogliono vederci chiaro e hanno disposto sui loro corpi due distinte autopsie.
Anna Zilio, 39 anni, originaria di Marano Vicentino, viveva a Verona, dove lavorava in un negozio di articoli sportivi. Laureata in Giurisprudenza, aveva scelto di dedicarsi a tempo pieno alla sua passione: il running. Maratoneta esperta, vantava un personale di 2 ore e 52 minuti. Nel 2022, si era piazzata seconda alla Verona Marathon.
Il 13 ottobre scorso è stata trovata morta nel suo letto. Pochi giorni prima, aveva partecipato a una corsa di 10 km, chiusa in settima posizione assoluta femminile. A dare l'allarme, i suoi genitori. Sembra che non avesse malattie note. Come il compagno di squadra Alberto Zordan, 48 anni, di Sovizzo (Vicenza), grafico di professione. Dopo gli studi di ragioneria, aveva fondato la sua azienda.
Di recente, aveva iniziato a lavorare come responsabile logistica e facility per Agrolab Group Italia, ad Altavilla Vicentina. Si dedicava alla corsa con impegno da ormai dieci anni, ma al Team Km Sport era approdato nel 2019. La notte tra sabato 1 e domenica 2 novembre è morto nella sua abitazione, probabilmente per un arresto cardiaco. Si stava preparando per la maratona di Valencia del 7 dicembre.
Le loro scomparse ravvicinate hanno sollevato molti interrogativi. Non solo tra i familiari, che hanno chiesto esami approfonditi, ma anche tra colleghi e amici. Per fugare ogni dubbio, le Procure di Verona e Vicenza hanno disposto sui loro corpi due distinte autopsie. I risultati saranno fondamentali per risalire all'eventuale presenza di anomalie cardiache o altre patologie e fare chiarezza sui decessi. Per il momento non sarebbe emerso alcun collegamento ufficiale tra le due vicende.
Resta lo sgomento delle comunità a cui i due maratoneti appartenevano. "Lo chiamavo il samurai, perché non si arrendeva mai. Vedeva ogni sconfitta come un punto di partenza", ha ricordato al Corriere Veneto un amico e collega di Alberto, Paolo Fongaro. Si conoscevano da una vita. Dai tempi cioè della collaborazione con il periodico locale Sovizzo Post. "Da colleghi siamo diventati fratelli - spiega ora Paolo - Era una persona leale, appassionata e generosa".
Tanti i messaggi apparsi online anche per ricordare Anna. Donna solare, instancabile, sempre pronta ad aiutare gli altri, secondo chi la conosceva. "Una forza tranquilla, capace di ispirare" tutti, scrivono i compagni di squadra. Il funerale di Alberto si terrà mercoledì 6 novembre alle 15 presso la chiesa di Santa Maria Assunta di Sovizzo al Piano. Nel frattempo, proseguiranno gli accertamenti per fare luce su entrambe le morti, che hanno sconvolto il mondo dello sport.
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